Il Grand Hotel di San Pellegrino è americano. Tornerà a essere un albergo di lusso, con spa e parco
Il gruppo californiano Ekn Development ha vinto ufficialmente il bando. La ristrutturazione costerà oltre 64 milioni. Ecco il progetto
Il bando per il recupero e la gestione del Grand Hotel di San Pellegrino se l'è aggiudicato il gruppo americano Ekn Development: l'esito ufficiale - dopo l'esame dell'offerta - è stato comunicato ieri (venerdì 9 agosto) dal Comune e rappresenta un passo decisivo per il rilancio turistico del territorio.
La società di Newport Beach, della California, avrà dunque in gestione per 99 anni il complesso. L’investimento per il restauro e il recupero dell’immobile è quantificato in 64 milioni e 226.427 euro, con una compartecipazione pubblica di cinque milioni di euro, di cui tre da Regione e due dal Comune, mentre il canone d’affitto annuo alla città è di diecimila euro.
Ritornerà albergo di lusso
L'immobile, acquisito dalla Provincia nel 2000 e poi trasferito in proprietà all'Amministrazione, era uno dei punti forti dall’Accordo di programma siglato dalla città nel 2007 con Regione Lombardia e via Tasso. «Il progetto presentato - hanno spiegato dal Comune - prevede il completo recupero dell'hotel e del parco come albergo di lusso, destinazione per tanti anni soltanto auspicata e sognata».
Accanto alla soddisfazione per la qualità della proposta, ha convinto l’entusiasmo manifestato dal Ceo del gruppo statunitense, Ebbie K. Nakhjavani, nei riguardi del centro Liberty della Val Brembana: «Siamo onorati che ci sia stato affidato un progetto di tale significato storico, in una città venerata come marchio ambasciatore del mondo - ha infatti detto l'imprenditore -. Non vediamo l’ora di collaborare con il Comune per dare vita al nostro concetto e riportare l’iconico Grand Hotel sulla mappa come destinazione globale».
I dettagli del progetto
Nel progetto è compresa la realizzazione di 118 camere, che evocheranno la raffinatezza delle ville italiane del periodo della Belle Epoque, collocate nei quattro piani posti sopra quello terra. Il piano seminterrato ospiterà invece una Spa all’avanguardia, che sfrutterà le sorgenti comunali, con annessa speakeasy lounge che riporterà a un’epoca passata.
Il piano terra ospiterà un ristorante raffinato e negozi di lusso, per un tocco di esclusività, mentre al piano sotto la cupola è previsto uno spazio che si apre su una biblioteca-bar e una terrazza all’aperto, pronta ad accogliere riunioni, conferenze ed eventi di gruppo. L’area esterna, immaginata come un’oasi all’aperto, ospiterà un bar che si affaccia su una piscina a sfioro e una vasca idromassaggio, mentre sul retro verranno realizzati campi da bocce, posti a sedere attorno a un fuoco all’aperto e giardini lussureggianti.
L'investimento attira altri gruppi
«Le difficoltà e le preoccupazioni affrontate in questi anni per tentare di individuare un percorso che consentisse il recupero e la riattivazione del Grand Hotel sono state tante, ma oggi salutiamo con grande soddisfazione e fiducia questa novità, che riaccende i riflettori a livello internazionale su questo nostro straordinario monumento e patrimonio storico», ha dichiarato l'Amministrazione.
«Siamo certo soltanto al primo passo di un percorso che sarà ancora lungo, ma confidiamo che la capacità del gruppo Ekn Development, conosciuto nel mondo per numerosi altri straordinari e innovativi investimenti in ambito alberghiero, unito alle parole di entusiasmo e ammirazione di Nakhjavani, possano ridare vita e splendore a questo nostro gioiello liberty e completare il rilancio turistico di San Pellegrino Terme».
L'importanza dell’intervento e l’entità dell’investimento stanno già attirando l'attenzione di diversi operatori economici, pronti a investire nella zona. Il rinnovato interesse per la città, che vede il coinvolgimento di investitori di calibro internazionale, sta creando un clima di grande fermento e nuove opportunità per l'economia locale.
Intanto non sarà roba per noi bergamaschi, ma tosatura per ricconi americani e asiatici. Che arriveranno in elicottero....
Meglio della strada un collegamento ferroviario!
Adesso però ci vuole anche la strada per arrivarci…