Celebra la guarigione superando a nuoto la Stretto di Messina
L’impresa del dottor Paolo Giovanni Basso Ricci, direttore della struttura di Radiologia degli ospedali di Piario e di Lovere
È di Chieve, in provincia di Cremona, ma è noto nella Bergamasca come direttore della struttura di Radiologia degli ospedali di Piario e di Lovere. Il dottor Paolo Giovanni Basso Ricci ha anche una grande passione per il nuoto: è istruttore, tra l’altro. Il 28 luglio ha attraversato a bracciate i tre chilometri e mezzo che dividono Scilla da Cariddi, cioè lo Stretto di Messina.
L’ha fatto con la figlia Diana, come impresa di gratitudine: un inno alla vita per dimostrare a se stessi che la forza di volontà può vincere ogni paura. Perché Diana, dopo aver sconfitto una grave malattia, ha scelto di tornare a immergersi insieme a papà in quelle acque che aveva attraversato già da bambina: a soli 8 anni, nel 2008, era diventata la nuotatrice più giovane in assoluto a percorrere, una bracciata dopo l’altra, i 3.500 metri di mare che separano la Calabria dalla Sicilia. Un record che Diana, oggi 24enne, detiene tuttora.
Non erano soli: c’era anche la tecnica soverese Monica Bianchi (nella foto con il dottor Basso Ricci) e un gruppo di altri amici. Nove, in totale, i componenti del gruppo, tra cui atleti della società sportiva Rari Nantes di Crema, compreso il bergamasco di Songavazzo Matteo Perolari, che ha raccontato a L’Eco di Bergamo: «È stata un’emozione fantastica e sono contento perché, oltre a essere arrivato alla fine, mi sono goduto bracciata dopo bracciata tutta la traversata: c’eravamo solo noi e il mare, eravamo tutti concentrati su quello che stavamo facendo, senza alcuna distrazione». Alle 8 del mattino il gruppo è entrato nelle acque siciliane e dopo circa un’ora è approdato sulla sponda calabrese. «Ancora una volta la tenacia ci ha permesso di vincere la sfida dello Stretto. Insieme abbiamo primeggiato contro ogni timore», ha commentato il radiologo.
È addirittura la quarta volta che Basso Ricci compie la traversata nel braccio di mare in cui riecheggia l’eco mitologica dei letali mostri acquatici: la prima era stata appunto 16 anni fa, con figlia e moglie al fianco, la seconda nel 2014 e la terza nel 2017. Ora ha fatto poker, perché attraversare a nuoto quelle acque «è una sfida con se stessi – assicura - per provare che le persone possono essere più forti di quanto immaginano».