Dalla Sicilia con humor nero

Pazzia, gelosia e risate amare Il miglior Pirandello al Donizetti

Pazzia, gelosia e risate amare Il miglior Pirandello al Donizetti
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Un classico del teatro. Da martedì a domenica (ore 20.30 tranne la domenica, 15.30) sipario su Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello nella versione di Valter Malosti (anche attore, nel ruolo del protagonista Ciampa), che affronta per la prima volta il drammaturgo siciliano, confrontandosi con uno dei testi più popolari dell'autore. La produzione è del Teatro di Dioniso di Torino con il sostegno di Sistema Teatro Torino.

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Malosti_IL BERRETTO A SONAGLI (foto Franco_Rabino)
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Campa da oltre cent'anni. Il testo, se pur scritto 101 anni fa, conserva ancor oggi una sua ragion d’essere per i modi e le tematiche che mette in campo. Come spesso accade per le opere di Pirandello, la commedia riprende le tematiche di due sue novelle, La verità e Certi obblighi. Venne scritta nell’agosto 1916 in siciliano per l’attore Angelo Musco con il titolo A birritta cu’ i ciancianeddi; Musco la mise poi in scena l’anno successivo, a Roma, al Teatro Nazionale, in una versione accorciata di parecchio, dove il personaggio principale della commedia, per esigenze capocomicali, non era più il ruolo femminile affidato a Beatrice, ma quello maschile di Ciampa, cioè il suo antagonista. Nell’estate del 1918 Pirandello terminò anche la versione in italiano, che fu rappresentata solo a fine 1923 a Roma dalla compagnia di Gastone Monaldi.

La forza primigenia. Malosti riprende qui nella sua totalità il testo originale in siciliano, così ricco di diverse sfumature andate perse nella versione di Musco. La storia narrata sulla scena vede al suo centro Beatrice, moglie tradita e vilipesa del Cavalier Florica, che vuole denunciare al commissario Spanò, amico di famiglia, il tradimento del marito con la giovane moglie del suo scrivano Ciampa, anziano e a conoscenza dei fatti, che tollera la situazione purché venga salvata la sua rispettabilità. Inutilmente Ciampa cerca di evitare la denuncia, facendo tacitamente capire alla donna tutti i rischi irreparabili della sua decisione. Ricevendo la denuncia, il commissario Spanò deve indagare il Cavaliere cercando di coglierlo in flagrante, il che avverrà durante l’assenza di Ciampa, mandato per l’occasione da Beatrice a Palermo per una finta commissione. Nonostante le apparenze, dalla madre al fratello fino alla serva di Beatrice e anche al pavido commissario Spanò, tutti cercheranno di far apparire che alcun rapporto c’è stato tra il cavaliere e la moglie di Ciampa, accampando soluzioni diverse rispetto a quello che è stato forse scoperto. Ma è proprio al Ciampa, al marito tradito, che la cosa ora non va più bene: offeso e ferito, ora che tutti sanno che porta «il berretto a sonagl», rivuole la sua onorabilità. Così, per annientare le conseguenze dello scandalo e salvare il buon nome del Ciampa, bisognerà far credere a tutti che Beatrice sia pazza e che il tradimento del cavaliere sia stato una sua montatura. La donna dovrà, suo malgrado, accettare di finire in manicomio… «ma sì, per soli due o tre mesi!».

Una storia altamente simbolica. La vicenda nasconde tutte le ossessioni care a Pirandello rispetto ai diversi ruoli che di volta in volta la società impone e pretende dall’essere umano. Valter Malosti, riprendendo il testo integrale dello scrittore siciliano, non ha avuro bisogno di attualizzarlo: gli è bastato sviscerare l’essenza di ogni personaggio, accentuando la farsa nera che questo capolavoro contiene in sé, utilizzando al contempo tutte le bellissime sfumature sintattiche che il dialetto gli permette, grazie anche a un testo che, nella versione originale, appare più duro e politicamente scorretto, a tratti antimaschilista. «Non solo il personaggio di Beatrice - dice Malosti - risulta essere assolutamente centrale; ho cercato di scavare nell’umanità di ogni personaggio, che acquista così un suo ruolo ben preciso e autonomo. Ognuno di loro porta in scena in modo magnifico tutte le sue particolarità, ognuno porta nell’animo ferite piccole e grandi che lo rendono vivo e significante. In questo modo Il Berretto a sonagli risulta nella sua essenza molto più duro, senza eccessi ma imbevuto di uno humor nero molto contemporaneo».

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