Per l'Europa trionfa l'Ungheria

I migliori video turistici al mondo e l’incapacità dell’Italia di vendersi

I migliori video turistici al mondo e l’incapacità dell’Italia di vendersi
Pubblicato:
Aggiornato:

L’Organizzazione Mondiale del Turismo dell’ONU (UNWTO) ha premiato proprio in questi giorni i migliori video di promozione turistica realizzati nel 2015 dai vari enti turistici di diversi Paesi del mondo. L’iniziativa, chiamata UNWTO Tourism Video Competition, si è svolto fra 51 spot provenienti da altrettanti Paesi, da cui un giuria qualificata ha selezionato i migliori 6, uno per ciascun continente o macroregione del globo. A questi si aggiunge il video votato come il più bello dal popolo della rete. Insomma, un giro del mondo in 7 bellissimi video, tutti in grado di farci venire una gran voglia di prendere il primo volo a disposizione. Ma scopriamo insieme quali sono gli spot vincenti.

 

Africa – TUNISIA, I Feel Like Tunisia

 

Americhe – ECUADOR, All You Need Is Ecaudor

https://youtu.be/aCwLjXH0f-Y

 

Europa – UNGHERIA, More Than Expected

https://youtu.be/A3DDTfNaz4I

 

Estremo Oriente e Pacifico – MACAO, Vibrant Moments

 

Medio Oriente – PALESTINA, Spirituality of Palestine

 

Sud Asia - MALDIVE, The Sunny Side of Life

 

Scelto dal web – COLOMBIA, Colombia Is Magical Realism

https://youtu.be/diPxWsf7WcA

 

E l'Italia? Tutti lavori molto belli, visivamente d’impatto, studiati e appositamente pensati per un pubblico che come unico desiderio ha lasciarsi convincere a visitare un Paese piuttosto che un altro. Anche quest’anno, dunque, per l’Italia nessun premio. Ma, ahinoi, ci siamo abituati. La verità, infatti, è che il Belpaese, nonostante rappresenti uno dei patrimoni culturali e naturali più ricchi al mondo, non pare essere mai stato in grado di studiare una strategia di promozione turistica degna di questo nome. Il turismo che rallegra i nostri litorali, le nostre montagne e soprattutto le nostre ricchissime (culturalmente parlando) città d’arte è semplicemente il minimo per un Paese come l’Italia.

Questo momento storico, per quanto riguarda il turismo, è quello in cui servirebbe il grande cambio di passo: con 1 miliardo e 133 milioni di viaggiatori stiamo vivendo gli anni della maggiore espansione turistica mondiale di tutti i tempi. Nel solo 2014 il turismo è cresciuto del 4,3 percento sul 2013. La tendenza, dicono tutti gli indicatori, continuerà. Nel nostro Paese il turismo vale il 10,1 percento del Pil e il 12 percento dei posti di lavoro. Nella classifica dei 10 Paesi più visitati nel mondo, siamo quinti dopo Francia, Usa, Spagna e Cina, appena prima della Turchia. Dato positivo? Non proprio: come spiega in un’interessante serie di articoli per Internazionale Annamaria Testa, il turismo in Italia cresce, ma meno che dalle altri parti del mondo. In altre parole: stiamo accumulando ritardo su ritardi. E pensare negli anni ’50 del ‘900 1 turista su 5 veniva in Italia, allora il Paese più visitato al mondo. Oggi ne viene 1 su 23. Giusto per capire: nel 1950 la Spagna non era neppure presente nella classifica citata, mentre oggi è la prima meta turistica europea e la terza al mondo. Il confronto è imbarazzante, a voler essere gentili.

