Il festival

Bergamo Jazz, solita parata di stelle (anche) per la Capitale della cultura

La 44esima edizione si terrà in città da giovedì 23 a domenica 26 marzo. Presenti Lakecia Benjamin, Rita Marcotulli e Paolo Fresu, Shabaka Hutchings, Richard Galliano, Cecil McLorin Salvant

Bergamo Jazz, solita parata di stelle (anche) per la Capitale della cultura
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Solita carrellata di grandi nomi, ma non solo. La 44esima edizione di Bergamo Jazz, che si svolgerà dal 19 al 26 marzo prossimi con l’organizzazione della Fondazione Teatro Donizetti, sarà un’esplorazione a 360 gradi di un universo ampio e sorprendente. Tre, come sempre, le serate in abbonamento (dal 24 al 26 marzo, alle 20.30). Poi appuntamenti tra Teatro Sociale, musei, chiese, locali che si trasformano in accoglienti jazz club.

Partiamo dal Donizetti. Venerdì 24 l’avvio è all’insegna dell’incontro al vertice tra due forti personalità del jazz italiano: Paolo Fresu e Rita Marcotulli. Il trombettista sardo e la pianista romana tesseranno un dialogo fatto di lirismo poetico, di melodie avvolgenti, eterne. A seguire, la voce della statunitense Cécile McLorin Salvant, nuova stella del canto jazz.

Marcotulli & Fresu@Roberto Cifarelli
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Marcotulli & Fresu

Cecil McLorin Salvant (2)
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Cecil McLorin Salvant

In apertura della serata di sabato 25 si ascolterà, quindi, il gruppo della sassofonista Lakecia Benjamin, uno dei nomi nuovi del jazz di matrice afroamericana, tra i più talentuosi, che presenterà il suo nuovissimo album “Phoenix”. A seguire, il progetto Turiya con “Honoring Alice Coltrane”, dedicato da Hamid Drake a una delle figure simbolo dello spiritual jazz e delle musiche senza confini. Il batterista di Chicago sarà alla guida di un autentico supergruppo che, in esclusiva per il festival, si avvarrà della presenza del carismatico sassofonista britannico Shabaka Hutchings.

Shabaka Hutchings

Protagonisti della terza serata al Donizetti saranno, con i rispettivi trii, il fisarmonicista francese Richard Galliano e il bassista Richard Bona.

Richard Galliano

Due gli appuntamenti al Teatro Sociale, il primo dei quali, la sera di giovedì 23 marzo (20.30), vedrà di scena dapprima il trio MixMonk, costituito da Joey Baron, uno dei più versatili batteristi del jazz contemporaneo, il sassofonista belga Robin Verheyen e il pianista connazionale Bram De Looze. Evento speciale della serata sarà quindi il debutto della Panorchestra. Al Sociale si terrà anche uno degli eventi pomeridiani di domenica 26 marzo: il concerto del trio formato dal violoncellista olandese Ernst Reijseger, il pianista Harmen Fraanje e il vocalist e polistrumentista senegalese Mola Sylla.

Da anni ormai, dicevamo, i mille suoni di Bergamo Jazz si diffondono in diversi spazi della città. Uno di questo è il Teatro Sant’Andrea, gioiellino posto sotto l’omonima Chiesa di via Porta Dipinta, in Città Alta. Qui si esibiranno due pianisti, tra i più interessanti emersi negli ultimi decenni: il brasiliano Amaro Freitas (giovedì 23 alle ore 17.00) e lo svizzero Nik Bärtsch (sabato 25 alle ore 11.00). Ancora in tema di piano solo, domenica 26 in Sala Piatti (ore 15.00), si potrà ascoltare l’inglese Django Bates. Sempre il 26, ma la mattina alle 11, nella Chiesa di San Salvatore, lo statunitense Dan Kinzelman soffierà nel proprio sax mettendo a dura prova la propria resistenza fisica, interagendo con una cornice ambientale così preziosa.

Due i concerti previsti all’Auditorium di Piazza della Libertà, entrambi alle ore 17.00: venerdì 24 marzo con il cantante fiammingo David Linx e il pianista di origine sudamericana Leonardo Montana; sabato 25 con il trio Oliphantre.

Veniamo ai locali con la sezione “Scintille di Jazz”. Apripista il singolare trio Dear Uncle Lennie giovedì 23 al Circolino di Città Alta, ore 18.30. Tre i concerti collocati nel nuovissimo Balzer Globe di Piazza Dante, con: il trio Hack Out! venerdì 24, alle ore 18.30; il quintetto Thinking Sketches sempre il 24 ma alle ore 22.30; il gruppo The Gonghers sabato 25 alle ore 22.30.

A Daste, sabato 25 alle 18.30, Bergamo Jazz 2023 terrà invece a battesimo un’inedita formazione denominata Onjgt Synthesis ed estrapolata dall’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti diretta dal bassista e compositore Paolo Damiani.

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