La nuova canzone

Ascoltate la dedica a Bergamo dei Pinguini Tattici Nucleari, che è per tutti noi

Stasera, sabato 8 febbraio, la band sarà protagonista della finalissima del Festival di Sanremo. Votiamoli (ecco come)! E intanto godiamoci questa bellissima ballata

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di Matteo Rizzi

Finalmente anche Bergamo ha il suo inno pop romantico (con tutto il rispetto per il Bepi). Nel nuovo disco lanciato dai Pinguini Tattici Nucleari il 7 febbraio, che contiene anche i brani dell'album Fuori dall'Hype, una versione live di Cancelleria, una acustica di Irene, il brano di Sanremo Ringo Starr e un altro inedito (Ridere) c'è anche un omaggio alla nostra Bergamo.

Si tratta di un'intensa ballata in sei ottavi armonicamente raffinata (spazio a accordi di delta e passaggi insoliti, come quello sulla settima nel ritornello, che tradiscono una grande esperienza tanto di ascolto quanto di composizione da parte dell'autore della canzone), in cui la nostra città – nostra e anche loro, dei Pinguini e del loro cantante Riccardo Zanotti, autore come sempre di testo e musica – viene utilizzata come termine di paragone per la bellezza della figura femminile a cui è dedicato il brano. Un pezzo che è davvero molto bello, con alcune perle liriche che inevitabilmente ci fanno sentire più vicini questi ragazzi che stanno portando lo stendardo della nostra città sul palco dell'Ariston in questi giorni, facendo pure una grande figura e candidandosi seriamente al podio in finale. Che, per la cronaca, è stasera (il televoto si potrà effettuare sia da telefono fisso, tramite chiamata, sia da cellulare, tramite sms. Può votare da telefono fisso chi è abbonato Tim e Wind Infostrada, mentre il televoto via smartphone è disponibile per utenti Tim, Vodafone, Wind, Tre, Poste Mobile, Coop Italia, Iliad e ho.mobile. Il numero attivo per le chiamate da telefono fisso è 894001, mentre per votare da mobile con sms è 4754751. Si può votare ovviamente da quando Amadeus annuncia l'apertura del televoto e fino a quando lo chiude. Il peso del voto da casa sul risultato finale è del 34 per cento).

«Forse non te l'ho mai detto ma tu
Per me sei come Bergamo
So che potrebbe farti ridere ma
Migliori complimenti non ne ho».

Fin dall'inizio del brano viene offerta la chiave di lettura di questa dedica. Nei ritornelli si insiste sul paragone tra la bellezza di lei e «casa mia». Ma non è solo di questo che si tratta. Bergamo, esattamente quanto Ringo Starr, esattamente quando Batman, Ted, Robin, Sudowoodo, Neville Paciock e Draco Malfoy, il pezzo del tetris longilineo, Aldo Moro (stai attento Red), l'Antartide, insomma tutti questi elementi che costellano i dischi dei Pinguini, fa parte di un complesso e intricato sistema di metafore esistenziali, offerte al pubblico secondo la formula efficace della citazione pop o nota a tutti. Elementi che spesso nessuno prima di loro si sarebbe sognato di interpretare in un'ottica esistenziale. Il regalo che ci fanno con Bergamo non è tanto la dedica alla città. Il fatto è che alcune parti sembrano scritte apposta per noi, che stiamo qui a guardarli mentre spiccano il volo e che abbiamo inevitabilmente l'impressione che questa canzone possa raggiungerci tramite un canale privilegiato.

Nei giorni in cui si allontanano dal nido, diventando sempre più un patrimonio di tutto quanto il Paese e non solo della nostra piccola provincia, ci guardano fissi negli occhi e ci dicono, in qualche modo, che ci porteranno sempre con loro. Il peso di «un accento troppo spiccato che non ti toglierà l'Università fatta a Milano», «il treno che torna a casa quatto quatto per non svegliare la zona industriale», «la speranza dentro agli occhi di chi resta e capisce che ogni tanto nella vita devi solo aspettare», sono tutte fotografie che ci ritraggono profondamente e che rappresentano la vita di molti di noi, di quella nostra malinconia proiettata sul profilo delle Mura e sui vetri sporchi di Trenord... Sarà l'ultima fotoricordo che avremo prima del loro lungo viaggio. Ma questa è nostra. Non tutta, perché innanzitutto è pur sempre una canzone d'amore. Ma è anche nostra.

 «Ti porto in centro e forse capirai
Che cosa intendo quando
Ti dico che sei bella come casa mia».

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