Ci dobbiamo preoccupare?

Codice rosso al Papa Giovanni La fuga di medici e infermieri

Codice rosso al Papa Giovanni La fuga di medici e infermieri
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Ma che cosa succede al Papa Giovanni, fiore all’occhiello della sanità della nostra città e della Regione? È vero che tanti medici e infermieri se ne sono andati e che altri sono in procinto di lasciare i luminosi corridoi dell’ospedale? In effetti, l’elenco di nomi è piuttosto lungo. Alcuni di loro lasciano la specialità per andare a fare i medici di base, di cui c’è gran bisogno. Altri vanno nelle strutture private. Altri ancora puntano sulla libera professione.

 

 

Tra gli ultimi a lasciare la Trucca c’è Maria Vittoria La Grotta, anestesista, che ha scelto la libera professione nel campo della terapia del dolore. Dice la dottoressa: «Ho fatto questa scelta per diverse ragioni che si intrecciano. La prima è che dopo vent’anni di lavoro, dopo avere frequentato master, corsi di aggiornamento, avere lavorato con pazienti disabili, la posizione è sempre la stessa, per l’azienda non è cambiato niente. Ma a questo motivo bisogna aggiungere un disagio ambientale, i rapporti non facili all’interno della struttura, fra colleghi, che non vengono gestiti bene. In un gruppo come il nostro, di cento anestesisti, bastano anche soltanto tre, quattro soggetti difficili per creare tensioni che si riflettono su tutti quanti. Queste persone vanno contenute, altrimenti sono guai per tutti, ma se il “governo” non è efficiente... E poi indicherei un’altra ragione, quella dei carichi di lavoro. Per esempio, quando devi fare l’ambulatorio preoperatorio e anziché essere due medici ne rimane uno soltanto per via di altre emergenze, allora da solo devi affrontare il lavoro di due. È una situazione normale, perché la carenza di personale fa sì che si debbano tappare buchi in diverse situazioni, anche in sala operatoria. Soltanto nel mio reparto, anestesia, in due anni se ne sono andati undici su cento medici e soltanto adesso si cercano dei rimpiazzi».

 

 

Non è facile trovare sostituti, perché i medici sono pochi, il numero chiuso nelle università, da un certo punto in avanti, ha portato all’insufficienza dei medici e alla impossibilità del rimpiazzo in buona parte d’Italia. E poi c’è la concorrenza delle strutture private, che viaggiano piuttosto spedite. Continua Maria Vittoria Lagrotta: «Io mi occupavo del comparto operatorio, di Terapia intensiva e di Terapia del dolore. Adesso ho scelto di dedicarmi alla Terapia del dolore a domicilio, vado nelle case, entro nelle famiglie. E sa che cosa le dico? Che si possono fare anche grandi sacrifici a fronte della gratificazione e della serenità. Che è bello sentire qualcuno che ti dice grazie. I soldi non sono tutto».

Tra gli ultimi medici che hanno lasciato il Papa Giovanni ci sono Flavio Barbieri, traumatologo, che ha deciso di diventare medico di base; Giuseppe Locatelli, che ha fatto la stessa scelta; Alessandra Nasi, che ha lasciato la Terapia intensiva generale; Adriana Tartufari, anestesista; Angelica Spotti; Annamaria Locati; Maria Nicolai, urologa, ha pure scelto la professione di medico di base. Ma il medico più conosciuto che ha lasciato il Papa Giovanni è il cardiochirurgo Lorenzo Galletti, che tuttavia avrà...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 4 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 4 luglio. In versione digitale, qui.

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