Comunità Energetica, Gandino fa sul serio: online la scheda di preadesione
Centinaia di cittadini alla presentazione del progetto. In campo Ceress, Confcooperative e l'Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi
di Giambattista Gherardi
Cittadini, imprenditori ed enti pubblici uniti per la produzione e lo scambio di energia elettrica, a impatto zero. C’è in senso di un virtuoso cambio di rotta, quanto mai d’attualità, nel progetto portato avanti dall’Amministrazione Comunale di Gandino, guidata dal sindaco Filippo Servalli, di creare una Comunità Energetica Rinnovabile che consenta di contrastare il caro energia e aprire prospettive di medio e lungo termine in Val Gandino.
Dopo una serie di incontri tecnici ed esplorativi, lo scorso 29 settembre si è tenuta in biblioteca un’assemblea pubblica illustrativa, cui hanno preso parte centinaia di persone, tanto che il pur capiente Auditorium faticava a contenere tutti. «Un segno concreto - sottolinea il primo cittadino, eletto a giugno - di quanto interesse abbia suscitato la nostra proposta, fra le primissime in Bergamasca, che gode dell’appoggio tecnico di Ceress srl e del sostegno operativo di Confocooperative guidata da Giuseppe Guerini e dell’Ufficio della Pastorale e del Lavoro della Diocesi, diretto da don Cristiano Re».
La domanda cui tanti hanno trovato risposta nella serata di presentazione è quella che punta a comprendere cosa sia una Cer (Comunità Energetica Rinnovabile) e come si possa ottenere una convenienza. «La Cer - spiega Aldo Bernardi, che nella Giunta gandinese è assessore a Energia e Lavori pubblici - è un insieme di cittadini (ma anche attività commerciali, artigianali, industriali, piccole medie imprese, enti pubblici e religiosi) che si uniscono per la produzione, la condivisione e lo scambio di energia elettrica a impatto zero, prodotta attraverso impianti di energia rinnovabile. Si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, con l’obiettivo di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità̀ ai propri soci o membri o alle aree locali in cui opera».
A catalizzare l’attenzione è stato soprattutto l’intervento di Gianluigi Piccinini, direttore tecnico di Ceress. «La Cer - ha spiegato - condivide uno o più impianti di produzione di energia rinnovabile, attuando uno scambio energetico. La condivisione dell’energia è di tipo virtuale, vale a dire che non è necessario realizzare nuove infrastrutture per il collegamento "fisico" dei membri della Comunità Energetica Rinnovabile. Il ruolo di Ceress è quello di promotore e sviluppatore della Cer: individua i membri, prepara i contratti, costruisce (se necessario) gli impianti fotovoltaici e gestisce gli aspetti amministrativi. La Cer intrattiene un rapporto con il Gse, che eroga gli incentivi previsti dalla legge. Per ottenerli, la Cer deve seguire una procedura in pochi passi, sempre con l’assistenza di Ceress, che provvede anche alla manutenzione degli impianti realizzati».
«Alla comunità energetica - ha continuato Piccinini - possono aderire abitazioni, negozi, enti pubblici, piccole e medie imprese, le uniche escluse sono le grandi industrie (con oltre 250 dipendenti e 50 milioni di fatturato) e i punti vendita della grande distribuzione. Un soggetto può aderire come consumer (consumatore che aderisce senza impianti fotovoltaici) o come prosumer (che produce col proprio impianto e al contempo consuma). I soci avranno un incentivo extra da circa 11 centesimi per kwh sull’energia condivisa all’interno della Cer. Gli impianti ammessi sono quelli allacciati da Enel dopo il 15 dicembre 2021, mentre per quelli installati in data antecedente (che possono partecipare al solo 30% della potenza totale della comunità) consigliamo di attendere il decorso del periodo di beneficio già avviato». Obiettivo dichiarato è ridurre le emissioni inquinanti ed abbattere le bollette per almeno il venti per cento del valore.
«L’idea della Comunità Energetica - ha sostenuto il sindaco, affiancato da don Cristiano Re e da Lucio Moioli, segretario di Confcooperative - punta su energie rinnovabili proprie del territorio e sulla condivisione. Possiamo lavorare sul fotovoltaico, ma anche su impianti a biomassa o idroelettrico di ultima generazione. Il nostro Comune ha oltre 11 chilometri di bosco da valorizzare e notevoli sono pure le risorse idriche. Non è un percorso a brevissimo termine, ma partire da subito ci consente di non essere impreparati rispetto a scenari nazionali e internazionali sempre più preoccupanti».
Lo scorso luglio, la minoranza consiliare di centrodestra aveva espresso voto contrario in Consiglio comunale all’atto di indirizzo proposto dalla maggioranza di Servalli. Da qui a fine novembre il Comune di Gandino e Ceress raccolgono le manifestazioni di interesse non vincolanti a questo link. Allo stesso link è possibile proporre a consulenti dedicati richieste di chiarimenti e approfondimento. Entro fine anno, il Comune e Ceress parteciperanno alla Manifestazione di interesse indetta da Regione Lombardia per poter accedere ai finanziamenti stanziati (23 milioni di euro) e con il nuovo anno partirà il percorso tecnico e amministrativo: in fondo al tunnel dei rincari Gandino vede la luce della Comunità Energetica.