Area verdi

Era una giungla alle porte di Osio Sopra, ora la Via dei Morti è tornata praticabile

I volontari Maurizio e Marco Rondi e Flavio Gallarini vogliono ridare vita al Bosco Astori. Liberare la strada è stato solo il primo passo

Era una giungla alle porte di Osio Sopra, ora la Via dei Morti è tornata praticabile
Pubblicato:

di Marta Belotti

Si sono presi l’impegno e, rovo dopo rovo, tra sfalci ed erba da tagliare, ce la stanno facendo. Maurizio Rondi, il figlio Marco e Flavio Gallarini, il primo capogruppo, l’ultimo membro della lista civica Osio Insieme (minoranza), hanno deciso circa un anno fa di sistemare il Bosco Astori, un’area verde del comune di Osio Sopra scomparsa sotto la vegetazione cresciuta spontaneamente e non controllata.

Il processo per intervenire è stato lungo, ma ora si vedono i primi risultati: i tre sono riusciti a ripristinare il percorso storico della Via dei Morti, che si era perso tra sterpaglie, edera e rampicanti.

La Via dei Morti a Osio Sopra prima dell'intervento

«La nostra idea come lista civica è quella di dare il nostro apporto al territorio. Lo facciamo con serate di discussione su temi importanti (la Bergamo-Treviglio, il Pgt, il voto), come anche nella pratica, con iniziative come questa di volontariato sul territorio», spiega Maurizio Rondi, che racconta poi i tanti passaggi e le peripezie che hanno accompagnato questa avventura.

«Trattandosi di un bosco comunale - spiega -, abbiamo dovuto far richiesta al Comune. Lì ci sono stati i primi scogli, perché per far sì che potessimo intervenire era necessario completare prima dei corsi. Abbiamo quindi seguito questi corsi, ad Albino. Ottenuti i permessi, siamo andati in Comune, all’ufficio tecnico, per l’autorizzazione formale. Una volta lì, abbiamo scoperto che era necessario un ulteriore passaggio: fare richiesta a Regione Lombardia per il taglio del bosco».

La Via dei Morti a Osio Sopra dopo l'intervento

Tiene tuttavia a sottolineare: «Sia chiaro, noi non intendiamo e non abbiamo mai tagliato alcun albero. Ci dedichiamo solo ai rovi e alle erbacce, ma non tocchiamo le piante certamente. Eppure, l’autorizzazione regionale era comunque necessaria».

Non sono pochi, dunque, i problemi e i contrattempi procedurali che Rondi e gli altri volontari hanno dovuto superare. (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 26 giugno, o in edizione digitale QUI

Commenti
Pipolo

Mario, commentare sotto un articolo che parla di banane, parlando di mele, è una brutta abitudine che andrebbe estirpata (a proposito di erbacce). Lo so che nella Bergamasca 50 anni di lega non è facile toglieseli di dosso, ma proviamoci.

Mario

Ok, ma avete presente la via Rasica, che è una gruviera? Cosa aspettate ad asfaltarla?!?!

Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali