Il bel progetto di Treviolo: educatori sugli autobus Atb per parlare con i ragazzi
Torna l’iniziativa, unica in Italia, nata dalla collaborazione tra il Comune, l’Atb Azienda Trasporti Bergamo e la Cooperativa “Il Cantiere”
di Monica Sorti
Dopo la sperimentazione dello scorso anno scolastico riparte a Treviolo il progetto “Il 5 e il 10”. L’iniziativa, unica in Italia nel campo delle politiche giovanili, è nata dalla collaborazione tra il Comune, l’Atb Azienda Trasporti Bergamo e la Cooperativa “Il Cantiere”.
Il progetto prevede che gli educatori del Centro di aggregazione giovanile Cag “Il Graffio” salgano a bordo dei bus di linea per dialogare con gli studenti e proporre attività educative durante i viaggi quotidiani.
Dopo le 18 uscite dello scorso anno, le attività degli educatori sono riprese nel mese di ottobre e, per il 2024-25, sono previsti altri 35 interventi.
Il progetto nasce dall'esigenza di trovare nuove modalità per entrare in contatto con i giovani, dopo che le abitudini post-pandemia e il cambiamento sociale hanno reso più difficile realizzare interventi educativi tradizionali.
«Ci siamo resi conto che i ragazzi frequentano meno gli spazi di aggregazione tradizionali. Per questo, abbiamo pensato che fosse più efficace andare noi nei luoghi dove loro si trovano quotidianamente» spiega la consigliera delegata alle Politiche Giovanili Giulia Casamenti. «Il bus diventa uno spazio sociale in cui i giovani possono esprimersi e confrontarsi».
La partnership con Atb è un pilastro fondamentale del progetto. Liliana Donato, direttore generale, sottolinea l’importanza di questo tipo di iniziativa: «Atb continua a sostenere il progetto “il 5 e il 10” per ribadire l’importanza, soprattutto in questo momento storico, di investire sulle future generazioni. Ancora di più oggi, in una società sempre più connessa, l’autobus rappresenta non solo un mezzo di trasporto, ma anche un luogo, uno spazio sociale, in movimento, in cui costruire relazioni».
Grazie a “Il 5 e il 10” il tempo trascorso sui bus, solitamente percepito come un momento “di passaggio”, si trasforma in una dimensione vitale fatta di incontri, riflessioni e condivisione (...)