Che festa sarà

Il Natale decisamente particolare di cinque famiglie bergamasche (nel rispetto delle regole)

Essere lamentosi non serve e allora un popolo creativo come il nostro sposta, adatta e reinventa anche i giorni più belli dell’anno

Il Natale decisamente particolare di cinque famiglie bergamasche (nel rispetto delle regole)
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di Heidi Busetti

Si prospetta un Natale da manuale. Non tanto per il menù, come accade di solito, quanto per le idee che ogni italiano è chiamato a mettere in campo per celebrare la festività come si deve, nonostante il maledettissimo Covid. Che sì, ci tiene lontani da suocere e parenti poco affini, ma anche da amici e conoscenti con cui non si vedeva l’ora di festeggiare. A onor del vero, in tutta questa storia ci vuole una premessa: va sottolineato, infatti, che se per il resto del mondo inventarsi situazioni nuove può essere un problema, per l’italiano è un’arte quotidiana ben conficcata nel Dna. Non stupisce dunque, semmai diverte, sentire le risposte di famiglie a cui viene rivolta la domanda più ovvia in questo periodo dell’anno: «Come passerete il Natale?».

L’invito dei dirimpettai

«Con i vicini di casa, che conosciamo da poco più di un anno - racconta Federico Asperti, 38 anni -. Siamo vicini di pianerottolo e le nostre porte sono le uniche al quarto piano. Sono dirimpetto e, una volta aperte, siamo praticamente in casa gli uni degli altri. Una sera di metà dicembre abbiamo ricevuto il loro invito su Whatsapp: “Festeggiate il Natale da noi?”. Loro sono siciliani, noi bergamaschi, faremo un incontro culturale a tavola e non ho dubbi sul fatto che sarà molto divertente». Alla domanda se il menù sarà di terra o di mare, la risposta fa sorridere. «Ah, non sappiamo ancora, credo vogliano stupirci. Sappiamo solo che ci sarà un antipasto con salmone e rucola. A noi tocca l’arrosto, perché ai vicini si è rotto il forno! Si chiama condivisione ed era tanto che non la vivevamo con gente praticamente sconosciuta. Sapete? Se l’anno scorso mi avessero raccontato che avrei festeggiato il Natale del 2020 con persone che nemmeno conosco, credo che avrei riso. Invece ora penso che sia una situazione surreale, ma di grande fascino perché non capiterà più!».

Io preparo il pandoro a casa

«Noi ci divertiremo in famiglia sperimentando! - esordisce Tiziana Schioppa, residente a Bergamo da anni, ma originaria di Chioggia -. Resteremo noi quattro soli, con i nostri bambini, e con tante cose da provare. Abbiamo intenzione di fare la pizza secondo il metodo di un napoletano, che ho scoperto grazie al gruppo Facebook “Quelli di Bonci”! Sul gruppo mettono di quelle foto che non potete capire. E allora ho pensato: Natale è perfetto per fare la pizza. Sperimenteremo anche il pandoro. E, poco ma sicuro, dormiremo un sacco!
Naturalmente, partiranno tante video-chiamate per parlare con i nonni di Chioggia perché quest’anno non andremo a trovarli. Così, anche se sarà un Natale atipico, troveremo il modo di essere felici. Invece a Capodanno continueremo la tradizione dell’acquisto di pigiami uguali per tutti e quattro. Li acquisteremo e resteremo vestiti così tutto il tempo!».

C'è chi gioca d’anticipo

C’è anche chi si è organizzato per tempo, come la signora Lucia Mazzoleni, brillante settantatreenne che ha anticipato il Natale di qualche giorno per poterlo trascorrere con la famiglia del figlio. «Cosa avrei dovuto fare? Trascorrerlo da sola con il mio cane? Ma che tristezza! Non ci penso nemmeno. Così ho chiamato mio figlio Giovanni e gli ho detto: “Arrivo con la polenta, il coniglio disossato ripieno, qualche antipasto e il pandoro. Prepara la tavola, che festeggiamo il Natale”. Tanto Gesù non ne avrà certo a male se lo festeggerò qualche giorno prima. E poi lo diceva anche una pubblicità, il Natale quando arriva, arriva!».

Il rebus del Dpcm

Lo spirito d’adattamento batte così quello del Natale, che si vede anticipato, spostato, adattato e reinventato a seconda delle esigenze di un popolo di creativi. La signora Ilaria Gusmini, per esempio, è alle prese con i genitori che cercano di interpretare il Dpcm. «Passeremo il Natale a casa, noi cinque come ogni anno, solo che invece di giocare a Twister, dove il contatto umano è fondamentale, giocheremo a carte, seduti ognuno al proprio posto - e sospira -, forse, ma forse, sempre che riescano a interpretare in modo corretto il Dpcm, ci raggiungeranno i miei genitori. Ovviamente dovrò convincerli, perché a sentir loro non se ne parla. “Noi siamo a Bergamo, tu a Ranica e non si può cambiare Comune!” mi dicono sempre al telefono. E invece, con molta pazienza, sto spiegando loro che possono benissimo raggiungerci, visto che sono in due e siamo a solo due chilometri di distanza. Ma loro insistono, stanno lì a fare il rebus con il decreto, lo leggono e lo rileggono per capire se possono incorrere in una multa salatissima, oppure no! Insomma, vedremo... Ma la vera novità quest’anno sarà il menù: una parte la acquisteremo da asporto. È un gesto che vogliamo fare per sostenere i ristoranti della nostra zona».

Mi tocca ancora la moglie

Diverso invece sarà il natale dei coniugi Brunetti, che non vedranno i tre figli, lontani per lavoro. Solare lei, burbero lui, alla domanda sulla festa del Natale otteniamo due reazioni diverse. La moglie scoppia in una risata, il marito si incupisce. «Pota, come vuole che lo si passi? Sarà il Natale dei miserabili - racconta Maria -. Staremo io e lui da soli. Mi toccherà andare in Chiesa per prendere un po’ d’aria. Vi aspettavate una risposta migliore? Mi spiace, quest’anno sarà il Natale dei poveri! Eccetto che per il menù: preparerò i ravioli nostrani e la punta ripiena, come se venissero a pranzo i nostri figli...». Un Natale all’insegna del romanticismo, insomma, sottolineiamo. «Ma per l’amor di Dio! - esclama in lontananza Martino Brunetti -. Con questa storia del Covid la vedo già tutti i giorni. Sa da quanto è che siamo rinchiusi in casa insieme? Non le dico. Ma torneremo a uscire per incontrare il mondo! E allora sì che sarà Natale!».

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