per non dimenticare

La storia di Giuseppe Maccarini, dalminese morto nella guerra in Eritrea e a cui dedicano una lapide

Figlio di contadini di Mariano, perse la vita nella battaglia di Dogali. Dalmine ha deciso di commemorare il suo coraggio. Appuntamento domenica 26 alle 11.15 al cimitero di Mariano

La storia di Giuseppe Maccarini, dalminese morto nella guerra in Eritrea e a cui dedicano una lapide
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di Laura Ceresoli

Il prossimo 26 gennaio ricorre il 133esimo anniversario della battaglia di Dogali. Nel tragico evento perirono circa cinquecento militari della spedizione italiana in Eritrea. Tra le vittime c’era anche Giuseppe Maccarini di Mariano al Brembo. Con lui persero la vita altri 27 bergamaschi e quattro rimasero feriti. In memoria di questi giovani resta oggi una lapide posta a Bergamo in città Alta nel perimetro della struttura della Rocca, dopo che la stessa fu posta in Piazza Vecchia con delibera comunale del 5 marzo 1887 del sindaco di allora Gianforte Suardi.

Il ricordo. Anche Dalmine ha deciso di commemorare il coraggio di Maccarini realizzando una lapide in suo onore che verrà scoperta domenica 26 gennaio alle 11.15 al cimitero di Mariano in via Fosse Ardeatine. L’Associazione storica dalminese, in supporto alla famiglia Maccarini e ai discendenti di Giuseppe, ha organizzato questo evento «per riportare a dignità la memoria del milite marianese e garantire così una memoria storica per tutta la cittadinanza dalminese». La manifestazione vedrà coinvolte le associazioni d'arma della città di Dalmine, i gruppi storici, l’amministrazione comunale e alcuni studiosi esperti in materia. Già nel 2017, Maccarini è stato ricordato dalla parrocchia di Mariano attraverso le righe del notiziario parrocchiale con la pubblicazione di un racconto a puntate di quella che fu la battaglia che cambiò le sorti dell’aspirazione coloniale italiana in Africa. Il 26 gennaio 2019, nella contrada Cerro di Val Brembilla, è stata invece inaugurata una lapide in memoria di Rinaldi Giovanni, altro combattente bergamasco perito durante i fatti della battaglia di Dogali. «Al milite Giuseppe Maccarini non fu però riservata nessuna particolare condizione di ricordo in Mariano - precisa Valerio Cortese, segretario dell’associazione storica dalminese -. Sul monumento ai caduti posto in piazza Vittorio Emanuele II è presente il suo nome con l'indicazione, oltremodo errata, della data di morte. Anche sulla lapide al cimitero di Mariano il suo nome è presente insieme ai caduti della prima guerra mondiale. Con la nuova targa si vuole così onorare, a distanza di oltre 130 anni dal tragico fatto, la memoria di questo giovane marianese che perse la vita in difesa dei patrii ordini impartiti in terra d'Africa e in qualche modo fare ammenda del lungo anonimato che ha contraddistinto il suo ricordo». La famiglia Maccarini si è resa disponibile all’acquisto e alla posa della lapide sulla quale è stata incisa la seguente scritta: «Onore alla memoria del prode caporale Giuseppe Maccarini giovane esempio di fedeltà alla patria, eroicamente caduto, con 500 suoi commilitoni, nella battaglia di Dogali (Eritrea) il 26 gennaio 1887».

Chi era Giuseppe Maccarini. Le notizie di questo soldato sono poche e frammentarie. Nato a Mariano il 29 gennaio 1865 (pertanto non ancora ventiduenne alla sua morte), era figlio di Pietro Domenico e Teresa Maffioletti, entrambi contadini. La famiglia Maccarini proveniva da Osio Sopra. All'epoca, i contratti di mezzadria richiedevano alle famiglie contadine di migrare per la necessità di procacciare lavoro. Abitò nelle cascine che davano sull'attuale piazza Pozzo, poco lontano della chiesa parrocchiale. Dai registri parrocchiali di Mariano si legge che a Giuseppe fu impartito il sacramento della Cresima, all'età di 14 anni, domenica 19 ottobre 1879 alla parrocchiale di Osio Sotto. Pochi anni dopo fu protagonista, suo malgrado del disastro di Dogali. Pare sia giunto sul suolo africano pochi giorni prima della sua morte. Faceva parte della nona compagnia del 41esimo Reggimento fanteria, aggregato al terzo battaglione Africa. Aveva ricevuto il grado di Caporale. Come a tutti i suoi sfortunati compagni di truppa gli venne attribuita la medaglia d'argento al valor militare alla memoria. Alla madre fu concessa la medaglia per le «Madri degli eroi di Dogali». Il suo corpo restò in Africa...

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