Due studi internazionali

Alla fine, il caffè fa molto bene

Alla fine, il caffè fa molto bene
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C’è chi lo preferisce di buon mattino, chi dopo pranzo, chi nella pausa dal lavoro. Poi c’è chi lo gradisce nero bollente, chi ristretto, chi macchiato. Qualunque sia la propria preferenza, il caffè fa bene. In un quantitativo di tre tazze massime giornaliere. Almeno stando alle raccomandazioni di due studi internazionali, entrambi pubblicati sulla rivista Annals of Internal Medicine, secondo cui l’oro nero allungherebbe la vita, con benefici generali su cuore, cervello, fegato, sistema immunitario e alcune patologie croniche come il diabete. Si tratta tuttavia di risultati preliminari, non ancora conclusivi. Ma i numeri importanti dei partecipanti agli studi e le premesse ottenute fanno ben sperare.

 

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Il primo studio. L'indagine è stata condotta dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) e dall’Imperial College di Londra, grazie al finanziamento del Directorate General for Health and Consumers della European Commission e dello IARC, e ha coinvolto oltre mezzo milione di persone di entrambi i sessi, con più di 35 anni di età, tutti appartenenti allo studio EPIC, European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition e residenti in 10 nazioni europee, tra cui Italia, Francia, Gran Bretagna e Danimarca. Le quali sono state interrogate online circa le loro abitudini dietetiche, focalizzate in particolare sul consumo di caffè. Scopo della ricerca era capire se questa bevanda potesse in qualche modo influenzare positivamente la salute.

E le conclusioni andrebbero proprio in questa direzione; infatti i risultati emersi dopo un follow-up di ben 16 anni, e resi noti su Annals of Internal Medicine, evidenzierebbero sensibili vantaggi alla salute indipendentemente dalla qualità, caffeinata o decaffeinata della bevanda, e dalle modalità di preparazione, sebbene in funzione di quest’ultima ci sarebbe qualche lieve differenza. Benefici ad appannaggio soprattutto dei maggiori consumatori di caffè, prevalentemente giovani, fumatori, consumatori di alcolici, più carnivori e meno mediterranei, ovvero con un consumo più limitato di frutta e verdura.

 

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I benefici del caffè. Tra i forti amanti del caffè, i ricercatori hanno così potuto evidenziare maggiori probabilità di longevità. Vale a dire che la bevanda diminuiva il rischio di mortalità per tutte le cause, ma in particolare cardiovascolare o per problematiche all’apparato digerente. Ma non è tutto: le ricadute sono risultate positive anche sulla più efficace funzionalità epatica, risposta immunitaria e sul migliore controllo glicemico rispetto ai non bevitori di caffè. Dati, dicono i ricercatori, che confermerebbero evidenze scientifiche già rilevate da studi simili, in particolare ricerche americane e giapponesi, sugli effetti potenzialmente salutari del caffè sul benessere generale dell’organismo. Meriti, sottolineano gli esperti, probabilmente riconducibili a diversi ingredienti del caffè, in primis alla caffeina e poi agli antiossidanti e diterpeni, alcuni particolari composti dei terpeni. Ci sono stati anche alcuni eventi avversi, naturalmente; 42mila predite a causa di tumori o di patologie cardio e cerebrovascolari, ma i benefici sarebbero decisamente superiori, secondo i ricercatori americani.

In funzione dei risultati preliminari ora i ricercatori vogliono capire quali sostanze del caffè possono stimolare questi effetti protettivi, ma anche le quantità efficaci, ovvero in grado di apportare questi benefici, oggi quantizzate in circa tre tazzine giornaliere. Ricerca tanto più motivante per il fatto che, al momento, si tratta di uno studio osservazionale, mentre risultati più certi possono derivare da uno studio di intervento.

 

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Il secondo sutdio. Il secondo studio, ad opera della Keck School of Medicine dell’Università della California del Sud, negli Stati Uniti, sarebbe giunto a esiti sovrapponibili, come confermano i risultati pubblicati anch’essi su Annals of Internal Medicine. La ricerca, in questo caso, ha interessato ben più di 185mila nordamericani, seguiti sempre per 16 anni, ed anche in questa vasta popolazione, ci sarebbe dimostrazione che il caffè, bevuto nelle quantità di 2-3 tazzine al giorno, sia con che senza caffeina, avvantaggia la salute. Riducendo le probabilità di morte per cardiopatie, ictus, diabete, insufficienza renale e o altre condizioni di sofferenza per quest’organo, fino ai tumori registrate sia fra gli afro-americani, ma anche i nippo-americani, latini e caucasici. Con risultati di moralità ridotti, anche del 18 per cento, fra i bevitori di caffè rispetti agli astenuti o ai più controllati.

In conclusione. Restiamo in vigilante attesa su quanto diranno le future ricerche perché nessuno, neppure al scienza, al momento si sente di dire con assoluta certezza quanto caffè giornaliero bere e in quale formulazione per avere gli auspicati e descritti benefici. Tuttavia sembrerebbe possibile dire che male non fa, anzi. Allora buon caffè, comunque voi lo preferiate.

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