Più forti della sconfitta

San Siro sembrava un teatro E per fortuna cantavamo noi

San Siro sembrava un teatro E per fortuna cantavamo noi
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È iniziata con un gesto riprovevole di qualche imbecille che magari si professa “tifoso” interista, è finita con i ragazzi di Gasperini sotto il settore ospiti e una lenta processione degli atalantini sulla strada del ritorno nella speranza che giovedì possa andare decisamente meglio. Inter-Atalanta, gara terminata 2-0 per i padroni di casa a firma di un super Icardi, ha segnato il ritorno a Milano degli ultras orobici: nonostante la trasferta a rischio, non ci sono stati particolari problemi di ordine pubblico ma il racconto della domenica meneghina non può non partire da quella bambola gonfiabile appesa in autostrada.

 

 

Striscione e gesto da folli. Durante la tiepida mattinata bergamasca, mentre il vento rastrellava dai rami degli alberi le foglie autunnali, una fotografia ha improvvisamente iniziato a circolare sui social e via WhatsApp. Uno striscione appeso sul ponte autostradale (secondo qualcuno quello di Agrate) e una bambola gonfiabile appesa con addosso i colori della Dea. “Bentornati bergamaschi" era il messaggio nero su drappo bianco. Inutile sottolineare il significato del messaggio che si voleva veicolare, ma un paio di cose bisogna dirle. Aprire la giornata di Inter-Atalanta con un gesto simile, sapendo che al seguito della Dea ci sono pure gli ultras della Nord e ben conoscendo i rapporti complicati che in passato hanno dato vita a più di una tensione, è da provocatori e irresponsabili. Fortunatamente allo stadio non è poi successo nulla, ma chi non condanna il gesto è complice di qualcosa che va in senso direttamente opposto allo stadio riaperto per tutti. Ma andiamo oltre, sottolineando una volta in più come quello sia stato un gesto grave.

Oltre 52mila al Meazza, bergamaschi in corteo. La serata milanese è fredda, verso San Siro si muovono oltre 52mila spettatori e intorno alle 19 arrivano anche quasi tutti i sostenitori atalantini. L’appuntamento è a Lampugnano. Fuori dal parcheggio ci sono alcuni mezzi Atm ma si capisce subito che pochi utilizzeranno le navette: il corteo dei bergamaschi si muove lento, i mezzi della polizia controllano le operazioni ma a parte qualche petardo e alcuni fumogeni non si segnalano problemi con la tifoseria interista. Una volta dentro San Siro, il colpo d’occhio è particolare: sui primi due anelli ci sono i cinquantamila interisti; il terzo anello è chiuso tranne nel settore blu, dove dietro allo striscione “Bergamo” sono sistemati gli oltre duemila ospiti. Sparsi qua e là in varie zone dello stadio ci sono molti altri bergamaschi atalantini, qualcuno ha avuto il posto dalla Polizia Locale, altri sono riusciti ad entrare grazie allo sponsor o all’azienda per cui lavorano e altri ancora hanno preferito una zona più vicina al campo piuttosto che la solita piccionaia. Tamara e la mamma, come quasi sempre, sono invece a bordo campo nella zona del primo anello arancio: nonostante la giovane dell’Isola sia costretta a muoversi sulla sedia a rotelle, la passione per la Dea spinge le due allo stadio nonostante il freddo.

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La partita: stadio o teatro? Detto della bella doppietta di Icardi e della buona prestazione atalantina nella prima frazione di gioco, facciamo un paio di considerazioni sulla partecipazione del pubblico. Musica a palla e coreografia con tante bandierine a parte, San Siro segue la sfida quasi come a teatro e se non fosse per qualche coro fatto dagli ospiti il silenzio sarebbe quasi irreale. La curva di casa più di una volta cerca di dare la scossa alla squadra senza particolari risultati, il “rumore” del Meazza si intensifica quando la squadra di Spalletti alza i ritmi, ma la percezione del “catino infernale” che si prova in molti altri stadi qui non c’è. Nella ripresa, i due gol di Icardi scatenano un boato secco e improvviso. Lo stadio apprezza, l’Inter è seconda in classifica ma i bergamaschi (pur in netta minoranza) riescono comunque a farsi sentire bene: al fischio finale, la squadra va a salutare e riceve applausi. Perché giovedì c’è la grande serata di Liverpool da vivere tutti insieme. Si scriverà un’altra pagina di storia e la voglia di esserci è già ai massimi livelli, nonostante la sconfitta.

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