Aspettando la trasferta

Bella come un gol al 94esimo E adesso tutti pronti per Lione

Bella come un gol al 94esimo E adesso tutti pronti per Lione
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«Sei bella come un gol al 90esimo» è uno dei murales più gettonati quando si vedono partite come quella di Firenze. Tra i tifosi presenti nel settore ospiti c’è pure un ragazzo, si chiama Simone, che su Facebook ha confermato di aver fotografato quella scritta su un muro di Modena qualche anno prima e a giudicare dalla reazione (nel settore ospiti del Franchi, ma anche nelle case degli atalantini rimasti a Bergamo) pare proprio che la stoccata al 94esimo di Freuler abbia mandato tutti in paradiso. Fiorentina-Atalanta, caciara arbitrale a parte, non è stato un semplice passaggio verso la super sfida di Lione. I 230 presenti all'impianto toscano non rappresentano un gran numero, ma chi c’era merita grandi applausi: in questo periodo, con una serie infinita di partite e con un rientro a notte fonda, solo la passione ti spinge a fare oltre trecento km al seguito della squadra. E quel destro di Remo ha ripagato quasi interamente tutti i presenti.

 

 

I bus in viaggio, tra ultras e “Chei de la Coriera”. Alla volta del Franchi di Firenze sono partiti pochi bus organizzati. “Chei de la Coriera” hanno provato a farne uno ma le pochissime adesioni raccolte (13 in tutto) non permettevano di impegnare tempo e soldi per mettere insieme il torpedone nella stessa settimana in cui, giovedì, ci saranno ben cinque mezzi al seguito della squadra a Lione con partenza da via Spino alle 10. Grazie alla sinergia con il Club Amici e con il contributo delle Tigri di Parre e del club di Dalmine, un bus Sap da trenta posti è stato comunque riempito e la trasferta garantita. Gli ultras della Curva Pisani si sono mossi invece leggermente in anticipo, ma il vero problema è stato aver pochissimi giorni per organizzarsi. La trasferta, ricordiamolo, non era prevista fino alla giornata di giovedì, quando è arrivato lo sblocco anche per i non possessori della tessera del tifoso. A completare il blocco atalantino a Firenze sono arrivati anche alcuni sostenitori da Savona, da Firenze, da Pisa e dalla Maremma: una macchia nerazzurra nel lontanissimo settore ospiti dello scomodo impianto della Viola.

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La scintillante prova del Franchi. Dopo l’arrivo nel settore ospiti con buon anticipo, i sostenitori orobici hanno piazzato il tamburo e gli striscioni già visti a Verona domenica scorsa; la presenza del drappo con scritto “Bergamo” è l'emblema di come nel settore ospiti ci siano gli ultras e chi c’era racconta di una grande differenza rispetto al passato, sia per la varietà dei cori che per l’organizzazione del sostegno a favore della squadra. Fin dal riscaldamento, i bergamaschi hanno cercato di farsi sentire e nonostante un avvio di gara tutto di marca viola, culminato con la rete di Chiesa, nessuno tra i tifosi si è fermato un attimo e vedendo la squadra giocare così bene i cori si sono alzati sempre più. Addirittura, quando Gomez ha sbagliato il rigore parato da Sportiello, i decibel sono aumentati e per quel poco che possono fare 230 persone contro la potenza canora di decine di migliaia di fiorentini è stato emozionante seguire il finale di gara con tanto trasporto. Il gol di Freuler sul filo di lana ha scacciato gli incubi di tutti, tra chi ha svegliato il vicinato e chi ha trattenuto le urla per non svegliare moglie e figli. Dal Franchi sono arrivate cartoline di gioia sfrenata attraverso le foto di chi era presente. Allo stadio non c’è il Var, non ci sono replay, non si sentono i commenti, ma quel «sei bella come un gol al 90esimo» è un messaggio da dedicare solo alla Dea.

 

 

I sogni europei e il rientro a Bergamo. Il rientro a Bergamo dopo la partita è andato via liscio come l’olio, non si segnalano problemi di nessun tipo e mentre la squadra si infilava su un treno “charter” verso Treviglio e i giocatori erano divisi a metà tra la gioia per il grande cuore dimostrato e il dispiacere per aver strappato solo un pareggio, i tifosi hanno iniziato veramente a sognare. Nel settore ospiti del Franchi si è inevitabilmente parlato anche di Lione, tutti sono rimasti concentrati sul match ma chi c’era racconta di una sorta di cappa emozionale che pian piano ha avvolto tutti quanti. Quei bus che tra le 2 e le 4 del mattino sono arrivati all’ombra di Città Alta erano già proiettati a Lione; giovedì in Francia si giocherà una partita che la gente della Dea aspetta da oltre 26 anni e ormai non ci sono più ostacoli: il pensiero è già rivolto, completamente e splendidamente, a quell’appuntamento. Un amico, in piena notte, mi ha scritto un messaggio molto semplice: «E adesso dateci il Lione». Siamo l’Atalanta, non abbiamo paura di niente e di nessuno.

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