Un grande dono

Cuore nuovo la notte di Natale Il donatore è un bergamasco

Cuore nuovo la notte di Natale Il donatore è un bergamasco
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Nuova speranza di vita per un ingegnere ligure di 52 anni che ha ricevuto un cuore nuovo la notte di Natale. Il trapianto è stato eseguito dall’equipe coordinata dal cardiochirurgo Andrea D’Armini al Policlinico San Matteo di Pavia. Il donatore è un 50enne bergamasco, morto in seguito ad una emorragia cerebrale.

La notizia del donatore. Il paziente, che vive in Liguria, affetto da cardiomiopatia ipertrofica nella sua forma più grave, si trovava ricoverato da quasi due mesi al Policlinico inserito nella lista dei pazienti urgenti. E proprio la Vigilia di Natale, nella notte tra lunedì 24 e martedì 25 dicembre 2018 è arrivata la notizia di un cuore disponibile a Bergamo. Immediatamente è iniziata la procedura per l’espianto, dopodichè l’organo è stato trasferito al San Matteo dove era già stata predisposta la sala operatoria coordinata dal professor D’Armini.

L’operazione. L’intervento iniziato intorno alle 3 di notte del 25 dicembre 2018 è durato 7 ore, concludendosi alle 10 del mattino, ed è perfettamente riuscito. Il paziente, passate le 48 ore trascorse in terapia intensiva come da prassi post operatoria, rimarrà ricoverato al Policlinico almeno altri due mesi.

Pavia all'avanguardia. Il San Matteo è all'avanguardia in diverse tipologie di trapianti. «Esattamente 10 anni fa, al San Matteo, a settembre – ricorda Massimo Abelli, Responsabile della Chirurgia Generale Addominale e del Centro Trapianto di Rene del Policlinico, tra gli organizzatori dell’incontro – venivano eseguiti, con successo, per la prima volta in Italia, tre trapianti di rene prelevati a due donatori a cuore fermo. Questo avvenimento dava il via al Protocollo Alba che inseriva a pieno titolo e merito il nostro Paese nel novero delle nazioni in cui il programma era attivo». La donazione a cuore fermo rappresenta una significativa possibilità per aumentare il numero dei trapianti e con buoni risultati clinici. «I donatori a cuore fermo – spiega Marinella Zanierato, rianimatrice del San Matteo e Responsabile del Coordinamento Donazioni e Trapianti - sono soggetti nei quali la morte per arresto cardiaco avviene in modo improvviso, solitamente in contesto extra-ospedaliero, e nei quali, dopo il trasporto in ospedale e dopo che ogni tentativo di rianimazione viene giudicato inutile, si procede alla interruzione delle manovre rianimatorie per un tempo adeguato alla determinazione della morte cardiaca».