I medici di Emergency salutano Bergamo: «Potrete sempre contare su di noi»
L'ospedale da campo allestito in Fiera non verrà smantellato ma verrà destinato all'attività ambulatoriale e di monitoraggio dei pazienti dimessi. Inoltre al suo interno verranno svolte attività diagnostiche e si procederà alle vaccinazioni di circa duemila bambini
di Federico Rota
L’ultimo paziente è stato dimesso domenica 24 maggio. Oggi (martedì 26 maggio) è stata la volta del contingente di 80 uomini tra personale medico, infermieristico, igienisti e volontari di Emergency che hanno salutato l’ospedale da campo degli Alpini costruito a fine marzo alla Fiera di Bergamo in tempi record da Penne Nere, artigiani e volontari.
Scongiurata l’ipotesi di un suo smantellamento, la struttura sanitaria (affidata alla direzione del Papa Giovanni) continuerà a rimanere attiva ma con una veste diversa: gli spazi interni sono stati sanificati e da mercoledì 3 giugno verranno utilizzati come ambulatori per il follow-up dei pazienti Covid dimessi. «Questo luogo ha rappresentato un modello di collaborazione fra realtà diverse e un aiuto prezioso per consentire agli ospedali della provincia di ripartire, riportando parte delle aree Covid in aree Covid free - sottolinea Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Complessivamente, abbiamo curato e ricoverato in ospedale circa duemila pazienti, ma ora abbiamo la necessità di sottoporli nuovamente a una visita di controllo. Per problemi legati allo spazio a disposizione non possiamo visitarli tutti al Papa Giovanni. Per questa ragione, in questo presidio verranno organizzate sedute ambulatoriali e diagnostiche».
Anche in questa fase proseguirà il supporto logistico dell’Associazione nazionale alpini. Gli ambulatori per i controlli sono multidisciplinari e vedono l’intervento degli specialisti delle Unità di Malattie infettive, diretta da Marco Rizzi, della Pneumologia diretta da Fabiano Di Marco, della Psicologia clinica diretta da Maria Simonetta Spada, in collaborazione con gli operatori della Direzione Professioni Sanitarie e sociali, diretta da Simonetta Cesa. Il presidio in Fiera dispone infatti di una Tac, di un’apparecchiatura per le radiografie e verranno installati apparecchi per la spirometria. Inoltre è prevista la possibilità di eseguire prelievi ematici che saranno poi processati nei laboratori del Papa Giovanni. Gli spazi della Fiera verranno utilizzati anche per sottoporre i bambini alle vaccinazioni.
Nell’ospedale in Fiera, in 49 giorni, sono stati accolti 120 pazienti, alcuni ricoverati in terapia intensiva, altri in sub-intensiva e altri in aree a bassa intensità. Fatta eccezione per un'unica vittima, ognuno dei degenti è guarito. Nel momento di massima presenza sono stati accolti 47 pazienti, dodici dei quali in rianimazione.
Alla cerimonia di saluto del contingente medico di Emergency hanno preso parte anche l’assessore regionale alla protezione civile Pietro Foroni, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, la presidente di Emergency Rossella Miccio, il direttore generale della Sanità alpina Sergio Rizzini e il prefetto di Bergamo Enrico Ricci. «Siamo felici di aver dato il nostro contributo in situazione estremamente difficile - evidenzia Miccio -. Questo è un modello. Non ci saremmo mai aspettati di dover gestire pazienti in una terapia intensiva in Italia, ma lo abbiamo fatto seguendo il principio che guida il nostro lavoro ormai da 26 anni: il diritto alle cure è universale e deve essere garantito con uguale qualità a tutti in tutti i Paesi. Ci tengo a ringraziare lo staff del Papa Giovanni per la collaborazione che ci ha offerto durante queste settimane, gli alpini, Confartigianato e tutte le persone che hanno collaborato per costruire questo ospedale. Resteremo vicini a Bergamo, potrete sempre contare su di noi».
«Ringrazio gli amici di Emergency che lasciano il campo dopo aver fatto uno straordinario lavoro per la città – commenta il sindaco Giorgio Gori, in rappresentanza anche della proprietà della Fiera visto che il Comune è tra i soci di Promoberg -. Il loro contributo è stato fondamentale, fin dal momento in cui si è trattato di costruire il layout dell’ospedale. Ringrazio anche gli infermieri che sono arrivati da diverse parti d’Italia rispondendo alla chiamata del Governo per darci una mano. Ho ripensato spesso allo strano mix che si è creato all’interno della Fiera tra medici bergamaschi, la squadra di Emergency, i russi, alpini e i volontari. Consentitemi però di sperare che questo spazio torni a essere un luogo di scambio e di commercio perché vorrà dire che il peggio sarà ormai passato».
Affinché la struttura vada a pieno regime dovranno essere apportate alcune modifiche ai locali, ma l’organizzazione complessiva non verrà stravolta. Letti e apparecchiature restano disponibili e pronti all’utilizzo nel caso in cui si dovesse verificare un nuovo picco di contagi e fosse necessario riaprire l’attività di ricovero (la struttura fieristica è nella disponibilità dell’Asst fino al 31 luglio prossimo). L'assessore regionale alla Protezione civile Pietro Foroni però rilancia: «Auspico che questo presidio possa rimanere aperto almeno fino a dicembre, anche se nel mio orizzonte dovrebbe restare attivo anche nei primi mesi del 2021. Avere a disposizione un presidio come questo è fondamentale per poter intervenire tempestivamente nel caso in cui l’infezione tornasse ad avere le dimensioni che abbiamo conosciuto nelle prime fasi dell’emergenza».