E ascensore per S. Agostino

Via alle lezioni all'ex Collegio Baroni Una moderna università a terrazze

Via alle lezioni all'ex Collegio Baroni Una moderna università a terrazze
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L’università a terrazze non si era ancora vista. Ed invece eccola spuntare tra i tetti di via San Tomaso, in un’area che congiunge Città Alta a città bassa: è l’ex collegio Baroni, rimodernato e ampliato, che ospiterà nuove aule del polo umanistico e in cui inizieranno, questo lunedì, a posa degli arredi terminata, le lezioni dell'Università di Bergamo. Proprio a causa di questa sua peculiarità, l’accesso alla struttura è doppio: uno è in vicolo San Tomaso nella parte bassa di Bergamo, e l’altro in via Pignolo alta. Alla fine l’ascensore per Città Alta, opera di cui si è tanto parlato ma che non si è mai concretizzata, l’ha realizzato l’università. Serve internamente l’edificio, ma se si accede dal giardino, che sarà aperto al pubblico, non destinato esclusivamente agli studenti, basterà imboccare la rampa di scale o chiamare l’ascensore per trovarsi in pochi secondi davanti alla Porta Sant’Agostino.

 

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Nei 4mila metri quadrati dell'edificio troveranno spazio 13 aule (con una capienza di 60-230 studenti), un laboratorio informatico (100 posti), quattro uffici, una sala lettura con tavola calda e un grande giardino realizzato dove una volta c’erano il campo da calcio, quello da basket e quello da pallavolo di pertinenza del collegio. L’opera è costata ben 14 milioni di euro, arredamento incluso. Ci studieranno i ragazzi di Lettere, filosofia e Comunicazione, e, a rotazione, quelli di Scienze umane e sociali, e di Lingue e letterature straniere.

 

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L’edificio. Entrando dall’ingresso principale di via Pignolo, ci si ritrova su una terrazza di 1000 metri quadri. Davanti il panorama, alle spalle i tre piani del Baroni, quelli già esistenti e operativi da una decina di anni, che ospitano aule e uffici. Al piano  -1 si trovano 4 ampie aule dalle grandi vetrate e due blocchi servizi. Lo stesso al piano -2, mentre al -3 ci sono tre uffici e due aule disposti lungo una sorta di ringhiera interna, affacciandosi alla quale si vede, al livello inferiore, la tavola calda e lo spazio lettura. Al -4 c’è per l’appunto la zona ristoro, l’aula informatica e un laboratorio. Nel piano interrato i magazzini e gli impianti. Ogni piano è dotato di terrazza con tanto di fioriere e, al -3, c’è pure un’aiuola centrale. Da piano -4 si può uscire direttamente nel giardino, una grande area verde, aperta anche al pubblico, dove gli studenti potranno sedersi sull’erba per studiare e socializzare. Al termine del giardino, sempre parte del complesso, c’è un’antica palazzina composta da tre edifici, uno dei quali affaccia sulla via San Tomaso, che è stata recuperata e ospiterà degli uffici.

 

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Sbancata una collina. Dal giardino il colpo d’occhio sull’ex Baroni è davvero particolare: ci si trova di fronte un edificio a terrazze moderno e luminoso, nonostante sia stato ricavato all’interno di una collina. L’architetto Alessandro Bricchi, responsabile del cantiere affidato alla società Paolo Beltrami Spa di Cremona, spiega infatti: «Quando abbiamo iniziato i lavori la terrazza del piano terra era grande circa un quarto rispetto a quella che abbiamo realizzato. Sotto c’era un terrapieno che abbiamo scavato raggiungendo i 20 metri di profondità».

Gli intoppi. I lavori al Baroni sono iniziati nel 2011 ma, dopo qualche mese, il cantiere si è dovuto fermare a causa del crollo di un muro di pietra adiacente a via San Tomaso. Nel frattempo c’è stata anche un’indagine della procura per un sospetto abuso edilizio, poi rivelatosi infondato e terminato con l’assoluzione degli indagati. Il cantiere è ripartito nel 2013 e nel giro di 3 anni i lavori sono stati portati a compimento. Ora si attende l’inaugurazione ufficiale che avverrà a dicembre.

 

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Le critiche. Il nuovo edificio è stato oggetto delle invettive del critico d’arte e showman Vittorio Sgarbi. Alla fine di maggio, ospite del programma di Nicola Porro Virus su Rai 2 e qualche giorno dopo al Maurizio Costanzo Show, ha dichiarato, parlando di opere italiane da lui considerate brutte e inutili: «Accade uno scempio terrificante a Bergamo. L’università ha realizzato la più brutta architettura concepibile. Questi idioti, che dovrebbero insegnare, distruggono in nome di una falsa cultura e modernità. Solo una Sovrintendenza senza capacità di tutela e gli architetti dello scempio che lavorano per l’università potevano mettere alla fine del parco della villa Piccinelli un’architettura immonda, peggiore di un condominio del Kosovo. Si vergognino». Pronta la replica del rettore Remo Morzenti e del sindaco di Bergamo Giorgio Gori: meglio una struttura funzionante e fruibile che un edificio abbandonato e fatiscente.

 

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