«Ripartenza? Speriamo che i ristoranti abbraccino i vini bergamaschi»
Sergio Cantoni, Consorzio Valcalepio: «Bisogna creare sul territorio un meccanismo virtuoso che non potrà che rivelarsi vincente»
L’isolamento porta a consumare più alcol, sostengono alcune ricerche. A casa, però. Senza ristoranti, bar, enoteche e turismo il mercato del vino è dato in calo addirittura del 50 per cento. Annullato il concorso Serendipity Wines, slittato al prossimo anno l’appuntamento al Vinitaly, in forse l’edizione autunnale di “Emozioni dal mondo:Merlot e Cabernet insieme”. E il mondo enologico bergamasco si accoda alla crisi da virus. «Abbiamo dovuto annullare il concorso Serendipity Wines, dedicato ai vini passiti, liquorosi e aromatizzati, nato lo scorso anno sotto la spinta della “Associazione Strada del vino Valcalepio e dei sapori bergamaschi», è il commento laconico di Sergio Cantoni, direttore da oltre 30 anni del Consorzio Valcalepio e della Cantina sociale bergamasca di San Paolo d’Argon. Ma c’è di più: «Rimaniamo in stand by per il nostro appuntamento autunnale, il concorso “Emozioni dal mondo”, annunciato per il terzo fine settimana di ottobre. Speriamo ancora di poterlo fare e sarebbe un bel messaggio di ripresa per Bergamo e il suo territorio».
Al momento, secondo le statistiche, oltre il 60% del mercato del vino passa attraverso la grande distribuzione, il 30% nel canale Horeca e un 10% in vendite dirette. «Il settore – Specifica cantoni - vede le aziende introdotte nella Gdo lavorare al 40-50% della potenzialità , il canale Horeca praticamente azzerato e la vendita a privati intorno ad 2-3%. La maggioranza delle aziende piccole e medie sono praticamente ferme o quasi ed altre più organizzate lavorano al 50% della potenzialità». Ciò nonostante, Cantoni pensa positivo: «Il tessuto produttivo agricolo è reattivo ed essendo formato da aziende medio-piccole dovrebbe riprendere al meglio, soprattutto se la ristorazione bergamasca saprà abbracciare il suo vino, il Valcalepio, riconoscendone il valore e proponendolo a tutti coloro che verranno a Bergamo, la città di cui tanto si parla e scrive in questo triste periodo. Tutti hanno parlato di orgoglio bergamasco, di unicità del carattere e del territorio bergamasco: ecco, la speranza è che la ristorazione abbracci i nostri vini, dal “Valcalepio”, al “Colleoni”, al “Bergamasca”, al “Moscato di Scanzo”, creando un meccanismo virtuoso che non potrà che rivelarsi vincente».
Un aspetto sul quale il virus potrebbe avere un certo peso, in prospettiva della prossima vendemmia, è la carenza di manodopera, che non arriverà dall’estero. «Abbiamo cooperative locali in grado di supplire a queste esigenze – aggiunge Cantoni - e anche per la vendemmia non ritengo avremo problemi. Cerchiamo di mettere in pratica quello che questa emergenza ci sta insegnando: il primo guadagno di una economia è far ricadere la liquidità sul territorio. Se anche spendo un po’ di più ma il denaro rimane sul territorio creo un circolo virtuoso che a lungo andare genera benessere per tutti». Il punto vendita della Cantina sociale di San Paolo d’Argon, la realtà vinicola più grande e importante della provincia, è stato riaperto il 3 aprile (due giorni a settimana). Garantita la consegna a domicilio. «In questi giorni – annota Cantoni - ho dovuto inviare ai soci della cantina una lettera per rassicurarli. Un’associazione di categoria andava dicendo che quest’anno la cantina non avrebbe ritirato le uve perché non sarebbe riuscita a consumare il vino prodotto lo scorso anno e quindi si sarebbe astenuta dal fare la prossima vendemmia. Questo per spingere parte dei produttori a fare la cosiddetta vendemmia verde, che prevede un contributo per chi elimina completamente la produzione. Posso invece rassicurare tutti i soci che continueremo nel pagamento delle uve della vendemmia 2019 e attendiamo con entusiasmo le uve della vendemmia 2020».