Cosa dice la legge sul "Dopo di Noi"
Martedì 14 giugno la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la cosiddetta legge del “Dopo di Noi”, un testo normativo che mira a fornire garanzie a tutti i cittadini affetti da disabilità congenite nel momento in cui dovessero venire a mancare i genitori o in generale le possibilità di sostenimento famigliare. Il voto favorevole è arrivato dai banchi di Pd, Lega, Scelta Civica, Forza Italia e Area Popolare, mentre ha votato contro il Movimento 5 Stelle (sostenendo che si tratti di una legge che “favorirà banche e fondi privati”); Sinistra Italia si è astenuta. Il provvedimento Dopo di Noi rappresenta una novità molto interessante (e richiesta da diverso tempo) per tutte le famiglie che hanno al proprio interno una persona disabile, poiché, in sostanza, permetterà a questi di poter rimanere nel proprio ambito famigliare e domestico anche dopo la morte dei genitori, invece che essere trasferiti in una struttura sanitaria.
Le nuove norme. Fino a ieri, prima dell'introduzione della nuova legge, un disabile, nel momento in cui perdeva i propri genitori, il più delle volte era costretto a dover trasferirsi in apposite strutture sanitarie, poiché l'eventuale mancanza di persone ma soprattutto di fondi per poter sostenere le spese legate alla propria malattia rendeva impossibile la permanenza a casa propria: un bel trauma, di capisce, dover abbandonare le quattro mura entro cui si è imparato a far fronte e a convivere con la propria patologia. A questo problema il Dopo di Noi intende far fronte. La legge è snella, solo 10 articoli, il primo dei quali specifica a chi sono rivolte le nuove tutele, ovvero alle persone “con disabilità grave non determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità, prive di sostegno famigliare”. Nel terzo articolo sono contenute le indicazioni con cui verrà realizzato l'aiuto economico: un fondo, costituito dallo Stato a cui però potranno partecipare anche Regioni, enti locali e associazioni del terzo settore, che sarà di 90 milioni di euro per il 2016, 38 per il 2017 e 56 per il 2018. I criteri per l'accesso a questo denaro saranno stilati dal Ministero del Lavoro entro i prossimi 6 mesi. Oltre all'immediato sostegno economico, i soldi del fondo serviranno anche a strutturare case-famiglia per coloro che dovessero rimanere del tutto soli, e centri di formazione per aiutare i malati a far fronte alla patologia in maniera piena. È inoltre previsto, agli articoli 5 e 6, che nelle dichiarazioni dei redditi potranno essere detratte le spese sostenute per le polizze assicurative stipulate per la tutela dei disabili, nonché che ogni tipo di trasferimento di beni, per donazione o titolo ereditario, in favore di questi sia esentato da qualsiasi tipo di imposta, purché abbia come finalità le cure del malato.
Bollani: “Norme dalla prospettiva fondamentale”. Intervistato da Vita, Marco Bollani, consigliere regionale di Federsolidarietà Confcooperative Lombardia, si è espresso assai positivamente sulla nuove legge votata ieri dalla Camera. Dice Bollani: “Il merito principale della legge dal punto di vista esistenziale è quello di sostenere le persone e le famiglie a cambiare prospettiva: dall'attesa e dalla ricerca di un posto, di un servizio residenziale per le persone con disabilità, all'attivarsi per la realizzazione di un progetto di vita che riconfigura il ruolo della persona come cittadino a tutti gli effetti, utilizzando la casa e la dimensione dell’abitare come fulcro di un rapporto inclusivo più compiuto con la comunità in cui si vive”. Rispetto al fatto che un intervento del genere sia arrivato dalla politica e dalla sua funzione legislativa, Bollani dichiara che “la legge segna un punto di svolta in quanto ne riabilita una funzione di sostegno progettuale e di intervento di supporto sussidiario ponendo le istituzioni ed il composito mondo associativo e del terzo settore in posizione di sostegno alle possibilità progettuali delle persone e delle famiglie”.