Parla l'assessore Valesini

«Così salveremo la Montelungo» Se si fa davvero, applausi

«Così salveremo la Montelungo» Se si fa davvero, applausi
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La Cassa Depositi e Prestiti aveva preso un impegno con il Ministero dell'Economia per la ristrutturazione degli ex Ospedali Riuniti a favore della nuova Accademia della Guardia di Finanza. Lì doveva trovare spazio anche la residenza universitaria, con una palazzina dedicata. Poi qualcosa era cambiato e nel progetto era entrata la caserma che tutti i bergamaschi da anni guardavano cadere in rovina.

Oggi l'assessore Valesini si schermisce quando gli si domanda di chi sia il merito d’aver salvato la Montelungo: si limita soltanto a ricordare che è stata la volontà di questa amministrazione a permettere che le aree degli Ex Ospedali e delle due caserme Montelungo e Colleoni fossero concretamente destinate a nuova vita. E alle nostre domande risponde così.

Come avete salvato la Montelungo?
Innanzitutto devo dire che c'è stata alla base una valutazione di merito. Perché riuscire a conciliare le richieste e le aspettative della Guardia di Finanza rispetto alla sua nuova Accademia, con la presenza di una residenza studentesca e un centro universitario sportivo che avesse la dignità di definirsi tale, sembrava una soluzione non facile, proprio per la dimensione e la disposizione degli spazi. Inoltre, a livello di amministrazione, c'era già sembrato poco equilibrato collocare una scuola nazionale e gli spazi per l'Università in un unico punto, quando ci sono altri luoghi della città che aspettano da tempo una nuova destinazione.

La zona degli ex Ospedali e la Montelungo sono entrambe della stessa proprietà immobiliare. Quali erano i problemi?
Da parte di Cassa Depositi e Prestiti c'era il timore di incastrarsi in un procedimento amministrativo  lunghissimo. Invece, lavorando sul progetto, si è visto che non c'era neppure bisogno di una variante urbanistica, per cui l'accordo di programma poteva essere svolto con gli stessi processi di Largo Barozzi. Poi si è iniziato a pensare alle enormi potenzialità che questo progetto avrebbe consentito. Innanzitutto per la città. L'università, con questa sua collocazione, può davvero prendere in mano Bergamo e trasformarla in una città universitaria. Inoltre, inizia a concretizzarsi quel progetto del “Sentierone allungato” di cui si parla da anni: mettere in comunicazione il centro con via Pignolo, Parco Marenzi e, di conseguenza, la Montelungo.

Molto si deve anche allo sforzo economico che l'Università si è impegnata a sostenere...
Certamente. Restare negli spazi di Largo Barozzi avrebbe permesso all'Università di avere un'area su cui edificare e si tratta di un costo molto diverso rispetto alla ristrutturazione di un edificio come quello dell'ex caserma. Non deve stupire che le due aree da riqualificare, così distanti fra loro, siano rientrate in un unico progetto perché, di fatto, appartengono ad un unico proprietario. Si tratta della Cassa Depositi e Prestiti, una società compartecipata che gestisce due fondi immobiliari, uno dei quali ha acquistato sia la zona degli ex Ospedali per 50 milioni di euro che la Montelungo/Colleoni per 16 milioni.

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Cosa ne sarà, dunque, della Montelungo. È importante partire da qui, perché è la domanda che i bergamaschi si pongono da più tempo. Il 60 percento dell'area sarà occupato dall'Università di Bergamo, che vi realizzerà il proprio Campus, pronto ad ospitare circa 300 ragazzi, comprensivo di residenze per studenti, spazi per professori e un attrezzatissimo Centro Sportivo Universitario (CUS). Per dare vita a questo sogno, l'Unibg, rappresentata dal rettore Paleari, è pronta a spendere 20 milioni di euro - solo il CUS ne assorbirà 5, ma qui entra in gioco anche il Comune che farà la sua parte finanziando il 50 percento -.

Il restante 40 percento dell'immobile resterà alla Cassa Depositi e Prestiti che avrà “in dono”, per il suo impegno nella ristrutturazione dell'area, una cubatura maggiore – ottenuta non tanto da spazi nuovi ma dalla concessione di riutilizzare meglio gli edifici già esistenti – da dedicare a residenze e aree commerciali. All'inizio del 2017 dovrebbero partire i lavori che si concluderanno nel 2020.

Restano aperte due questioni. La prima riguarda l'intervento di ristrutturazione. Le caserme sono soggette a vincolo della Sovrintendenza, per cui Sindaco e assessori pensano di organizzare un concorso per ottenere il progetto migliore e per coinvolgere la Sovrintendenza già in fase progettuale. In tal modo si spera di ottenere un recupero valido e soprattutto veloce. La seconda riguarda la proprietà dei locali che saranno occupati dall'Università. Inizialmente professori e studenti usufruiranno di una concessione gratuita trentennale a fronte dell'impegno di spesa sostenuto, dopodiché le ipotesi sono aperte: l'Università potrebbe acquisire l'immobile oppure intrecciare altri accordi con il proprietario.

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Cosa ne sarà dell'ex Ospedale. Si vociferava da tempo di un trasloco dell'Accademia della Guardia di Finanza da una parte all'altra della strada. Il fatto è questo: attualmente i cadetti che vogliono intraprendere un corso di formazione per entrare nel corpo devono svolgere 5 anni di Accademia, tre dei quali a Bergamo, gli altri due a Roma. Da tempo si cerca il modo di accorpare i 5 anni in un unico luogo, ma i cadetti hanno bisogno di spazio e la cosa non è semplice. Ecco che spunta l'ipotesi ex Ospedali: 100mila metri quadrati pronti per essere riadattati alle esigenze del corpo. In questo caso l'intervento sarà a carico della Cassa Depositi e Prestiti che guadagnerà circa il 10 percento dell'area per trasformarla in zona commerciale. Il 10 percento di un'area così vasta non è poco, ma nemmeno molto, per questo occorre ricordare che in realtà Cassa Depositi e Prestiti non poteva sottrarsi a questo recupero. In questo caso la forbice di tempo prevista per i lavori è di quattro anni, 2017 – 2021, e interesserà circa 600 studenti.

Cassa Depositi e Prestiti e Demanio stanno ora definendo le forme di locazione e gestione dell'area ex Ospedali. Per quanto riguarda Campo di Marte, 12mila metri quadrati di proprietà del Demanio salendo verso le piscine Italcementi, dove attualmente si allenano i cadetti, potrebbe essere ceduto dal Demanio al Comune per soddisfare le richieste di quartiere (eventuali ludoteca e uno spazio giovanile).

Si dice sia un intervento da 150 milioni di euro. Non sono quelli che metterà il Comune di Bergamo, il cui investimento totale si fermerà poco sotto i 10milioni di euro, ma è una somma indicativa di tutto ciò che la riqualificazione delle due aree richiederà: recupero degli stabili dismessi, creazione del Campus e della nuova Accademia, creazione delle aree commerciali e residenziali annesse, realizzazione dei servizi per i quartieri interessati e di tutti gli interventi urbani necessari ad armonizzare le due riqualificazioni.

Peraltro, quello raggiunto in Comune non è certamente un punto di arrivo quanto piuttosto una partenza. Di fatto si è deciso cosa fare e si è visto, dopo un anno e mezzo di trattative, calcoli e progetti, che è possibile farlo. Ora Cassa Depositi e Prestiti, Comune di Bergamo, Università e Guardia di Finanza torneranno a sedersi ai tavoli per concretizzare questa radicale trasformazione della città.

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