Note e cultura, il baghet di Casnigo anima il palazzo della Provincia
Happening dedicato all'antica cornamusa bergamasca che ha nel paese seriano la propria culla orgogliosa
Un pomeriggio dedicato a musica e tradizione nel segno di uno strumento che merita evidenza e promozione. Si è tenuto venerdì 24 giugno nel cortile del Palazzo della Provincia in via Tasso a Bergamo l'happening dedicato al baghet, l'antica cornamusa bergamasca che ha in Casnigo la propria culla orgogliosa. Il meteo avverso ha solo rimandato un poco l'incontro con il ricercatore, musicologo e liutaio Valter Biella che ha raccontato la storia dello strumento, le sue caratteristiche e il percorso che dagli inizi degli anni '80 ha valorizzato le preziose testimonianze del casnighese Giacomo Ruggeri detto Fagot, ultimo suonatore di baghèt dell'intero arco alpino sino agli '60. Al fianco di Biella c'erano Gianpiero Crotti, virtuoso della fisarmonica e Luciano Carminati, nipote di Fagot e rappresentante dell'associazione Il Baghet di Casnigo. A rappresentare la Provincia c'era il dott. Franco Colacello, mentre la delegazione casnighese era guidata dal sindaco Enzo Poli e dall'assessora alla cultura Franca Guerini.
Nel corso della manifestazione, che ha proposto momenti musicali particolarmente applauditi, è stata presentata una statua in terracotta realizzata dallo scultore Michele Nicoli di Leffe. È dedicata al giovane bagheter Cristian Persico, morto a soli 34 anni nel tremendo periodo della pandemia.
Il baghèt è uno strumento che, per antonomasia, è legato alla tradizione natalizia. Uno strumento povero, nato e cresciuto tra i pastori. I suonatori erano per la maggior parte contadini, e si ritrovavano nelle stalle d’inverno. Passata l’Epifania, poco prima del carnevale, lo strumento era riposto, per essere ripreso agli inizi dell’inverno successivo, a San Martino. Con il baghèt si suonava l’antica “pastorèla”, si accompagnava il canto e si eseguiva addirittura l’arcaico “bal dol mòrt” (ballo del morto), una specie di pantomima in cui due ballerini mimavano una “morte” ed una successiva “resurrezione”.
Casnigo, in Val Gandino, è la patria indiscussa dello strumento, al punto che il consiglio comunale nel 2009 ha emanato una specifica delibera che conferisce al paese il titolo di “patria del Baghèt”. La data dell'happening in Provincia non è stata casuale: il 24 giugno è infatti la festa di S. Giovanni Battista, patrono del paese. Nel palazzo comunale di Casnigo sono conservati due antichi strumenti, appartenuti il primo al casato degli Zilioli (conosciuti come “Fiaì”), e il secondo a Giacomo Ruggeri “Fagòt”. Un’arte quella dei bagheter tramandata spesso attraverso la sola tradizione orale. In Bergamasca ci sono tracce della cornumusa che risalgono al 1300. Il "luogo del cuore" è il Santuario della Ss. Trinità a Casnigo, affrescato dai pittori Baschenis. L'evento a Bergamo è un ulteriore passo per una sempre più diffusa promozione culturale di questa tradizione antichissima.