Il progetto "Arco Verde"

Ad Alzano nasceranno 4 stagni per salvare l’ululone e i suoi amici

Ad Alzano nasceranno 4 stagni per salvare l’ululone e i suoi amici
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Capita raramente di avere a che fare con un ululone. Se poi l’andazzo è questo, in futuro lo si incrocerà soltanto in qualche gloriosa puntata di Superquark. È un rospetto dalla pelle verrucosa, il dorso bruno marezzato di scuro, il ventre di colori brillanti, rosso o giallo; ama crogiolarsi in solitaria nel pantano. In tarda primavera i maschi emettono un richiamo lamentoso e malinconico per adescare le femmine: come un ululato, appunto. Grazie all'uomo, rischia di estinguersi. Pare però che, con l’anno venturo, ad Alzano abbia qualche possibilità in più. Ai prati della Filaressa, sopra l’abitato di Monte di Nese, quattro nuovi stagni artificiali saranno creati in favore della fauna autoctona (uno c'era già e sarà preservato). Noto per la bellezza e la rarità dei suoi fiori, il monte Filaressa ospita anche diverse specie animali, alcune a rischio di estinzione locale. L'intervento è figlio di "Arco Verde", il progetto di ricucitura ambientale che interessa l'alta pianura bergamasca per oltre 35 chilometri (44 comuni, sei Plis, quattro comunità montane, una riserva naturale e quattro parchi regionali): un «corridoio ecologico» che unisce Serio, Brembo e Adda, toccando diciassette siti collinari e pedemontani compresi tra Trescore Balneario e Carvico.

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I prati della Filaressa ad Alzano dove sorgeranno i quattro stagni

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L'ululone

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Esemplare di ululone

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Foto 4 di 4

Il team che si sta occupando di realizzare i quattro stagni al lavoro.

L’opera a Monte di Nese costa 53 mila euro ed è completamente finanziata dal fondo Cariplo. Il Comune ha appaltato i lavori all'Azienda Agricola Casali Gianluca di Alzano e dallo scorso 21 settembre questi si svolgono sotto la direzione del biologo Alessandro Mazzoleni, del naturalista Enrico Bassi e dell'architetto paesaggista Luigino Pirola; dovrebbero concludersi entro novanta giorni, ma le forti piogge dell'ultimo periodo hanno fermato il cantiere per un po' e quindi le pozze saranno pronte non prima di gennaio. «Progettati per favorire lo sviluppo di biocenosi tipiche di ambienti d’acqua stagnante - si legge sul sito internet di Arco Verde -, i quattro specchi d'acqua a bassa profondità saranno alimentati unicamente da acque meteoriche e di dilavamento superficiale, indirizzate tramite la realizzazione di alcuni piccoli fossati strategicamente posti in rapporto alla naturale pendenza del piano di campagna». Saranno disposti a una certa distanza l’uno dall’altro, in modo da...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 51 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 13 dicembre. In versione digitale, qui.

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