Gli sceicchi apprezzano

Tutti i grandi della penisola araba seduti a un tavolo bergamasco

Tutti i grandi della penisola araba seduti a un tavolo bergamasco
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Un tavolo, di ben cinque metri di diametro, intarsiato e impreziosito da delle basi in oro. Un capolavoro, che il mobilificio «Rozzoni Mobili Srl», fondato da Cesarino Rozzoni, ha realizzato per una committenza davvero singolare. Il pregevole tavolo, infatti, ha raggiunto niente di meno che il Kuwait, dove lo scorso martedì è stato protagonista dell'attesa riunione dei ministri degli esteri dei paesi membri del Ccg, il Consiglio di Cooperazione del Golfo, convocata per tentare una mediazione nella crisi in corso da giugno tra Qatar da una parte, e Arabia Saudita con altri Paesi del Golfo dall'altra.

 

 

I grandi del Medio Oriente si sono ritrovati a discutere di delicati equilibri economico-politici proprio attorno al tavolo realizzato dalla ditta di Castel Rozzone, nella Bassa Bergamasca e proprio in quell'occasione gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato la creazione di un partenariato economico e militare con l'Arabia Saudita, separato dal Ccg. La notizia del tavolo che da Castel Rozzone ha conquistato il Medio Oriente è presto circolata in paese. E la foto dell'ormai celebre manufatto è stata rilanciata anche dall'Ansa. Ma a rappresentare l'orgoglio e la soddisfazione dei castel rozzonesi ci ha pensato il sindaco, Giusy Finardi, la quale ha dichiarato: «Questo tavolo è motivo di grande orgoglio per tutta la nostra comunità e siamo felici e onorati che l'eccellenza e l'artigianalità del mobilificio Rozzoni vengano  riconosciuti a così alti livelli e addirittura fuori dai confini italiani ed europei».

 

 

Era l’aprile scorso quando il fondatore Cesarino Rozzoni venne insignito dagli organizzatori «Salone del Mobile» di Milano con una targa per i 40 anni di ininterrotta partecipazione con la sua rinomata ditta di mobili d’arte. Un’azienda che conta oggi su una quindicina di dipendenti. Una storia, quella del mobilificio castel rozzonese che ha tutto il sapore delle fiabe d’altri tempi, un po’ come i suoi mobili in stile «Luigi XV» e «Luigi XVI», ancora oggi marchio caratteristico dell’azienda in Italia e nel mondo. «Ho iniziato a lavorare all’età di 10 anni – aveva raccontato il patron Rozzoni – E solo dopo una lunga gavetta, nel 1959, ho potuto mettermi in proprio e aprire il mobilificio dove tuttora lavorano quattro dei miei sei figli». E passeggiando tra mobili in legno pregiato, impreziositi da oro, madreperla  e  swarovski, si comprende il motivo per anche all’estero scelgano l’arte dei Rozzoni, che con discrezione e talento portano il «Made in Italy» ai vertici del mondo.

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