 

https://youtu.be/K9cmwdLr1Qg

 

Imparare dalla Spagna (vedesi italia.it). Come sottolinea Testa, il problema di fondo è il fatto che l’Italia, negli anni, non è mai stata in grado di creare una strategia di promozione turistica lineare e coerente. Continuando il confronto con la Spagna, uno dei Paesi che più si avvicina a noi per diversi fattori turistici, la prima differenza sostanziale è il modo in cui Italia e penisola iberica si presentano sul web. O meglio: mentre la Spagna si presenta sul web con un sito studiato sin nei minimi dettagli (è tradotto in ben 32 lingue, presenta più di 300 pagine di contributi di elevato livello e risponde a tutte le domande che si pone un ipotetico turista), il nostro italia.it è stato chiuso nel 2014 dopo una spesa di ben 20 milioni e senza che i collaboratori venissero nemmeno pagati. Eppure è ancora lì, online, e purtroppo è la prima cosa che trova in rete chiunque digiti “turismo Italia”. È caotico, brutto graficamente, vuoto di contenuti, di idee e di consigli.

Un logo non all'altezza. Vogliamo poi parlare del logo che dovrebbe contraddistinguere (turisticamente) il nostro Paese nel mondo? Come scrive sempre Testa su Internazionale, l’attuale logo turistico dell’Italia, patria della moda e del design, presenta invece qualche analogia con quello dell’Armenia e con quello dello Zambia. Ed è sconfortante il fatto che tutto ciò sia l’esito di un percorso circolare costituito da troppi cambiamenti, ripensamenti ed errori nell’arco di pochi anni. I due loghi turistici più famosi al mondo sono il sole spagnolo, disegnato e regalato alla sua patria nel 1983 da Joan Mirò (e da allora rimasto inalterato) e I love New York, disegnato nel 1977 da Milton Glaser. Non è un caso che i due esempi di eccellenza del settore siano frutto dell’affidamento diretto dell’incarico a un singolo professionista/artista di indiscutibile reputazione. Noi, invece, di volta in volta ci affidiamo a concorsi aperti a tutti o a figure senza esperienza, con risultati che si raccontano da soli.

 

logo Turespana 1i-love-ny-t-shirt-black

[I due loghi turistici più amati al mondo: Spagna e New York. Disegnati da Mirò e Glaser]

 

Chissà se cambierà qualcosa... Questo pressapochismo si riflette anche sull’ultima campagna pubblicitaria promossa dal turismo italiano: immagini d’archivio contrassegnate da “un’etichetta” che parla di made in Italy. Zero fantasia, zero spunti innovativi. Un calderone in cui buttiamo tutti i soliti slogan, triti e ritriti, delle bellezze nostrane. Non c’è da stupirsi se poi ogni singola Regione decide di promuoversi da sé, con risultati non molto più positivi: la promozione nazionale è praticamente inesistente. Ma ciò crea confusione nel pubblico estero, che si trova una marea di campagne diverse per ogni zona d’Italia, tutte lontane tra loro, tutte indirizzate a contenuti e “slogan” differenti.

Sebbene, dunque, dovrebbe stupire il fatto che un Paese come l’Italia non sia in grado di sfruttare appieno il potenziale turistico delle sue enormi ricchezze, analizzando la questione la cosa non stupisce affatto. Come sottolinea Testa, «se si vogliono convincere i turisti stranieri non si possono disperdere i discorsi e le risorse in mille rivoli del tutto irrilevanti. Non si possono prendere buone decisioni se, prima, non si studia in modo approfondito come si stanno muovendo i migliori concorrenti e non ci si confronta con le migliori esperienze internazionali. Una comunicazione turistica che funziona deve partire da un progetto solido. Un progetto solido istituisce corrispondenze tra offerte e bisogni. Tra esperienze proposte e valori promossi. Tra i territori e le loro diverse vocazioni. Tra singoli luoghi e specifiche narrazioni. Tra informazione ed emozione. Tra parole (che devono essere credibili e autentiche) e immagini (che devono essere seducenti e autentiche). Il primo obiettivo da perseguire è trasformare italia.it in un sito di livello internazionale, sul modello del sito spagnolo». Perché la verità è che l’Italia è migliore dell’immagine che ne stiamo dando, cosa opposta a ciò che invece hanno fatto i video premiati dal UNWTO.

Seguici sui nostri canali