In Italia siamo bravi

I bambini sono più bravi a scuola se fanno una bella colazione

I bambini sono più bravi a scuola se fanno una bella colazione
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Ormai la campanella, da Nord a Sud, è suonata per tutti gli scolari. Che - si spera - ormai avranno imparato le buone abitudini serali, come preparare libri e quaderni il giorno prima, ma forse non altrettanto quelle mattutine. Come fare colazione. Ebbene sì, c’è chi ancora prende sottogamba il primo pasto della giornata. A torto: perché la colazione non serve solo a buttare giù qualche cosa in fretta e furia, ma offre le giuste energie per tutta la giornata. Con performance migliori anche a scuola. Parola di pagella, mamme e alunni!

Uno studio britannico. Che la colazione sia un alleato per buoni risultati, anche nei compiti in classe e nelle valutazioni, è tutt'altro che una fandonia. La notizia è accreditata su una importante rivista internazionale, la Public Health Nutrition, da un gruppo di esperti della Cardiff University (Galles), che hanno coinvolto nel loro studio all’incirca 5mila scolari tra i 9 e gli 11 anni, di oltre cento scuole, arrivando a osservare che coloro che facevano una buona colazione nel rispetto dei giusti valori nutrizionali, avevano voti migliori dei compagni a stomaco vuoto. Addirittura due volte superiori, come confermerebbero i dati sulle performance scolastiche, monitorati in due diversi momenti: a sei mesi e dopo un anno e mezzo dallo studio. E così, se la relazione tra prima colazione e miglior benessere fisico, compresa l’accresciuta capacità cognitiva e di concentrazione, era nota, ancora non erano stati valutati i benefici in termine di voti: merito che spetterebbe invece per la prima volta a questo studio inglese.

 

 

In Italia i bimbi fanno colazione. Ma in Italia, cosa si pensa allora della prima colazione? In generale la si ritiene fondamentale, tale cioè da non dovere essere saltata. Un'opinione più che confortante, soprattutto perché arriva dalle mamme, stando a quanto rivela l’indagine Io comincio bene, condotta dall'Osservatorio Doxa-Aidepi, l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, su un campione di 500 mamme con bambini in età scolare compresa fra i 3 e i 18 anni. Di queste, 9 su 10 ritengono infatti che la colazione aiuti a migliorare la resa scolastica dei propri ragazzi e infatti il 93 percento degli alunni italiani farebbe tutte le mattine colazione, specie a casa, contro il 6 percento che la consuma tra le 3 e le 4 volte a settimana.

Gli errori delle mamme italiane. Tutto perfetto, allora? Purtroppo no. Perché le mamme italiane (la metà di loro) sbagliano in termini calorici. Sebbene 7 su 10 leggano le etichette e i valori nutrizionali dei cibi, alla fine peccano su fabbisogno calorico giornaliero e calorie della colazione. Infatti, solo una mamma su quattro, dunque il 25 percento, sa che la colazione dovrebbe assicurare circa il 20 percento del fabbisogno calorico giornaliero, mentre le restanti lo sovrastimano: metà reputando che debba garantire tra il 20-30 percento di calorie. Non va meglio sulle calorie della singola colazione, in merito alle quali una mamma su due stima che debba dare al bambino, normopeso e di età compresa tra 6 e 10 anni, tra le 150 e le 300 kcal, contro le corrette 300-450 calorie raccomandate dalle tabelle nutrizionali.

 

 

Infine c’è da imparare anche sulla composizione della colazione che dovrebbe prevedere il 70 percento di carboidrati, il 20 percento di proteine e il 10 percento di grassi. Mentre le mamme italiane privilegiano le proteine, troppe, a discapito di fibre e carboidrati. Ancora le mamme per l’85 percento tendono a variare il menù del mattino: in base alla stagione (37 percento), per far provare ai bambini sapori e consistenze nuovi (29 percento), in funzione alle richieste dei figli (23 percento) e, molto meno, in rapporto alle età (11 percento).

La colazione tipo di un bimbo italiano. Ovvero a colazione preferiscono alimenti zuccherini. Come i biscotti, consumati nel 75 percento dei casi, cui seguono al 58 percento cereali, muesli e riso soffiato, e al 43 percento i dolci fatti in casa, mentre le merendine sono mangiate al 38 percento. Pane o fette biscottate e marmellata, talvolta sostituita con creme spalmabili o miele? Ci stanno pure questi, scelti da un bambino su quattro, ovvero dal 25-27 percento degli scolari. Alcuni, il 32 percento, optano o aggiungono anche uno yogurt, classico o alla frutta. Cosa si beve? Latte nella metà dei casi, ottimo perché garantisce la quota di proteine e grassi utili a stimolare sazietà, apportando anche una buona quota di calcio e fosforo, che viene bevuto bianco (50 percento) o brunito con un po’ di polveri al cacao (43 percento) o di caffè, previlegiato però dai grandi, che ne fanno il classico caffelatte (32 percento) o cappuccino (23 percento). Tra le bevande si accodano succhi di frutta e spremute confezionate, nel 26 percento dei casi, o fresche per il 20 percento. Scarso è invece il consumo di frutta fresca, pari solo al 18 percento, che invece i nutrizionisti consigliano di recuperare o integrare.

 

 

La composizione della colazione perfetta. Ogni età ha le ‘sue’ calorie. Allora, per un bambino di 6-10 anni, che necessita al mattino circa 400 kcal, si può proporre una tazza di latte parzialmente scremato da 150 cc o, in alternativa, uno yogurt magro alla frutta senza zucchero con una fetta di pane tostato con marmellata o miele, due biscotti con i cereali e una spremuta d’arancia o un kiwi. Tra gli 11 e 18 anni, la colazione dovrebbe fornire 500-600 kcal: dunque sono indicate una tazza di latte parzialmente scremato da 200 cc arricchita da 80 grammi di creali oppure tre fette biscottate con marmellata, variata con crema spalmabile un paio di volte a settimana, due o quattro biscotti frollini, una spremuta d’arancia o un kiwi. In caso di intolleranza al latte è possibile la sostituzione con bevande a base di soia, riso o mandorle. Ma l’ingrediente che non deve mai mancare a colazione è la comunione: ovvero il primo pasto della giornata andrebbe consumato ‘in famiglia’, seduti insieme attorno al tavolo, anche per solo 10 minuti. È la carica psico-emotiva giusta, per grandi e piccini, per ottenere ancora più che dagli alimenti, performance giornaliere migliori, a scuola come al lavoro.

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