Lo studio su 5mila individui

Vostro figlio è a rischio celiachia? Tenete d'occhio la sua altezza

Vostro figlio è a rischio celiachia? Tenete d'occhio la sua altezza
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Se resti piccolo forse una ragione un po’ speciale c’è. Non riferibile cioè ai geni e/o alle altezze di mamma e papà, ma a una predisposizione all’intolleranza al glutine. Questa infatti, nei bambini, può essere una possibile causa di ritardo nell’accrescimento. Ma diagnosticare la malattia in tempo, evitando tutte le importanti sequele per l’intero organismo, è possibile. Con uno screening che monitora l’altezza e il peso della popolazione pediatrica, studiato dall'Università della Finlandia orientale, che ha pubblicato i risultati delle ricerca sulla rivista JAMA Pediatrics.

 

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Quanto conta l'altezza. Parametri come l'altezza e l'indice di massa corporea inferiori alla media, o una discrepanza della distanza tra l’altezza raggiunta e quella di riferimento per l'età, possono fare la differenza tra bambini sani e bambini che possono ammalarsi nel tempo di celiachia. Anche non subito, ma tra gli 0 e i 20 anni di età. Quanto la mancata crescita di un bimbo rispetto ai coetanei sani possa facilitare la diagnosi precoce di intolleranza al glutine, lo hanno capito alcuni ricercatori finlandesi dopo aver osservato l’andamento della crescita in un foltissimo gruppo di bambini. Oltre 51mila, tutti apparentemente sani, senza cioè palesi segni o campanelli di allarme di malattia celiaca che era appunto l’obiettivo dell’indagine. Eppure grazie a controlli incrociati di quei famosi parametri, i ricercatori avrebbero riscontrato che 177 bambini, guarda caso tutti con una altezza decisamente sotto media, sarebbero poi diventati celiaci. Fatto questo che ha consentito di stimare che il test sull’altezza, monitorato costantemente nel tempo, sia attendibile e accurato. E dotato anche di un ulteriore merito: perché sarebbe stato in grado di ‘scovare’ la malattia anche con due anni di anticipo sulla sua comparsa.

 

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I vantaggi di una diagnosi "precoce". Un possibile screening, applicabile senza distinzione a tutti, che possa entrare nella pratica clinica e soprattutto nel sistema sanitario nazionale è la speranza e la prospettiva dei ricercatori finlandesi. A buon titolo perché i ricercatori sostengono che l’utilizzo nell’ambito di banche dati pediatriche informatizzate, facilmente analizzabili, permetterebbe l’attuazione di programmi diagnostici efficaci, non invasivi e poco costosi. E soprattutto ‘precoci’; identificare presto la celiachia avrebbe infatti un duplice vantaggio: da un lato il miglioramento della qualità di vita dei bambini ed un trattamento tempestivo della malattia, e dall’altro una riduzione dei costi per il sistema sanitario nazionale, grazie al minor numero di analisi ed ospedalizzazioni necessarie ai soggetti malati ma senza diagnosi certa.

Perché uno screening di diagnosi precoce. Arrivare in tempo sull’intolleranza al glutine significa innanzitutto prognosi fausta per chi ne soffre, possibile con l’impostazione tempestiva di una dieta priva di proteina. In buona sostanza, garanzia di una aspettativa di vita normale sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Di contro, una diagnosi tardiva può compromettere sia la risposta alla terapia dietetica (che, lo ricordiamo, al momento è la sola via di cura nonostante siano allo studio farmaci e/o vaccini), sia consentire l’evoluzione della malattia verso altre patologie o complicanze celiachia-dipendenti.

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