A Leffe è andata in scena la Cena dei Popoli. E le diseguaglianze sono servite!
«Il tavolo dei “ricchi” ha avuto la maggior parte del cibo, al contrario dei “poveri”. Abbiamo osservato le dinamiche che si sono sviluppate»

di Matteo Beltrami
In un momento storico in cui i giovani si trovano sempre più spesso a vivere il presente con la paura del futuro incerto, essere sensibili nei confronti delle grandi tematiche umanitarie che ci circondano può essere la chiave per costruire generazioni più positive verso il domani.
Questo è stato uno degli scopi della Cena dei Popoli, andata in scena sabato 15 marzo all’oratorio San Martino di Leffe a cura del gruppo We Care. A differenza di ciò che suggerisce il nome, non si è trattato di una cena con piatti multietnici, bensì di un esperimento sociale, una sorta di gioco di ruolo con l’obiettivo di far riflettere sulle disuguaglianze.
A ciascuno dei circa ottanta partecipanti, all’ingresso, era consegnato un biglietto con un identikit in cui immedesimarsi. Tra i personaggi, tutti di fantasia, una piccola percentuale erano i “ricchi” e una grande percentuale i “poveri”, divisi nei rispettivi tavoli secondo quattro categorie.
Al momento della cena, i piatti sono stati serviti in base alla distribuzione delle risorse nel nostro pianeta. Il tavolo dei più “ricchi” ha avuto quindi la maggior parte del cibo, mentre nei tavoli con i “poveri” erano distribuiti pochi alimenti.
«Lo scopo di questo esperimento era mettere in prima persona i partecipanti di fronte alle ingiustizie delle disuguaglianze sociali nella distribuzione delle ricchezze – ha spiegato Letizia Bombardieri, tra le fondatrici del gruppo We Care –. A ciascuno è poi stato chiesto di fare ciò che riteneva più giusto e abbiamo osservato le dinamiche che si sono create. Poi ognuno ha condiviso le proprie riflessioni (...)