Un modello per tutti

Il calcio italiano in malora? L'Atalanta di certo non fallirà

Il calcio italiano in malora? L'Atalanta di certo non fallirà
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di Vincenzo Cito

E va bene, mettiamo che succeda. Stop definitivo ai campionati, niente diritti tv, il sistema calcio in malora, i club che hanno dilapidato miliardi costretti a fallire. Mai più quaranta milioni di euro per Joao Mario e poi prestarlo ai russi, 0 cinquanta per Lozano, tenuto in panchina, si ripartirebbe tutti da zero, i club sarebbero costretti a investire sui giovani, meglio se italiani. Che è poi quello che - da sempre - fa l’Atalanta, comunque ai vertici del calcio italiano pur in tornei squilibrati come i nostri, dove dal 2002 hanno vinto lo scudetto solo Milan, Inter e Juventus, le più ricche.

Eppure Bergamo è la prima città di provincia italiana ad aver raggiunto i quarti di finale di Champions. Senza fare mai debiti, facendo cassa con ragazzi cresciuti in casa (gli ultimi: Gagliardini, Caldara, Conti) senza rinunciare a (intelligenti) investimenti sugli stranieri: Freuler costato appena un milione e mezzo, Gosens due. Per non parlare di Ilicic, contestato e intristito a Firenze, oggi inseguito da tutta Europa. Piccola, felice, imbattibile, l’Atalanta è seguita poi da un grande pubblico, l’oceanica invasione di Milano per la sfida col Valencia non ha precedenti. Una città sempre presente, anche nella cattiva sorte. Quell'unico campionato giocato in C1 nel 1981-82 con lo stadio pieno parla da solo.

Obiezione: un modello inapplicabile nelle grandi piazze, costrette a puntare in alto. Mica vero, guardate l’Ajax, uno dei club più titolati del mondo (4 Champions, 2 Intercontinentali e tanto altro) che fa giocare ragazzi cresciuti in casa. L’anno scorso è arrivata a un soffio da una finale Champions, che avrebbe meritato, poi ha venduto De Jong al Barcellona e De Ligt alla Juventus per 75 milioni. È vero, quest’anno è uscita subito dall’Europa. Tempo di far fruttare gli investimenti e presto vi tornerà.

Insomma, mentre il calcio italiano si dibatte fra mille dubbi, l’Atalanta è tra le poche società che non ne ha. Se si andrà avanti, giocherà un quarto di Champions, con la sicurezza comunque di disputare anche nel 2020-21 una Champions ormai conquistata. Se il sistema calcio fallirà, tanto meglio: Bergamo - che si è mossa prima degli altri - non ne subirà conseguenze. Anzi, proprio la città più colpita dal Coronavirus sarà da esempio per tutti.

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