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Astino, Mattavelli abbandona il progetto della scuola di cucina: si punta su Chicco Cerea

L’imprenditore milanese lascia dopo gli anni difficili della pandemia, che hanno ostacolato la partenza dell’istituzione

Astino, Mattavelli abbandona il progetto della scuola di cucina: si punta su Chicco Cerea
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Giuliano Mattavelli ha abbandonato il progetto della scuola d’alta cucina di Astino: si tratta del secondo ritiro dopo quello del noto chef Niko Romito, anche lui coinvolto nei lavori per dare il via ai corsi che avrebbero dovuto rilanciare la cascina-monastero mentre si concludevano i lavori per la sua ristrutturazione.

Mattavelli, imprenditore milanese che ha investito nel settore della ristorazione ed in quello energetico, conosciuto anche per essere socio del locale Matè di Treviglio, ha deciso di abbandonare la nave a cui si era messo al timone nel 2019, collaborando con lo stesso Romito con l’obiettivo di creare l’Accademia di Astino, una proposta incentrata su corsi di cucina d’alto livello, con pochi iscritti e di breve durata da sviluppare in parallelo ad un centro di prevenzione dei disturbi alimentari e di educazione al cibo. Fin dall’inizio il progetto si presentava come elitario, dato che la formazione era appunto di altissimo livello e rivolta a pochi studenti, i quali avrebbero pagato 20 mila euro a testa per poter studiare all’Accademia.

Di certo non ha aiutato il fatto che a fine 2019, quando sarebbero dovute partire le prime lezioni, non tutto è andato nel migliore dei modi e a inizio 2020 è arrivato il Covid, stravolgendo i piani di organizzatori e del cda (di cui faceva parte anche Mattavelli). Per diversi motivi i corsi non sono ripartiti nemmeno lo scorso anno e, giunti infine al 2022, con la necessità di riformulare il business plan, l’uomo d’affari milanese ha deciso di rinunciare. Per il prossimo autunno adesso tutto è in mano a Chicco Cerea, lo chef tristellato di Vittorio, che rimane supervisore del progetto ed insieme alla Fondazione Mia starebbe lavorando per risollevare le sorti della scuola di cucina, puntando magari ad un secondo anno di perfezionamento delle competenze o di specializzazione e la creazione di una filiera per la vendita di prodotti alimentari locali.

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