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Dietro le storie per bimbe ribelli ci sono due italiane e una start-up

Dietro le storie per bimbe ribelli ci sono due italiane e una start-up
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Sono italiane Francesca Cavallo e Elena Favilli, amministratore delegato e direttore creativo di Timbuktu Labs. Francesca, con un background nel teatro, è rimasta affascinata da Timbuktu, il primo giornale completamente digitale dedicato ai bambini, ideato da Elena, giornalista e imprenditrice.

Il successo di una start-up. Così le due si sono unite in un progetto comune che si è consolidato nel 2012. Francesca ha iniziato a scrivere storie per Timbuktu e dal teatro si è lanciata nel mondo delle start-up, Elena ha cercato finanziatori. Dopo poco per Timbuktu Labs è arrivata la vittoria al concorso Mind The Bridge come miglior startup italiana, che ha permesso alle due fondatrici di vincere un mese di scuola di business a San Francisco. Lì Elena e Francesca hanno continuato la ricerca di investitori, che in Italia non aveva portato risultati (tranne un primo finanziamento da 25mila euro ricevuto da Working Capital). Selezionata come miglior startup all’Italian Innovation Day, Timbuktu Labs è stata supportata da 500 Startups, che ha offerto quattro mesi di incubazione durante i quali le due imprenditrici italiane si sono create una rete di contatti in Silicon Valley arrivando a raccogliere 600mila dollari.

 

Francesca Cavallo e Elena Favilli con Laura Boldini a Palazzo Montecitorio.

 

Un magazine per bambini. Così è partita l’avventura americana di Elena e Francesca, con il design delle app e della rivista Ipad per bambini, prima assoluta nel suo genere. Timbuktu magazine, infatti, non è semplicemente il primo giornale per bambini scaricabile gratuitamente dall’Apple Store. La rivista si ispira all’attualità per raccontarla in un modo divertente ed è disegnata per essere visualizzata insieme da genitori e figli.

L’idea dietro alle App di Timbuktu, invece, è quella di dare ai bambini un’esperienza, non un semplice gioco. Grazie alle nuove tecnologie, infatti, si cerca di varcare il confine tra mondo digitale e mondo reale. Una delle più famose applicazioni è, per esempio, l’app per la pizza, che insegna ai piccoli come cucinarla. In ogni gioco c’è un gruppo di personaggi che accompagnano i bambini nelle nuove scoperte.

Lanciati inizialmente in inglese, alcuni dei prodotti sono poi stati sviluppati anche in italiano. Timbuktu Reading, per esempio, sono delle fiabe progettate per rendere la lettura interattiva, arricchendola con una serie di sorprese che aumentano l’attesa dei bambini. Tra i titoli proposti ci sono Lo Schiaccianoci e La Candela di Sego, una fiaba inedita di Hans Christian Andersen.

 

 

Storie della buonanotte per bambine ribelliOrmai, però, Timbuktu Labs non propone solo un magazine digitale e app per bambini: l’ultima trovata di Elena e Francesca è stato un libro, a dimostrazione che anche dal mondo digitale si può fare un passo indietro, e con successo. Goodnight Stories for Rebel Girls, infatti, ha avuto un esito internazionale che mai le due italiane avrebbero pensato di raggiungere. Tramite Kickstarter, infatti, l’anno scorso in meno di un mese ha raccolto oltre 670mila dollari, superando ampiamente i 40mila richiesti. A supportare il progetto sono stati 13454 donatori di 70 nazioni diverse.

Quello che Elena e Francesca hanno fatto con questo libro è stato raccogliere cento storie di donne straordinarie provenienti da tutto il mondo, ciascuna presentata con una pagina di testo e una di illustrazione.  Uscito negli Stati Uniti a novembre 2016, ha venduto 90mila copie prima di essere tradotto in dodici lingue diverse. In Italia Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli è arrivato l’8 marzo, edito da Mondadori.

 

Only two days to the launch of our second Kickstarter campaign! We will launch not one, but 2 new exciting projects! Wanna know what they are the minute we launch? Sign up here: http://bit.ly/launch-rebel

Pubblicato da Rebel Girls su Domenica 18 giugno 2017

 

Per settimane in classifica, ha confermato il successo ricevuto all’estero, anche se non sono mancate le polemiche in relazione alla modalità di racconto utilizzata e al pubblico (di sole bambine, secondo il titolo) al quale si rivolge. Nel libro ci sono astronaute, pirate, biologhe, rock star, tattoo artist, suffragette, surfiste, atlete, sollevatrici di pesi. Si parla anche di una ballerina cieca e di una pilota di motociclette sorda, a dimostrazione che i sogni delle bambine possono superare anche questo tipo di difficoltà.

Il record di vendite conferma come il volume sia riuscito a catalizzare l’attenzione sulla necessità di modificare i modelli di identità femminile, quelli che dall’infanzia segnano lo sviluppo e i potenziali percorsi (professionali e personali) di bambine e bambini.

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