«Il nuovo sindaco può fare bene»

Il blogger che fa le pulci a Curno «Anche qui c'è il degrado politico»

Il blogger che fa le pulci a Curno «Anche qui c'è il degrado politico»
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Conversazioni curnesi nell’isola di Nusquamia. Abbiamo intervistato Claudio Piga, che sul suo blog segue con grande attenzione e acume le vicende del paese.

 

 

Presenti il suo blog.

«Il diario Nusquamia nasce nel 2012, abbastanza indeterminato in tutto, tranne che nell’intendimento di mostrare che ci si può occupare di politica generosamente e nobilmente. Mi piacque intitolare “Nusquamia” la nostra iniziativa: è il nome che Tommaso Moro usava per designare la sua Utopia (1516), nella corrispondenza che intratteneva – in latino – con Erasmo da Rotterdam, quando l’opera era in via di composizione. Infatti, nell’Utopia si ragiona dell’organizzazione razionale dello Stato».

Perché occuparsi di Curno?

«Ci proponevamo di aggirare il blocco navale del sistema ufficiale dell’informazione che, soprattutto allora, era rigidissimo. Si leggevano infatti proclami, comunicati ufficiali e “conigli mediatici”, cioè resoconti d’iniziative pretestuose varate in vista di un riscontro nel sistema dell’informazione. Ragionamenti, mai. Inoltre non va trascurato che Curno è stato per i partiti politici e per gli “attori del territorio” un laboratorio e una cavia: una sorta di banco di prova per la verifica d’iniziative ed operazioni di scala più ampia».

Come giudica la campagna elettorale conclusasi a giugno?

«Nella sua brutale semplicità, ha messo a nudo in maniera inequivocabile il degrado della politica, che non è soltanto di Curno, ma di tutta l’Italia. A Curno la politichetta è sotto gli occhi di tutti, i suoi politici indigeni sono come pesci nell’acquario. Alle volte i politici riescono a dissimulare la fuga dalla realtà, l’autoreferenzialità e la pretestuosità delle cosiddette idee e proposte elettorali. A Curno invece è tutto chiaro: non esistono idee, la corsa per il potere è tutto. Come quando, verso la fine della campagna elettorale si sono scatenati sul falso problema della nuova biblioteca: un’opera faraonica, espressione di velleitarismo provinciale, varata decenni fa da un’amministrazione di destra e mai completata. La ragione è molto semplice: esiste già una biblioteca, a misura delle esigenze dei cittadini, e della nuova biblioteca si paventano, soprattutto, i costi di gestione. Eppure, in mancanza di argomenti seri, che pure non mancherebbero, si sono accapigliati (anche) sulla nuova biblioteca».

Il risultato era prevedibile?

«Curno ha dimostrato in maniera fin troppo evidente quel che potrebbe succedere in Italia se la cosiddetta sinistra insisterà a rabberciare soluzioni provvisorie a problemi reali o addirittura a negarne l’esistenza, o, viceversa, se continuerà a inventarsi problemi inesistenti. Il rischio è la presa di potere di una destra incapace di governare la cosa pubblica ma capace, qualora entrasse nella “stanza dei bottoni”, di trascinare il Paese nella catastrofe. Agitando il falso problema della cosiddetta maxi-moschea, la destra a Curno è stata sul punto di vincere le elezioni. La cosiddetta sinistra avrebbe dovuto affrontare il malcontento popolare suscitato dalla predicazione della destra, fin dal primo sorgere della diceria della moschea. Avrebbe dovuto smontare i cavilli, denunciare la falsificazione, interpretare il disagio dei cittadini. Invece, a parte il ravvedimento in dirittura d’arrivo, al punto in cui tutto era ormai quasi perduto, il gruppo di “Vivere Curno” si è appiattito sulla posizione della dott.ssa Serra che pretendeva “sobrietà” sull’argomento. Può darsi che la dott.ssa Serra avesse le sue buone ragioni, ma non erano queste le buone ragioni dei cittadini e neanche di “Vivere Curno”».

