Couchsurfing dappertutto, cioè?
Immaginate un viaggio: ci siete voi soli, una città straniera, uno zaino pesante sulle spalle, e la notte che sta arrivando. Cercate un ostello? Idea brillante! Ma nelle tasche dei vostri Jeans luridi dal viaggio non avete che 10 euro accartocciati, mentre vostra madre si è dimenticata di ricaricarvi la Postepay. Se non ci tenete a dormire sotto i ponti (mica in tutte le città ce n’è uno), potreste dedicarvi alla vostra fase REM (e a tutti i nessi e connessi), comodamente sdraiati su un divano. Quale divano, vi chiedete? Uno qualsiasi: purché sia iscritto a Couchsurfing (letteralmente, navigazione sui divani).
Come funziona. Un tempo, in casi disperati, avremmo dovuto bussare di porta in porta, per trovare qualcuno disposto a concederci un angolino della propria dimora. Ma per fortuna siamo nel terzo millennio e la rete Internet ci risparmia la fatica, radunando nel suo generoso calderone tutti coloro che dispongano di quest’angolino da offrire al prossimo. Vi basterà dunque iscrivervi al sito, completare il vostro profilo pubblico e segnalare la vostra offerta o ricerca di alloggio, nei punti più disparati del pianeta. Senza limiti d’età, di religione, sesso, nazionalità o peso corporeo, chiunque può usufruire del servizio, purché disponga di un PC e di una buona predisposizione alla tolleranza: potreste infatti scoprire che il divano che vi accompagnerà nel mondo dei sogni sia anche il giaciglio preferito dall’animale domestico di casa. Se siete particolarmente schizzinosi, meglio lasciare stare.
È sicuro? La mamma probabilmente ve lo vieterebbe; invece vale la pena, ma prima di confermare l’incontro con il papabile ospite-ospitante, frenate l’entusiasmo. Leggete attentamente il suo profilo, i feedback e i giudizi che altri utenti hanno lasciato sulla sua pagina. Sugli iscritti non vige alcuna forma di controllo e potreste trovarvi a condividere il tetto con chi nel suo tempo libero ama collezionare teste di lucertola. Ciò potrebbe risultarvi meraviglioso se avete una mente particolarmente aperta (e macabra). Ma se, al contrario, fate parte dell’associazione “Io Sto Con La Lucertola” dal 1966, la convivenza, per breve che sia, potrebbe essere pesante.
Quanto costa (poco) l’occasione di incontrare. L’iscrizione è totalmente gratuita, così come è gratuito il servizio che viene offerto dal proprietario di casa, detto Host, nel gergo di Couchsurfing. L’economicità è la forza principale del fenomeno, ma non bisogna scordare che è anche un’occasione unica per confrontarsi con la cultura del posto. Di norma, chi ospita si offre di condurre per le bellezze del luogo il nuovo arrivato, e quest’ultimo può ripagare l’accoglienza cimentandosi nella preparazione di qualche piatto tipico della sua patria. Comunque, non ci sono regole stabilite: nulla vi costringe ad improvvisarvi Cicerone o a mettervi ai fornelli. L’unica cosa davvero pretesa: i musi lunghi e la voglia di chiudersi a riccio devono rimanere fuori dalla porta, qualunque essa sia.
Un successo. A Bergamo sono millecento. Nel mondo, sono più di quattro milioni e mezzo le persone disposte a cedere il proprio divano (esattamente 4.576.861) o perlomeno, disposte a pensarci. La questione dell’alloggio non è comunque l’unico servizio che riguarda il Couchsurfing: si può infatti scegliere di incontrarsi davanti ad un caffè, e sfruttare l’occasione per mettere alla prova il proprio inglese. Per quanto riguarda Bergamo, il numero dei membri è 1,183, e non vengono organizzate serate per gli iscritti al sito, come invece accade in diverse altre città (Milano, per esempio, che conta 14,922 di iscritti). Nel resto della Lombardia, comunque, i numeri sono ancora più bassi: ad eccezione di Brescia che conta 1272di iscritti, nessun altro capoluogo lombardo supera gli 800 iscritti.