Bergamo Jazz, oltre 8.500 presenze (il 18% dall’estero) in soli quattro giorni
Undici concerti (sui 12 a pagamento) hanno registrato il tutto esaurito. Pubblico proveniente da 16 regioni e da altre 17 nazioni

I “Sounds of Joy” (suoni di gioia) di Joe Lovano, per il secondo anno direttore artistico di Bergamo Jazz, hanno travolto l’intera città e conquistato il pubblico proveniente da larghissima parte d’Italia e anche dall’estero: oltre 8.500 le presenze complessive in soli quattro giorni; 3.544 spettatori alle tre serate al Teatro Donizetti, 783 dei quali abbonati (15 in più rispetto allo scorso anno); 11 sold out su 12 eventi a pagamento. Sedici le regioni italiane; 17 le nazioni estere, pari al 18% del pubblico: Austria, Brasile, Emirati Arabi, Francia, Germania, Irlanda, Israele, Lettonia, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Serbia, Spagna, Svizzera, Ungheria, Stati Uniti. Le pagine Facebook e Instagram di Bergamo Jazz, nella settimana del festival, hanno totalizzato una copertura di 472.660 utenti, superando le 15mila interazioni.
Quella finita domenica 23 marzo è un’edizione da consegnare agli annali del festival anche sotto il profilo artistico, nel segno di un amplissimo ventaglio di proposte: dal jazz “vecchio stampo” dei Cookers alle alchimie noise di Marc Ribot, con finale sulle note di “Bella Ciao” in versione inglese, dalle dinamiche tessiture di un altro maestro come Enrico Rava al canto di una sophisticated lady come Dianne Reeves, che ha posto il sigillo finale al festival salutata da una standing ovation. Ma molti altri sarebbero i momenti memorabili da ricordare, ad iniziare dalle incursioni sul palcoscenico, quale richiestissimo special guest, dello stesso Joe Lovano fino ai concerti più intimi in cornici suggestive come quella dell’Accademia Carrara o della Sala Piatti.

Wayne Shorter Legacy con Joe Lovano (foto Gianfranco Rota)

Virgian Sutera - Sara Calvanelli (foto Gianfranco Rota)

Stckmen (foto Gianfranco Rota)

Nik Bartsch - Tania Giannouli (foto Gianfranco Rota)

Nicholas Lecchi (foto Gianfranco Rota)

Marc Ribot Quartet (foto Gianfranco Rota)

Lizz Wright (foto Gianfranco Rota)

Enrico Rava band con Joe Lovano (foto Gianfranco Rota)

Dianne Reeves (foto Gianfranco Rota)

Cookers (foto Gianfranco Rota)
«Ancora una volta non possiamo non essere felici dei risultati ottenuti da Bergamo Jazz, uno dei nostri due festival internazionali, insieme al Donizetti Opera», commenta a caldo Massimo Boffelli, direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti. «Possiamo quindi affermare che quello di Bergamo è uno dei festival jazz italiani più amati in assoluto, anche dal pubblico proveniente sempre più numeroso dall’estero, con conseguenti ricadute positive sul turismo cittadino. Un grande risultato raggiunto grazie a un impeccabile lavoro di squadra, dalla direzione artistica a tutto lo staff della Fondazione Teatro Donizetti. Il mio sentito ringraziamento va quindi a tutti coloro che si sono impegnati affinché la macchina organizzativa funzionasse al meglio, oltre che alle istituzioni e agli sponsor che ci sostengono».
Ora non resta che attendere i concerti estivi di Bergamo Jazz.