Etna e mare

Posti fantastici e dove trovarli Il fascino decadente di Catania

Posti fantastici e dove trovarli Il fascino decadente di Catania
Pubblicato:
Guide: Lonely Planet, Rough Guides, Guardian.

 

Quando si parla di Sicilia, si sa, si pensa subito a due cose: le spiagge e la cucina. Per chi decidesse di attraversare lo stretto prima che si apra ufficialmente la stagione dei bagni, però, ci sono ben più di mare e leccornie da ammirare. Ne è un esempio Catania, una città di sapori, colori e cultura che stupisce i turisti con il barocco delle sue chiese e il rumore dei suoi mercati, offrendo un tuffo nel tempo di fronte alle barche colorate dei pescatori prima di regalare una degna conclusione di giornata davanti a un arancino e a un tramonto con vista sui faraglioni. Dire Catania è, prima di tutto, dire via Etnea: la strada che percorre il centro cittadino da sud a nord, attraversandolo per quasi tre chilometri. Proprio all’inizio del percorso si incontra la Piazza del Duomo, con il Palazzo dell’Elefante, sede del municipio cittadino, la Fontana dell’Elefante, simbolo della città, e la splendida Cattedrale di Sant’Agata. Proprio Sant’Agata, martire e protettrice della città, è molto venerata dai catanesi, che le dedicano nel mese di febbraio tre giorni di culto e festeggiamenti, in una grande festa dove la devozione si mischia al folklore e a tradizioni antichissime, attirando ogni anno quasi un milione di persone.

 

 

Poco distante si trova uno dei mercati più caratteristici della città, quello della Piscaria, dove i turisti possono comprare e assaggiare pesce fresco di grande qualità, anche da asporto, grazie ai tanti chioschi che propongono delizie marinare in versione street food. Le strade del circondario sono strette e lastricate: vi si aprono palazzi antichi, spesso con facciate che meriterebbero una ripulita ma che donano all’ambiente un fascino tutto particolare, in un’atmosfera quasi decadente che rende tutto ancora più suggestivo. Di notte la zona si anima di piccoli ristoranti e locali che, con i loro tavolini e poltroncine all’aperto, danno in ogni periodo dell’anno la sensazione di essere sbarcati in una città dove l’estate è sempre vicina. Altro luogo di interesse della zona è il Castello Ursino, fortezza medievale della fine del XIII secolo, che oggi ospita il museo civico cittadino, in una zona di ristoranti resi famosi per la prelibata carne di cavallo, proposta in polpette, fettine o in altre preparazioni e abbinata a formaggi e salumi. Una chicca nel centro storico di Catania è poi il Teatro Greco-Romano, a cui si accede da un’entrata quasi nascosta dalle case sulla strada, via d’ingresso a un anfiteatro che si apre tra i tetti della città, in un’integrazione urbana che ricalca secoli di storia. La lista di luoghi da vedere continua tra chiese come la Basilica Collegiata e la Badia di Sant’Agata, la Fontana del Ratto di Proserpina, il barocco delle chiese di via dei Cruciferi e di Palazzo Biscari.

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Allontanandosi di qualche chilometro da Catania si trovano poi due luoghi che meritano senza dubbio una visita. Il primo è il vulcano Etna, il guardiano della città che non manca di farsi sentire, tanto che i catanesi sono ormai abituati alle ceneri che, dopo le eruzioni, ricoprono le macchine di una polvere nera e l’aria di un pulviscolo scuro. Di altra natura il secondo luogo che vi consigliamo di visitare nell’area catanese è un borgo di pescatori, il paese di Aci Trezza, reso famoso dallo scrittore Giovanni Verga che lo scelse come terra natale della famiglia dei Malavoglia. I faraglioni che emergono dal mare sono così entrati nell’immaginario collettivo grazie alle parole di alcuni suoi personaggi, che proprio davanti ai faraglioni si confidavano con le onde, con quel mare che «non ha paese neppure lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare». Una visita a Catania, infine, non può assolutamente dirsi conclusa senza aver deliziato il palato con una serie di prelibatezze locali: dalla brioche con granita di mandorla o pistacchio per la colazione, alla pasta al nero di seppia accompagnata da caponata siciliana per pranzo, dal cannolo o la cassata per merenda fino a terminare in bellezza, per cena, con arancino al ragù, sarde a beccafico e una bella grigliata di pesce.

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