Emozioni e parole

Grazie a 1.570 ragazze e ragazzi, in centro a Bergamo è piovuta bellezza

Ieri pomeriggio (15 aprile), in Piazza Matteotti si è tenuto l'evento conclusivo di un progetto nato due anni fa per dare voce ai sogni e alle paure dei più giovani

Grazie a 1.570 ragazze e ragazzi, in centro a Bergamo è piovuta bellezza
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di Clara Scarpellini

Che cos’è la bellezza? È questa la domanda a cui hanno provato a dare una personale risposta 1.570 alunni e alunne di quattordici istituti scolastici della Bergamasca: l’Istituto Comprensivo Statale “Gabriele Camozzi”, l’Istituto Comprensivo Statale “Alberico Da Rosciate” (plesso Codussi e plesso Galgario), l’Istituto Comprensivo “E. De Amicis” scuola secondaria di I grado Corridoni ( plesso di Via Cornagera e plesso di Via Flores), l’Istituto Comprensivo “Donadoni” (plessi Donadoni sede e Donadoni succursale), l’Istituto Comprensivo V. Muzio (plesso Colognola e plesso Villaggio degli Sposi), l’Istituto Comprensivo “I Mille” (plesso Nullo), l’Istituto Comprensivo Statale Santa Lucia, l’Istituto Comprensivo “A. Mazzi” (plesso “Mazzi” e plesso “Lotto”) e l’Istituto Comprensivo Statale “G. D. Petteni”.

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Nel pomeriggio di ieri, sabato 15 aprile, guidati da eleganti trampolieri, i giovani studenti hanno marciato lungo via Sant’Alessandro e, dotati di ombrelli - dai più semplici ai più estrosi -, si sono riuniti in piccoli gruppi sotto a centinaia di palloncini bianchi sparsi in Piazza Matteotti, in attesa del proprio pubblico. Sconosciuti, amici o parenti si avvicinavano incuriositi, finché uno studente o una studentessa faceva un passo avanti aprendo il proprio ombrello, dando così inizio a un breve monologo.

Il progetto

“Pioverà bellezza” è il progetto a cura dell’esperta di teatro ed educazione Maria Grazia Panigada, pensato per i ragazzi e le ragazze delle scuole secondarie di I grado. L'evento di ieri è stato inserito all’interno delle iniziative di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 e ha visto la partecipazione di sette compagnie teatrali: Teatro dell’Argine; Erbamil; La Pulce; Pandemonium Teatro; Teatro Caverna; Teatro del Vento e Teatro Prova.

L’idea è in realtà nata due anni fa per cercare di comprendere e affrontare le problematiche che la pandemia ha provocato specialmente sui giovani tra i 12 e i 13 anni, età di sviluppo del sé e delle relazioni sociali. «Dopo due anni di pandemia, di esperienze mancate, di relazioni esplose e di webcam e sguardi sempre più spenti, ci sembrava fosse arrivato il momento di chiedere a questi ragazzi e a queste ragazze “come stai?”. E di fronte alle risposte incerte e ai facili “bene grazie” provare a cogliere nei silenzi, nelle frequenti distrazioni, negli improvvisi cali di energia la presenza di un disagio o anche solo di una tendenza o di un vuoto», ha commentato Andrea Paolucci, condirettore artistico del Teatro dell’Argine.

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Una generazione lasciata sola

«Quelle come me hanno un gran cuore che questa generazione non merita». «Quelli come me amano stare in mezzo agli amici». «Quelli come me studiano tanto ma non ottengono il massimo». «Quelle come me credono che con la corsa si possa scappare da ogni cosa». «Quelli come me hanno bisogno di coccole». «Quelle come me fanno fatica ad esprimersi»: queste sono alcune delle "confessioni" fatte dei ragazzi.

Il Sentierone si è trasformato in un grande palco dove sono saliti studenti e studentesse che hanno sussurrato - alcuni con timidezza, altri guardando con sicurezza negli occhi degli spettatori - i dubbi, i sogni, le passioni e i problemi di una generazione che si è sentita diversa e incompresa. Sugli ombrelli bianchi decorati con nastri colorati, nuvole di cotone e fiori, hanno scritto parole positive come “credici”, “famiglia”, “felicità”, “futuro”, “sogni”, ma anche negative come “vuoto”, “distanti”, “brutti ricordi”. I pensieri di una generazione tanto discussa hanno trovato voce attraverso il teatro e la poesia.

Finalmente piove bellezza

Poi una musica e il rumore di un forte temporale che si avvicina hanno attirato il pubblico verso Palazzo Frizzoni. Sul balcone del municipio sono apparsi un ragazzo e una ragazza che hanno pronunciato il discorso di chiusura dell’evento, con l’Abbecedario della Felicità e l’Abbecedario della Paura:

«Siamo arrivati qui con lentezza e fatica. Veniamo da lontano e il viaggio è stato lungo e pericoloso. A ogni passo abbiamo buttato vocaboli pesanti, per provare a camminare leggeri. Abbiamo cambiato alfabeti, per sopravvivere a parole ingiuste. Abbiamo inventato nuove regole, per trasformare le paure in gioco. Lungo il percorso abbiamo smarrito la “f” di fiducia; la “i” di incontri; la “r” di risate e la “d” di divertimento. Ci siamo svegliati una mattina senza la “a” di amici; la “s” di scuola; la “e” di estate. Abbiamo scoperto la “p” di pietà; la “d” di distanza; la “v” di vuoto e la “m” di malattia. E allora, abbiamo buttato tutte le parole che conoscevamo giù dai balconi e siamo rimasti in silenzio. Ma ora abbiamo sete e voglia di ripartire. Vogliamo ricominciare a parlare con la “a” di abbracci, che troppo ci sono mancati. La “b” di batticuori, che ci ricordano di essere vivi. La “c” di comprensione, che di questi tempi è merce rara. La “d” di distrazione, che serve per ricaricarsi. La “e” di entusiasmo, e chi se lo ricordava più! […] E con la “z” di zaino in spalla pieno di queste e di mille altre parole, siamo giunti finalmente qui. Siamo arrivati. Siamo aumentati a ogni passo. Rivoluzionari come un temporale che esplode nei campi. Ed ora qui, tutti raccolti, vi diamo l’annuncio più atteso. Sta per arrivare. Capovolgete gli ombrelli, ribaltateli, come si ribaltano i pensieri. Preparatevi, sorridete, alzate lo sguardo al cielo. Abbiamo sete e voglia di restare. Sta per piovere una cosa impalpabile e chiara, trasparente e radiosa. Odora di buono, di sano e di gentilezza. Ribaltate gli ombrelli, fatelo ora perché una cosa è certa. Che ora finalmente pioverà. Pioverà! Pioverà bellezza».

Con successo ed entusiasmo, si è poi concluso un flash mob che è riuscito a emozionare tutti e a far sperare in un domani migliore per quei ragazzi che, grazie a “Pioverà Bellezza”, sono riusciti a farsi comprendere più che nel recente passato.

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