Bella storia

Dagli Stati Uniti a Gandino, sulle tracce del nonno architetto che progettò la scuola elementare

Un foglietto ritrovato tra i documenti del nonno e un pezzo di storia del Comune della Val Gandino riscoperta. Oggi (14 aprile) l'incontro dal vivo

Dagli Stati Uniti a Gandino, sulle tracce del nonno architetto che progettò la scuola elementare
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Ospiti speciali per un giorno davvero speciale. La comunità di Gandino ha festeggiato oggi, venerdì 14 aprile, il centenario dell’avvio dei lavori di costruzione del grande edificio che tuttora ospita la scuola elementare e gli uffici amministrativi dell’Istituto Comprensivo. Una particolare ricorrenza la cui genesi porta addirittura oltreoceano, esattamente a Green Bay, nello Stato del Wisconsin.

Negli States, dal 2012 (dopo un primo trasferimento nel 2000 da Milano a Nizza), vive Alberto Aresi, che alcuni mesi fa ha indirizzato una mail al Comune di Gandino per segnalare di aver ritrovato fra le carte del nonno architetto Abramo Egidio Aresi un foglietto datato 1915 con la raffigurazione di un grande edificio e la dicitura «Scuole Elementari Comunali di Gandino». Quel prezioso documento, rimasto per oltre un secolo in soffitta, altro non era che il “rendering” del grande complesso che il Comune era in procinto di realizzare prima della Grande Guerra e che fu poi realizzato negli anni ’20. Nel 2021 l’edificio scolastico è stato radicalmente ristrutturato, soprattutto per quanto riguarda il tetto e le facciate storiche.

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Lo scambio epistolare ha rivelato dettagli che, al nipote da un lato e agli storici gandinesi dall’altro, erano sconosciuti e si è arrivati a un incontro dal vero grazie al viaggio in Italia di queste settimane di Alberto Aresi, accompagnato dal figlio Guido, che vive a Washington. In municipio a riceverli c’erano il sindaco Filippo Servalli con al vice Cristina Maccari (assessore alla Cultura), l’assessore ai Lavori pubblici Aldo Bernardi e la delegata all’Istruzione Miriam Torri. Il benvenuto è stato dato anche da Giambattista Gherardi, coordinatore del distretto de Le Cinque Terre della Val Gandino, Lorenzo Aresi, presidente della Pro Loco, ed Eligio Agazzi degli Amici del Museo, che ha proposto una visita guidata alla monumentale Basilica di Santa Maria Assunta.

Momento culminante della mattinata è stata la visita a scuola, dove ad accogliere Alberto e Guido Aresi c’erano la dirigente Rita Micco, il corpo docente, i collaboratori e, soprattutto, tutti i 164 alunni delle diverse classi. I più grandicelli (classi quarte e quinte) hanno proposto attività didattiche a tema, che hanno emozionato non poco tutti i presenti.

«I ragazzi - ha spiegato la dirigente - hanno approfondito la storia dell’edificio, analizzando anche documenti d’archivio. È stato un viaggio nel tempo che ci ha appassionato e ne è nata una proposta didattica che ha galvanizzato tutti noi». I ragazzi hanno creato un video, ma anche realizzato un e-book con i “desidera” per la scuola del futuro e preparato dei rendering tridimensionali che li ha fatti diventare per un giorno architetti, sulle tracce di Abramo Egidio Aresi. In cortile tutti gli alunni hanno intonato, anche con i flauti, l’inno d’Europa e l’inno di Mameli. Fra le sorprese di giornata anche la presentazione, da parte dell’architetto Pietro Ruggeri, del progetto preliminare cui si sta lavorando per rivedere l’impostazione urbanistica delle aree esterne circostanti le scuole, migliorandone sicurezza, estetica e funzionalità.

Il disegno autografo di Abramo Egidio Aresi con il progetto della scuola di Gandino

L’architetto Abramo Egidio Aresi era bergamasco di Brignano Gera d’Adda, solo per l’anagrafe nato nel 1887 a Pagazzano, dove il padre cav. Paolo era segretario comunale e maestro. Aresi si laureò ingegnere architetto alla facoltà di Padova il 24 maggio 1915, nel giorno in cui, purtroppo, ebbe inizio la Grande Guerra per l’Italia. Fra le sue opere che si ricordano ci sono la chiesa di San Tommaso de’ Calvi a Bergamo (1925), la Casa Salvetti all’angolo fra via Camozzi e via Maffei in città, la parrocchiale di Garbagnate (1935) e Villa Basiola ad Annicco (Piacenza), dove il baritono piacentino Mario Basiola volle veder riprodotta la facciata del Metropolitan Museum di New York a lui tanto caro

«È stata una giornata dalle emozioni forti - ha chiosato il sindaco Filippo Servalli -, che ha unito la storia e la tecnologia, abbattendo le distanze e gli orizzonti del futuro, che appartiene ai ragazzi, i veri protagonisti».

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