Bellissima serata

Facciamoci un piatto di pasta, non la guerra: in 400 a cena a Monterosso per costruire pace

Alle 20 di sabato (7 giugno), in piazza Pacati e Bergamo, tantissimi si sono ritrovati per mangiare insieme e fare comunità. È stata la 18ª edizione

Facciamoci un piatto di pasta, non la guerra: in 400 a cena a Monterosso per costruire pace
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di Nicola Magni

Una lunga tavolata, 400 persone sedute fianco a fianco, ognuna con il proprio piatto, le proprie posate (rigorosamente non di plastica) e la propria pietanza da condividere. Così si è svolta sabato sera (7 giugno) per il diciottesimo anno consecutivo la “Cena in strada”, appuntamento ormai simbolico per il quartiere di Monterosso a Bergamo. Un evento semplice nella forma, ma potente nel messaggio: costruire comunità attraverso il cibo, per una città e un mondo più giusto e in pace.

Organizzata dall’associazione ProPolis Bergamo e dalla Rete Sociale di Monterosso, in collaborazione con i Cte di Valtesse, San Colombano e l’Oratorio di Monterosso, l’iniziativa ha visto una straordinaria partecipazione e il coinvolgimento diretto di realtà territoriali, istituzioni, educatori, famiglie e giovani.

A dare il benvenuto, la presidente di ProPolis, Ilaria Chinchella, e Paolo Crippa, consigliere referente del progetto “Cena in strada”, che hanno voluto ricordare come questo momento, nel corso del tempo, abbia cambiato forma, ma non spirito. «Mangiare insieme nel proprio quartiere è una pratica di dialogo e apertura, è un gesto concreto di pace», ha dichiarato Chinchella.

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Momento centrale della serata è stata una riflessione condivisa sul valore della convivenza e della non violenza, con la lettura dell’articolo 11 della Costituzione italiana, che afferma: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». A seguire, la poesia di Bertolt Brecht La guerra che verrà ha ricordato ai presenti che ogni conflitto lascia dietro di sé solo vinti, mai veri vincitori.

All’evento erano presenti, tra gli altri, la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, l’assessora alle Reti di quartiere, Claudia Lenzini, e don Chicco Re, parroco di Monterosso, testimoniando come la partecipazione civica e istituzionale possa unirsi in momenti di profonda condivisione sociale.

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Ognuno ha portato il proprio cibo, ma molti hanno deciso di assaggiare quello degli altri, scambiando non solo pietanze, ma anche storie, sorrisi e visioni del mondo. Perché una tavola ben apparecchiata è anche questo: un ponte tra le differenze, un luogo dove le barriere si sciolgono e le relazioni si intrecciano. Nella seconda parte della serata, alcuni musicisti hanno coinvolto in danze popolari tutta la piazza, soprattutto i più giovani, dando vita a un’atmosfera unica e coinvolgente. Un’occasione per sentirsi parte della stessa comunità, attraverso il linguaggio universale della musica e del movimento.

A fine evento, il messaggio era chiaro e condiviso: la pace comincia dalla prossimità, dal sedersi insieme, dal riconoscersi nell’altro. E, come ricorda ancora la nostra Costituzione, «l’Italia promuove le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Un piatto di pasta, un couscous, un quartiere: la pace è fatta di cose semplici, ma autentiche.

Commenti
Giuseppe Boschini

Ottimo.... meglio un piatto di amatriciana nello stomaco che una bomba in testa.... peccato che chi tira le bombe la pensa diversamente.....

Paolo74

Monterosso mi piace, è un quartiere dove si avverte un senso di comunità. Gli edifici non saranno bellissimi, non sarà un quartiere "esclusivo" come va tanto di moda oggi ma chissenefrega ! Continuate a rinchiudervi come carcerati nelle vostre gabbie dorate. P.S.: non abito a Monterosso.

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