che spettacolo!

Dall'oratorio di Osio alla televisione I Papà Boys sono un successo

Dall'oratorio di Osio alla televisione I Papà Boys sono un successo
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Convinte che nulla sarebbe potuto andare storto, le mogli li hanno sempre mandati alle feste di compleanno dei figli. Eppure, qualcosa di strano è successo, perché nel 2012 Claudio Giammarioli, Augusto Abbiati, Cesare D’Ancona, Dario Fiorani, Gianluca Boiocchi, Carlo Merati e Marco Buonsanto hanno creato l’ormai famoso gruppo dei "Papà Boys". «Ci incontravamo sempre alle feste dei nostri figli che ai tempi erano in terza elementare - spiega Claudio -. Ci divertivamo da matti, forse anche più dei bambini, e fra noi è nata una forte amicizia. Un giorno abbiamo visto in oratorio l’avviso per l’iscrizione a "Osiamo Cantare. La Corrida degli Osiensi", una competizione canora che cade sempre a fine maggio all’interno della Festa dell’Oratorio di Osio Sotto. Abbiamo deciso di presentarci anche noi con una performance pensata nei minimi dettagli: costumi costruiti da noi nel garage di Augusto, coreografia con tutti i passi stabiliti e musica. Era iniziata l’era dei Papà Boys».

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Il gruppo, che nel corso del tempo ha visto altri membri di passaggio, ha iniziato a esibirsi annualmente in occasione della Corrida. Da Jeeg Robot, loro prima performance sul palco osiense, ai Village People; dal delicato La morte del Cigno, all’esilarante Cacao Meravigliao. Infine, il 22 febbraio, sono approdati sul piccolo schermo. Dal divano di casa, tutti hanno potuto vedere il gruppo esibirsi al Teatro Arcimboldi di Milano per Italia’s Got Talent. «Nascosti dietro ai cartonati dei Barbapapà, abbiamo iniziato a muoverci sulle note della sigla del cartone - inizia a raccontare Cesare, e Dario con energia arriva al momento decisivo -. Abbiamo lanciato le immagini e abbiamo iniziato uno spogliarello sui ritmi della canzone del film The Full Monty. Sul finale, ci siamo trattenuti, non ci siamo spogliati del tutto, ma abbiamo rivelato dei grembiuli da donna che tenevamo sotto al costume da poliziotti. Quando mi è arrivato il messaggio della talent scout che ci invitava a partecipare al programma, ho subito pensato che si trattasse di uno scherzo. Anzi, ero convinto fosse una ragazzata, quindi ho pensato di tenere il gioco, dicendo di contattare il nostro manager. Ho lasciato il numero di Augusto, scaricando su di lui ogni responsabilità». «Neanche io inizialmente volevo crederci, ma poi ho...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 38 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 7 marzo. In versione digitale, qui.

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