La bella vittoria sul Belgio

Ho comprato la maglia di Pellè (apologia del tifoso occasionale)

Ho comprato la maglia di Pellè (apologia del tifoso occasionale)
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Ho comprato la maglia di Pellè. Lo dico quasi come fosse un'ammissione di colpa. Perché in realtà, dell'Italia, mi interesso più o meno un mese ogni due anni. Ammettiamolo: un po' come fanno tutti. Delle amichevoli e delle partite di qualificazione a Mondiali ed Europei non ce ne frega molto. Sì, magari le guardiamo anche, ma sempre con quell'occhio annoiato di chi si trova a sopportare la scocciatura di un campionato bloccato per assistere a match noiosi e privi di qualsivoglia emozione, per di più accompagnati dalla telecronaca Rai. Quando invece si fa sul serio, un mese ogni due anni per l'appunto, le cose cambiano. È un rituale: le serate di inizio estate (maltempo permettendo) davanti a una birra e al maxi schermo, oppure in casa con anche la mamma e la sorella che, a loro modo, per una volta vogliono partecipare a quella catarsi pallonara collettiva.

 

pellè fa a botte

 

Ho comprato la maglia di Pellè perché sono, in fondo, legato a un'idea romantica del calcio. Certo, mi piacerebbe molto che Messi fosse nato a Catanzaro e vestisse la 10 azzurra, o che CR7 si facesse intervistare dalla Gazzetta ricordando la sua infanzia passata a giocare a pallone tra le strade di Tortona. Ma non è così, ci toccano Giaccherini e Pellè. E sia. Tanto la verità è che la maglia azzurra di Messi non l'avrei mai comprata. Troppo banale, scontata. Vuoi mettere con la 9 del ciondolone del Southampton?

Le partite, come tutti, le guarderò con quella sorta di snobismo tutto italiano di chi non vede l'ora di poter puntare il dito contro Conte e dire che è chiaro che facciamo schifo, che finché non convochi Bonaventura (manco fosse Rivera) dov'è che vuoi andare? Un popolo di ct. Che se poi, metti caso come contro il Belgio, facciamo bene e vinciamo, ci troviamo invece a dire "ma io l'avevo detto". L'avevo detto che era inutile portare i Totti e i Balotelli, meglio una Nazionale operaia di Giaccherini e Parolo. Insomma, siam tutti, orgogliosamente e coscientemente, tifosi occasionali, pronti ad andare dove tira il vento azzurro, ad esultare e imprecare insieme a chi ci circonda. Ed è tutto così inspiegabilmente bello.

 

Soccer Euro 2016 Italy

 

Ho comprato la maglia di Pellè perché è l'unico giocatore a ricordarmi i cari vecchi bomber italiani che hanno scritto la storia azzurra. È più scarso, lo so, ma almeno quando si parla di lui non si può parlare di "attaccante moderno". Macché: lui sta là avanti, spilungone e dinoccolato, pronto a fare a pugni con i difensori avversari giusto per conquistarsi una spizzata in avanti diretta al compagno di reparto. E poi quel che sarà, sarà. Perché dall'Italia di Conte non possiamo aspettarci calcio spettacolo. Al ct va il merito di non aver mai promesso nulla di simile. Pragmatico quanto un esattore di Equitalia, il suo obiettivo è punire l'avversario al primo errore. Difesa solida, squadra compatta, ripartenza rapida sfruttando le fasce (esaltate dal suo 3-5-2 e dagli uomini che ha convocato) e, appunto, il doppio lavoro di chi sta là davanti: uno viene incontro al pallone e l'altro attacca la profondità.

Con il Belgio abbiamo sfoderato la partita quasi perfetta. Wilmots ha forgiato un gruppo talentuoso ed equilibrato. Che però appare spesso più un agglomerato di ottimi singoli che una squadra. L'opposto di noi, insomma. Hazard, De Bruyne, Lukaku, Mertens, Witsel, Nainggolan: son forti, inutile girarci attorno. Ma noi abbiamo dimostrato di  avere una delle migliori difese del torneo. Si può fare, è dura ma si può fare: questo è il messaggio che passa dopo il convincente 2 a 0 rifilato al Belgio, vera favorita (almeno fino alle 21 di lunedì 13 giugno) del Girone E, completato da Svezia e Irlanda, che nel pomeriggio di quello stesso giorno hanno pareggiato 1-1.

 

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Dalla partita contro il Belgio dipendeva gran parte del cammino europeo degli azzurri: sebbene i giallo-rosso-neri siano infatti i favoriti, l'Italia gli si è dimostrata superiore e contro la Svezia (contro cui giocheremo venerdì 17 alle 15) e l'Irlanda (match in programma mercoledì 22 alle 21) avremo l'obbligo di riconfermarci. Il risultato positivo contro il Belgio, quindi, ha messo il cammino in discesa, anche se la storia insegna come la nostra Nazionale sia bravissima a complicarsi la vita nella fase a gironi. Se dovessimo passarla, invece, tutto è possibile, perché nelle sfide secche non c'è squadra più abituata a dire la sua della nostra. Andrà come andrà, ma da ieri tifiamo tutti Italia. Ho pure comprato la maglia di Pellè.

 

Tabellino Belgio-Italia 0-2 (partita del Girone E)

Belgio: Courtois; Ciman (75' Ferreira Carrasco), Alderweireld, Vermaelen, Vertonghen; Nainggolan (62' Mertens), Witsel; De Bruyne, Fellaini, Hazard; R. Lukaku (72' Origi). A disposizione: Mignolet, Gillet, Denayer, Meunier, Kabasele, Dembelé, Benteke, J. Lukaku, Batshuayi. Allenatore: Wilmots.

Italia: Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Parolo, De Rossi (78' Thiago Motta), Giaccherini, Darmian (58' De Sciglio); Eder (74' Immobile), Pellè. A disposizione: Marchetti, Sirigu, Ogbonna, Zaza, Florenzi, Sturaro, Insigne, Bernardeschi, El Shaarawy. Allenatore: Conte.

Arbitro: Clattenburg (ING).

Marcatori: 31' Giaccherini (I), 92' Pellè (I).

Ammoniti: Chiellini (I), Eder (I), Bonucci (I), Thiago Motta (I), Vertonghen (B).

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