Consigli per un curriculum perfetto
Stiamo vivendo un momento di crisi con pochi precedenti e a farne maggiormente le spese, oramai l’abbiamo capito, sono i giovani. Per questo, in un momento così difficile, la redazione del proprio curriculum vitae può diventare un fattore fondamentale nella ricerca di un posto di lavoro. Avete ragione a pensare che, molto spesso, gli addetti delle varie società non degnino il vostro cv di nemmeno uno sguardo, ma le poche volte in cui ciò accade c’è bisogno che vi facciate trovare pronti. Questo significa dedicare tempo e attenzione ad ogni particolare ed evitare di affrontare con “faciloneria” la redazione di questo documento.
Parola... ai cacciatori. Per capire le regole fondamentali dell’arte del curriculum, la prima cosa da fare è ascoltare gli esperti, ovvero quelli che, comunemente, vengono detti “cacciatori di teste”. Sono, in parole semplici, i selezionatori interni o appositamente assunti dalle grandi società per opzionare i candidati ad un ruolo aziendale, valutarli con dei colloqui mirati, e infine suggerire ai vertici i migliori. Ed è ciò che è successo pochi giorni fa all’Università Cà Foscari di Venezia, in un incontro d’orientamento per giovani neolaureati. Se loro, i cacciatori, sono considerati cattivi, infatti, è anche vero le nuove generazioni spesso non sanno vendersi. Il 28% delle grandi aziende che hanno partecipato all'incontro (tra cui Apple, H&M, Toyota e Luxottica) ha dichiarato che già ad una prima occhiata, nei cv ci sono errori madornali o imprecisioni che tagliano da sé le gambe al candidato. Date poco chiare (in che periodi hai fatto questa esperienza e in quali quest’altra?), dimenticanze (residenza, data e luogo di nascita vanno messi sempre, senza parlare di numeri di telefono e mail), imprecisioni (errori ortografici sin dalle prime righe). Il 18% dei cacciatori, davanti a questi errori, cestina senza remora alcuna. Un selezionatore su 7, poi, fa notare che spesso mancano l’indicazione del diploma o il voto di laurea: un segnale negativo.
Può sembrare una cosa da poco, ma anche la foto che scegliete di allegare al vostro curriculum può fare la differenza. Tanti, infatti, scelgono scatti assolutamente inappropriati: mentre sono in spiaggia o in un pub in compagnia, per non parlare di chi ha tentato di portare la moda dei selfie anche nei cv. Senza successo, perché anche in questo caso i cacciatori cestinano senza ripensamenti. Spesso i giovani vogliono dire molto di loro, troppo, risultando prolissi, poco incisivi e, talvolta, sovrastimando le proprie qualità. Bastano poche battute di un colloquio perché tutto crolli: «C’è chi fa tre mesi di stage in un’azienda - spiega una cacciatrice - e si qualifica come responsabile del marketing». Anche la lingua straniera, spesso, viene “usata” in modo sbagliato: tanti dicono di parlare un ottimo inglese o un inglese fluente, ad esempio, ma dopo poche battute durante un colloquio, si scopre che il livello è scolastico, se non inferiore. Ancora peggio va a chi decide di scrivere l’intero curriculum in una lingua straniera: chi riesce a non fare errori, quando viene messo davanti alla possibilità di andare a lavorare all’estero data la sua abilità con la lingua, cade dal pero, affermando che non aveva valutato quella ipotesi e che preferirebbe restare in Italia.
5 punti fondamentali. I giovani neolaureati italiani, insomma, con i curriculum ci sanno fare poco. Tenendo conto che, di media, ogni grande società riceve circa 50mila curriculum all’anno, è logico che, nei migliori dei casi, ad ognuno non venga dedicato più di 30 secondi. I selezionatori (8 su 10) vanno subito alla sintesi del profilo e alla descrizione degli obiettivi professionali: bisogna indicare presto le competenze da offrire e provare a metterle in sincrono con il ruolo ricercato dalle aziende. Per questo un curriculum “personalizzato” all’annuncio può aiutare, seppur sia più lunga la sua stesura. Ricordate, inoltre, che una buona esposizione (seppur concisa) indica una conoscenza dell'italiano e una predisposizione al ragionamento, e una veste grafica personalizzata non solo aiuta la presentazione, ma dimostra che chi si presenta sa utilizzare le tecnologie. Il trucco è saper cogliere l’attenzione dell’addetto al reclutamento che, forse, darà un’occhiata al vostro curriculum. Se si sentirà rassicurato dalle informazioni da voi fornite e percepirà un valore che potete apportare all’azienda, vi sono buone probabilità che vi convochi per un colloquio. La succursale svizzera della società americana Manpower, leader nella gestione delle risorse umane, ha stilato 5 punti da tenere sempre ben presenti nel momento in cui si va a redigere il proprio cv:
1 - Personalizzato: redigete il vostro CV in funzione del posto di lavoro che desiderate ottenere. Indicate soltanto le informazioni che hanno un valore aggiunto in vista dell'impiego a cui aspirate, il resto è assolutamente superfluo;
2 - preciso: apponete un titolo concreto alle rubriche. Illustrate gli obiettivi e i risultati da voi raggiunti (se possibile quantificandoli in cifre). Eviterete così che insorgano dubbi nel vostro interlocutore o che egli debba ricostruire il vostro percorso formativo e professionale;
3 - convincente: utilizzate un ventaglio di parole chiave, scegliete parole facilmente reperibili e optate per i termini che esprimono capacità d’azione e intraprendenza. Prediligete le parole cariche di positività e che vi ritraggono come candidati motivati, dinamici e seri. Evitate, nel limite del possibile, le negazioni o i giri di frase negativi. Abolite le abbreviazioni;
4 - corretto: correggete tutti gli errori grammaticali e ortografici. Utilizzate il correttore ortografico disponibile sul computer. Ricontrollate voi stessi quanto scritto e chiedete a qualcuno di rileggere il vostro CV;
5 - sobrio e con le giuste spaziature: armonizzate lo stile e la disposizione del vostro CV. Se fate una lista, puntate ogni voce dell’elenco.
Son solo consigli, è vero, e c’è la possibilità che anche con un curriculum redatto alla perfezione prima di ottenere un colloquio ci voglia del tempo. Ma tentar non nuoce e le cose è sempre meglio farle nel miglior modo possibile. In bocca al lupo.