Le emozioni del match dagli spalti

Quelli del cellophane anti-pioggia e gli striscioni allo stadio

Quelli del cellophane anti-pioggia e gli striscioni allo stadio
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I tifosi della Dea hanno lasciato il Comunale, intorno alle 17 di domenica 15 febbraio, con l’umore dello stesso colore del cielo: grigio e uggioso. Se dalle nuvole è piovuta acqua per tutti i 90 minuti, sul campo è piovuta delusione. È durata giusto un tempo la speranza di mantenere l’imbattibilità interna contro i nerazzurri meneghini, che durava dal 2008. Poi la sciocchezza di Benalouane, che si prende il giallo per un brutto fallo e poi il rosso per proteste, spegne l’interruttore del match atalantino, permettendo all’Inter di dilagare.

ALBERTO MARIANI -ATALANTA- INTERNAZIONALE CAMPIONATO SERIE A TIM 2014-15
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Se il risultato non ha certamente offerto motivi per gioire, è stato bello rivedere il Comunale un po’ più pieno rispetto alle passate giornate. E la differenza s’è sentita tutta: mentre l’Atalanta attaccava a spron battuto nonostante il duro colpo del rigore concesso agli interisti dopo appena 57’’, il pubblico incitava e suonava la carica. Il match è elettrico, e i tifosi si divertono a caricare i ragazzi, soddisfatti dal vedere la grinta che la squadra metteva sul campo. Al gol di Moralez, sulla bellissima sponda aerea di Pinilla, il Comunale diventa una bolgia. Purtroppo un Guarin in versione extraterrestre, una direzione di gara discutibile da parte di Banti e degli errori pacchiani in fase di gestione del gioco, hanno poi portato la Dea alla sconfitta.

 

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La forza della pazienza. Un Comunale, come detto, un po’ più pieno rispetto alle ultime giornate, visto che il Prefetto di Bergamo, Francesca Ferrandino, aveva dato il via libera a una mezza riapertura dello stadio agli appassionati bergamaschi non in possesso della tessera del tifoso, anche se solo nella Creberg e nella Tribuna centrale. Una mano tesa verso l’Atalanta per qualcuno, ma in realtà l’ennesima decisione che fa discutere, visto che i tifosi della Dea sono gli unici che stanno pagando oltremodo la violenza di pochi. Per questo, anche nella sfida con l’Inter, non sono mancate le contestazioni, in particolare fuori dallo stadio, dove molti abituali frequentatori della Curva Pisani hanno deciso, nonostante fossero in possesso della tessera del tifoso, di restare fuori.

 

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Già sabato, nell’allenamento tenuto a Zingonia la mattina, 300 ultrà si erano presentati sugli spalti del nuovo campetto sintetico per sostenere i ragazzi di Colantuono in vista della sfida con la compagine milanese, ma anche per contestare una volta in più le decisioni del prefetto. Uno striscione, lungo una quarantina di metri, campeggiava infatti sulla tribuna di Zingonia: «Sentenze già scritte e stadi vietati, giocate e vincete per gli unici che vi hanno sempre incitati». Quello stesso striscione è stato portato domenica all’esterno dello stadio, vicino a un altro, appeso all’esterno della Nord, recitante: «Chiuso per abuso».

 

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Ma non solo il Prefetto: gli ultrà hanno contestato anche il sindaco Giorgio Gori, con uno striscione (appeso anch’esso all’esterno dello stadio) che non le ha mandate certo a dire al primo cittadino, reo, secondo i tifosi, di non aver supportato gli appassionati atalantini ma di aver invece prestato il fianco alle decisioni giunte da Roma e che hanno dato carta bianca al Prefetto circa le misure da attuare in seguito agli scontri nel post partita di Atalanta-Roma del novembre scorso.

 

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Non solo contestazioni. Ma non è stata solo una domenica di contestazioni. È stata anche la domenica in cui il pubblico della Dea ha voluto ricordare Chicco e Ale, ovvero Chicco Pisani e Alessandra Midali, la coppia scomparsa il 12 febbraio di 18 anni fa in seguito a un tragico incidente sull’autostrada dei laghi. Federico Pisani, folletto nerazzurro, e la sua fidanzata hanno lasciato un vuoto che i tifosi hanno voluto colmare con la forza dell’affetto e del ricordo e un grande striscione appeso fuori dalla curva intitolata al giocatore: «Chicco e Ale nel cuore». Poche parole, ma dirette. Bergamo e la sua gente non dimenticano.

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Dentro lo stadio, invece, mentre gli addetti alla manutenzione del campo da gioco tolgono il telo che proteggeva il terreno dalla pioggia battente e controllavano l’agibilità in vista del fischio d’inizio, i sorrisi abbondavano sugli spalti nonostante la pioggia. C’era Jenny, ad esempio, che ci teneva a fare gli auguri al suo idolo, Rolando Bianchi, che proprio domenica ha compiuto 32 anni.

 

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La Curva Sud s’è riempita poi di ombrelli e piumini in camouflage nerazzurro, da questa stagione indiscusso simbolo di appartenenza atalantina. Un sorriso e un saluto è andato anche a Leonardo, nuovo tifoso della Dea da poco nato: «Sei appena nato, ma il tuo destino è già segnato. Un bravo bambino non può che essere atalantino. Benvenuto Leonardo».

 

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Un benvenuto al piccolo anche da parte nostra. Purtroppo, sul campo, i ragazzi non son riusciti a regalargli emozioni. Al fischio finale i sorrisi sono scomparsi in volti delusi e un umore uggioso come il cielo. Ma anche questa volta i tifosi della Dea ce l’hanno messa tutta. Andrà meglio la prossima volta, si spera con il Comunale tutto aperto.

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