Pregi e difetti del paese?

«Su Nusquamia insistiamo da tempo perché la classe politica si limiti alla buona amministrazione, senza la pretesa di creare – proprio a Curno! – l’uomo nuovo, senza fughe in avanti, senza prendere la rincorsa per carriere politiche o istituzionali nell’OltreCurno. Tra l’altro, i cittadini hanno capito benissimo in quale conto siano tenuti dalla classe politica, cioè in nessun conto, per questo anche a Curno disertano le urne, disprezzano la politica. Curno è quella che è, cioè un paese brutto. L’intervento di un’archistar, per esempio, apparirà inesorabilmente come osceno belletto su un corpo martoriato, si peggiora la situazione. Si potrebbe porre rimedio alla grande bruttezza con la buona amministrazione, che tranquillizzerebbe i cittadini e li renderebbe più buoni, alle volte basterebbe qualche albero in più, l’orgoglio del lavoro ben fatto, la modestia… Curno però ha alcuni punti a suo favore: è vicinissima a Mozzo e al suo colle, dove la natura è bella in tutte le stagioni; ed è vicina a Bergamo, che è una città bellissima, con un’offerta culturale di prim’ordine. Inoltre, pur essendo Curno, in buona sostanza, la brutta periferia di Bergamo, tuttavia non vi alligna la delinquenza che solitamente caratterizza le brutte periferie».

Il sindaco Gamba farà bene?

«Potrebbe anche amministrare bene, perché in fondo la squadra di governo è mediamente di buona qualità. Ma si accontenteranno del buon governo? Come se poi la buona amministrazione fosse cosa da poco o disprezzabile! Desta non poca preoccupazione la tendenza, già operante nell’amministrazione Serra, ad esternalizzare i servizi del Comune e, in generale, la volontà liberarsi del lavoro che non piace, per dedicarsi anima e corpo al lavoro che piace: quello con il quale si fa bella figura nel partito e negli ambienti che contano».

Serra rimarrà molto in Consiglio?

«È difficile oggi fare previsioni sulla bontà dell’amministrazione guidata della dott.ssa Gamba, finché non sarà chiarita la posizione della dott.ssa Serra. La cosa migliore per i cittadini di Curno sarebbe che la dott.ssa Serra non prendesse il volo per l’OltreCurno: per sedersi, per esempio, nel Consiglio regionale lombardo. In caso contrario la dott.ssa Serra, sia pure a distanza, terrebbe sotto stretto controllo l’amministrazione da una posizione di forza. La dott.ssa Gamba perderebbe un altro dei pochi “gradi di libertà” del suo sistema di amministrazione».

Le cose urgenti da fare?

«Smantellare il sistema di esternalizzazione dei servizi e fare quanto prima ritorno all’assunzione diretta, nonché doverosa, di responsabilità. Se l’amministrazione "serrana" e, credo, la stessa dott.ssa Gamba hanno avuto nel passato difficoltà nel gestire questo aspetto importante della macchina amministrativa, ebbene, occorreva – e occorre eventualmente tuttora – sanare la situazione».

I giovani la convincono?

«Ci vorrebbe un pensiero forte, ci dovrebbe essere qualcuno nell’amministrazione della dott.ssa Gamba che sfogliasse le pagine del Politecnico di Cattaneo e qualcuno che leggesse con noi l’Utopia di Tommaso Moro. Quest’anno ne abbiamo letto la prima parte; l’anno venturo leggeremo la seconda, quella dove si tratta del buon governo. Potrebbe essere uno dei giovani del Pd a leggere l’Utopia e a ragionarvi; peccato però che siano così appiattiti sull’esistente, così ansiosi di riconoscimenti istituzionali, così interessati a organizzare “eventi” e presiedere tutto ciò che può essere presieduto: così conformisti, insomma. Gratta gratta, a Curno come in Italia c’è un problema culturale, sempre rimandato o tutt’al più mistificato. Poiché siamo in Italia, prenderlo sotto gamba è grave: anzi, è criminale».

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