La frontiera della civiltà

Il papa va a trovare Aylan

Il papa va a trovare Aylan
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Con papa Francesco non si scherza. Mentre l’Europa cerca di cavarsela rovesciando tutta la questione dei migranti sulla Turchia, con montagne di euro, lui prende tutti in contropiede e annuncia un viaggio lampo a Lesbo, l’isola simbolo. È di qui che sono passati, in particolare nell’ultimo periodo del 2015, centinaia di migliaia di profughi indirizzati verso il vecchio continente. Andrà nell’isola in compagnia di Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli e di Hyeronimus, arcivescovo metropolita di Atene. La data probabile è il 14 aprile. Quindi davvero un viaggio lampo, non solo per la durata ma per la rapidità con cui è stato pensato e organizzato. Il più rapido mai fatto da un pontefice. D’altra parte per papa Francesco la questione dei migranti non è solo un’emergenza umanitaria. È di più. È una frontiera per definire cò che è una cultura e una civiltà umana da ciò che non lo è.

 

 

 

La scelta di Lesbo non è ovviamente casuale, per tantissimi motivi. Il primo è naturalmente quello dei numeri. La piccola isola è stata teatro di uno dei più grandi flussi umani della storia recente. All’isola sono legati fatti che hanno segnato profondamente l’immaginario collettivo, come la morte del piccolo Aylan, annegato nella traversata dalla costa turca e ritrovato sulla spiaggia di Butros. Ma sull’isola ha lavorato in questi mesi anche uno degli artisti più mediatici del mondo, il cinese Ai Weiwei, che ha sommerso i social con la documentazione dei suoi incontri con i migranti, e delle provocazioni corsare con cui ha portato testimonianze della vita di Lesbo nel cuore dell’Europa.

A Lesbo si stanno consumando ora gli effetti dell’ultima decisione presa da un’Europa timorosa: i migranti approdati sull’isola al prezzo di centinaia di euro dati agli scafisti, sono “deportati” e rispediti in Turchia, paese che ha assunto il ruolo di grande “parcheggio” per conto di tutta l’Europa. A Lesbo è possibile fare richiesta di diritto d’asilo, ma l’hotspot predisposto scoppia rispetto alle richieste che arrivano, così si procede in maniera sommaria a rispedire i migranti sulla costa turca. Il governo greco ha promesso di evadere le richieste d’asilo in 30 giorni, 15 per l’ammissibilità e 15 per l’appello. Ma è facile immaginare quale situazione si crei a breve, visto che gli arrivi sono in media 250 al giorno. Emergenza dentro le emergenze è quella dei minori: sarebbero oltre mille di cui 200 non accompagnati. Che ne sarà di loro?

 

 

 

Ma Lesbo dal punto di vista del papa ha un’importanza ancora più decisiva. È infatti un crinale delicatissimo posto tra Occidente e Oriente. Un punto in cui si consuma la più drammatica delle emergenze del nostro tempo, ma nello stesso tempo è il punto in cui si celebra fattivamente un’unità di visione e di intenti tra le due cristianità, quella cattolica e quella ortodossa. Il fatto di andare in compagnia di due esponenti autorevoli delle chiese orientali, rende bene l’importanza storica di questo viaggio.

C’è da chiedersi se il Papa non sarà poi costretto ad andare anche al Brennero dove il governo austriaco sembra sempre più deciso a procedere con controlli capillari a partire dalle prossime settimane: una scelta che avrebbe conseguenze quasi apocalittiche, non solo per i migranti, ma per l’intero sistema Europa.

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