I quattro beni che lo Stato non riesce a vendere
Due anni fa il governo Mario Monti varò un programma di vendite demaniali, il cui ricavato sarebbe servito per ridurre il debito pubblico. L’asta prevedeva la vendita di immobili di grande valore, in quel momento appartenenti allo Stato. L’iniziativa, portata avanti ora dal premier Matteo Renzi, non ha però riscosso particolare successo. Il primo dei 4 bandi pubblicati nel 2014 è scaduto il 6 maggio, registrando un solo acquisto. Il fallimento dell'operazione. Per il momento, infatti, l'Agenzia del Demanio ha accettato soltanto una proposta: 610mila euro per un ex ospedale militare del XIX secolo a Trieste. Le offerte presentate per le altre proprietà «non erano abbastanza alte», così ha spiegato al Wall Street Journal un portavoce dell'Agenzia. Gli offerenti si sono difesi sostenendo che le loro proposte riflettevano gli attuali valori di mercato e accusando l’agenzia di non tener conto degli ulteriori investimenti necessari per ristrutturare e convertire le proprietà ad usi commerciali (es. hotel o appartamenti). Gli immobili di questa prima tornata si trovavano in Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Veneto. Quelli ancora in carico allo Stato sono: il Castello di Gradisca D’Isonzo a Gorizia, l’ex Convento S. Domenico Maggiore Monteoliveto in Puglia, l’edificio storico “Casa Nappi” a Loreto e la cessione (per 99 anni) della proprietà superficiaria dell’Isola di Poveglia a Venezia.
L'unico bene venduto: l'ex ospedale militare di Trieste
L’ospedale Militare fu eretto tra il 1862 e il 1868. Elevato nel 1926 a rango di ospedale di corpo d’armata e sede di direzione sanità, dopo l’8 settembre 1943 vi lavorarono assieme italiani e tedeschi. Dal maggio del 1945 fino all’instaurazione del Governo Militare Alleato, operò con personale jugoslavo. Subito iniziò la sua decadenza, con il saccheggio e la trasformazione in quartier generale, prima dalle truppe jugoslave titine nel 1945, e dal giugno 1945 all’ottobre 1954 quando fu operativo con personale inglese di occupazione. Nel 1975 la parte bassa relativa all'ex ospedale militare, in uso ora all'Università, è passata al demanio storico artistico e archeologico ed è stata scorporata dalla restante parte media (palazzine infettivi) ed alta (Caserma Maria Pia di Savoia) del compendio.
I QUATTRO BENI INVENDUTI
Castello di Gradisca D’Isonzo
Si tratta di un poderoso complesso di fortificazioni che sorge nel quadrante est della cittadina di Gradisca d’Isonzo, in prossimità dell’omonimo fiume. Fu edificato dai veneziani nell'ultimo decennio del Quattrocento. La struttura è circondata da mura di cinta in pietra di notevole spessore, con l'unica porta d'accesso preceduta dal ponte levatoio, che rimane sospeso sul fossato scavato attorno al colle. È attualmente composto da sei grandi edifici. Di notevole pregio paesaggistico e archeologico è inoltre il parco circostante. Il castello fu eretto dalla Repubblica Veneta per la difesa dalle invasioni turche. In epoca austriaca, subì notevoli ampliamenti e, nella prima metà dell’Ottocento, venne adibito a penitenziario. Dopo la prima guerra mondiale, le sue funzioni furono quelle della caserma del XI Reggimento dei Bersaglieri e, dopo il secondo conflitto mondiale, cadde progressivamente in stato di abbandono.
Ex Convento S. Domenico Maggiore Monteoliveto
Situato sul lungomare, nel cuore della Città Vecchia, questo immobile è uno dei tre grandi complessi edilizi di Taranto di proprietà dello Stato. Il convento si distribuisce su tre piani, due fuori terra e uno interrato, articolati intorno ad un’ampia corte centrale. La struttura è realizzata in muratura portante in conci di tufo. I locali dell’ex convento hanno un affaccio diretto ed imponente sul lungomare ed un chiostro interno da riportare al suo originario splendore.Realizzato nel XVII secolo come “Palazzo Visconti”, l’edificio è stato utilizzato nel corso degli anni dapprima come struttura conventuale, ospitando gli Olivetani, i Gesuiti ed i Domenicani, poi come sede del Distretto Militare e dell’Ente morale Paolo VI.
Casa Nappi
Casa Nappi si trova nel centro di Loreto, famoso per essere sede della Basilica della Santa Casa, uno dei più importanti e antichi luoghi di pellegrinaggio mariano del mondo cattolico. L’edificio, costruito in aderenza con un altro immobile, è costituito da cinque piani. Sul fronte principale il piano terra ha un rivestimento con elementi decorativi a bugnato liscio, mentre gli altri due livelli sono semplicemente intonacati e tinteggiati, separati solo da una fascia marcapiano. La struttura portante è in muratura e la copertura a tetto con struttura in legno e manto in tegole. Le finiture non sono di particolare pregio, anche se alcuni ambienti del primo e del secondo piano hanno il soffitto affrescato.
Isola di Poveglia
Poveglia fu uno dei primordiali insediamenti della laguna. Svariati mutamenti di destinazione d’uso dell’isola, mutarono nei secoli la conformazione delle strutture qui presenti. Fin dal V° secolo d.c. l’isola ospitò un insediamento urbano, a seguire un monastero e un cantiere navale mentre dal 1700 fu adibita a Lazzaretto. Demolizioni databili tra il 1846 ed il 1919 cambiarono radicalmente il distributivo edilizio dell’isola che trovò sviluppo verso settentrione. Alcuni edifici oggi esistenti, per lo più padiglioni ospedalieri, risalgono agli anni compresi tra il 1900 ed il 1945. Durante gli anni della seconda guerra mondiale, vi trovarono posto anche alcuni reparti dell’Ospedale al Mare del Lido. Negli ultimi anni degli anni ’60 iniziò gradualmente l'abbandono dell'isola sino ad arrivare alla dismissione definitiva da parte del Ministero della Sanità nel 1979 da quando venne utilizzata solo a scopo agricolo, con la conseguente rovina dei fabbricati, mai più utilizzati. Sono recenti i lavori di marginamento che hanno interessato tutte e tre le isole.