Castagne, Pasalic e Gosens in rete

Il cielo è nerazzurro sopra l’Europa

Il cielo è nerazzurro sopra l’Europa
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Un’impresa così, nemmeno nei sogni più belli si poteva immaginare. È successo qualcosa che resterà sui libri della storia nerazzurra (e non solo), dovranno conoscere tutti la grandezza di quanto Gasperini e i suoi ragazzi hanno realizzato la sera dell'11 dicembre 2019 a Kharkiv, Ucraina. L’Atalanta doveva vincere per restare in Europa e il 3-0 firmato Castagne, Pasalic e Gosens è il tripudio del calcio di un gruppo che sta scrivendo pagine di un libro talmente bello che sembra una favola. Amici, fratelli, cugini, cani, gatti e chi più ne ha più ne metta, gioiamo tutti assieme: l’Atalanta è una delle sedici migliori squadre d’Europa e lunedì 16 saprà contro chi sarà il prossimo atto di un’avventura che non è ancora finita. Ci divertiremo ancora.

 

 

Tutto confermato per Gasperini rispetto alle attese della vigilia: senza Ilicic e Zapata, oltre a Toloi (squalificato) e Kjaer (non convocato), scende in campo Masiello a completare la linea da tre con Palomino e Djimsiti; in mezzo giocano Freuler e de Roon, mentre gli esterni ci sono Castagne a destra e Gosens a sinsitra. In attacco niente calcoli per il tecnico della Dea, gioca Muriel con Gomez e Pasalic a supporto, mentre in panchina le alternative sono Barrow e Traore, oltre all’ucraino Malinovskyi. Nello Shakhtar dentro Taison e Tetè con Junior Moraes centravanti, in panchina siede Marlon oltre al numero 19 Solomon, che ha una media realizzativa clamorosa quando entra in campo: ha segnato a San Siro e anche a Manchester. Serata fredda in Ucraina, temperatura di poco superiore agli 0°C e circa cinquecento tifosi bergamaschi al seguito. Fin dalle prime battute la partita è molto tattica, gli schieramenti sono esattamente quelli attesi e le squadre sono molto concentrate soprattutto a non commettere errori. Al 5’ Matviyenko è disattento, il pallone calciato verso l’area di rigore trova Gomez pronto a intervenire con il numero 10 che porta Pyatov fuori dai pali e poi scarica per Muriel: il colombiano non calcia, assist per Pasalic che da posizione defilata impegna l’estremo difensore dello Shakhtar sulla linea di porta.

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Muriel è molto attivo: all’8’ Gomez cerca Castagne, che di testa appoggia al colombiano, ma il suo destro è sul fondo; al 14’ tocca ancora al numero 9 della Dea costruire per Gomez, ma la conclusione del capitano atalantino viene salvata da Kryvtsov a portiere battuto. Lo Shakhtar mette fuori la testa per la prima volta al 16’, con Tetè che mette in mezzo per Kovalenko. Il piattone del numero 20 dello Shakhtar è vincente, ma la bandierina alzata del secondo assistente Achmuller segnala un giusto fuorigioco e il punteggio resta 0-0. Al 23’ l’Atalanta cerca ancora la conclusione con il colpo di testa di Gosens (cross di Castagne), e dopo un altro paio di iniziative velleitarie di Junior Moraes (25’) e Muriel (29’), arriva la prima grande occasione per i padroni di casa con il cross del solito Tetè che trova Junior Moraes al centro: stoccata di testa e grande respinta di Gollini che alza in angolo e salva il risultato. Prima del riposo, Muriel cerca ancora l’iniziativa personale ma il sinistro è debole (41’). Si va al riposo dopo due minuti di recupero con un pareggio sostanzialmente giusto.

A inizio ripresa l’Atalanta pigia subito il piede sull’acceleratore: al 51’ Pyatov alza in angolo un calcio di punizione di Muriel da buona posizione e sul tiro successivo dalla bandierina è Djimsiti a mancare il bersaglio grosso con un bel terzo tempo in corsa. Tra le due squadre è l’Atalanta a farsi preferire e dopo altre due o tre iniziative molto interessanti, i nerazzurri rompono gli argini e per lo Shakhtar è notte fonda. Al 56’ Muriel rischia tantissimo per un intervento ai limiti che quasi lo porta al secondo giallo, ma passata la paura ci pensa Gomez ad accendere la spia della gioia più sfrenata con l’azione da cui nasce il gol di Castagne: palla scambiata con Muriel, assist sul secondo palo e tocco dentro (con tunnel all'avversario) per Castagne che insacca. Il direttore di gara ferma tutto per fuorigioco in attesa di una verifica Var, edopo due minuti di attesa, l'arbitro assegnala rete. La gioia, in tribuna stampa e nel settore ospiti, esplode sfrenata.

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Al 76’ arriva il secondo episodio decisivo della serata: Dodò rifila un colpo a palla lontana a Freuler e grazie alla segnalazione del primo assistente, il direttore di gara Zwayer caccia dal campo il giocatore brasiliano lasciando lo Shakhtar in dieci. All’80’ Malinovskyi batte un calcio di punizione praticamente all'altezza della bandierina del calcio d’angolo e trova Pasalic pronto alla deviazione sotto porta. La gioia nerazzurra diventa delirio e dopo una bella parata di Gollini su Ismaily (86’) i nerazzurri trovano pure il terzo gol sull’ultima azione, con Gosens (94’) che sfrutta un erroraccio di Stepanenko su un tocco indietro per il portiere e segna di rapina. È il trionfo della Dea, un’impresa di livello talmente alto che forse solo i nostri figli, i nostri nipoti e tutti i tifosi che negli anni a venire sentiranno parlare della grande Dea di Gasp riusciranno a capire. Noi, per ora, ci accontentiamo di vivere un sogno. Il nostro sogno. Siamo tra le sedici migliori squadre d’Europa. Non ci credeva nessuno, invece eccoci qui.

 

 

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Reti: 66’ Castagne (A), 80’ Pasalic (A), 94’ Gosens (A)

Shakhtar Donetsk (4-2-3-1): Pyatov; Dodò, Matvijenko, Krivstov, Ismaily; Stepanenko, Alan Patrick; Teté (59’ Marlos), Kovalenko (71’ Solomon), Taison; Junior Moraes. All. Castro.

Atalanta (3-4-2-1): Gollini; Djimsiti, Palomino, Masiello (60’ Malinovskyi), Castagne, de Roon, Freuler, Gosens; Pasalic, Gomez (90’ Hateboer); Muriel (71’ Ibanez). All. Gasperini.

Arbitro: Zwayer (Germania).

Ammoniti: 23’ Muriel (A), 50’ Alan Patrick (S), 74’ Freuler (A).

Espulso: 76’ Dodò (S).

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