Due studi americani

Cuffie e via: sentire musica in ufficio aiuta a lavorare meglio e in squadra

Cuffie e via: sentire musica in ufficio aiuta a lavorare meglio e in squadra
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Serve un po’ di musica. Non solo per allietare il tempo libero, ma anche per armonizzare il lavoro, specie se di squadra, migliorando la cooperazione e la produttività dei dipendenti. Almeno stando ai risultati di due studi americani, condotti da alcuni ricercatori della Cornell University, e pubblicati sulle pagine del Journal of Organizational Behavior.

 

 

Musica strategica per il cliente... Ci avete fatto caso che entrando in un negozio, specie se di grosse dimensioni e con offerte multiple, dove cioè si trova un po’ di tutto, dagli articoli personali o per la casa fino all’abbigliamento, 90 volte su 100 c’è un piacevole sottofondo musicale? Beat se il negozio è teen, cioè per giovani e adolescenti, o più soft se invece il pubblico è un po’ più su d'età. La scelta del tipo di sonorità, ma anche di musicare l’ambiente in genere, non è casuale: avrebbe infatti fini commerciali, dato che invoglierebbe il cliente a girare a lungo tra gli scaffali, curiosando un po’ ovunque e finendo quasi inevitabilmente con il comprare qualche cosa.

…ma anche per i dipendenti. Recenti studi americani evidenzierebbero però un impatto musicale positivo anche sui dipendenti che vivono le ore lavorative in compagnia di  canzoni e di melodie sonore di vario genere. A tal punto che la musica migliorerebbe la cooperazione di squadra e modificherebbe l'umore del singolo. Sono questi i risultati di due studi in cui un gruppo di dipendenti è stato sottoposto a esperimenti musicali. La squadra è stata suddivisa in tre gruppi, a ognuno dei quali era stata data l’opportunità di utilizzare dei bonus per contribuire al miglioramento delle performance e del valore del team o ad uso personale.

 

 

È stato così possibile osservare come il gradimento musicale condizionasse le intenzioni e gli obiettivi del dipendente: non a caso se le note inducevano ad uno stato d’animo sereno, tendenzialmente correlate a sonorità beat e allegre, quali la colonna sonora di Happy Days, Brown Eyed Girl di Van Morrison, Yellow Submarine dei Beatles e Walking on Sunshine di Katrina and the Waves, come conseguenza il dipendente si sentiva maggiormente esposto e propositivo verso la squadra. Di contro, se la musica risultava sgradita, associata per lo più a canzoni heavy metal o ad autori e complessi poco noti, gli ascoltatori erano più propensi a vivere i bonus per un riconoscimento personale piuttosto che per il team. A tal punto che i ricercatori hanno anche notato come in caso di stati d’animo ottimisti le musiche allegre erano suonate con una percentuale tre volte superiore, rispetto a note poco gradite.

 

 

Il potere persuasivo della musica. Poco importa che la musica si diffonda in un supermercato, in un diverso negozio commerciale, in luoghi istituzionali, essa sortirebbe comunque il medesimo effetto, favorirebbe cioè nell’ascoltatore la migliore sincronia con l’altro, che sia esso collaboratore, superiore o compagno di squadra, con sensibili benefici sulle performance lavorative. I ricercatori dunque concludono che, nel momento in cui si debbano motivare squadra e dipendenti, al di là dei necessari corsi di formazione, premi aziendali e ogni altra soluzione opportuna, non si escluda neppure l’opzione efficace e a basso costo di consentire di lavorare con una compagnia musicale di sottofondo.

Attenzione all'intensità. Con un'accortezza: bisogna saper calibrare adeguatamente l’intensità della musica. Troppo alta potrebbe disturbare e distrarre; troppo bassa non stimolare a sufficienza la mente, abbassando anche i livelli di creatività e rendimento. Mentre la perfezione si raggiungerebbe con modulazioni entro i 70 dB, oltre i quali si otterrebbero esiti opposti a quelli desiderati.

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