Meraviglie astronomiche

Naso all'insù: eclissi di Luna e Marte è vicinissimo

Naso all'insù: eclissi di Luna e Marte è vicinissimo
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Sarà la notte dei pianeti. E della Luna. Perché la sera e la notte del 27 luglio vedremo brillare nel cielo, luminosissimi, Venere, Giove, Saturno e Marte, nell’ordine di apparizione. Venere verso il Sole, appena dopo il tramonto; Marte, dalla parte opposta, a Est. Tutti e quattro passeranno abbastanza bassi sopra l’orizzonte, intorno ai trenta gradi. Ma, in quella sera, due saranno gli eventi eccezionali. Il primo: Marte sarà alla minima distanza dalla Terra, a 57 milioni di chilometri. Il secondo: la Terra passerà davanti alla Luna e proietterà la sua ombra sul satellite: risultato, assisteremo a una eclissi di Luna, vedremo la superficie argentea pian piano scomparire alla vista fino a svanire del tutto… per poi riapparire dopo un’ora e mezza, man mano che Terra e Luna si spostano e che l’ombra della Terra lasci tornare la luce su quel mondo vicino. L’eclissi sarà totale alle 22.22. La Luna in quella sera apparirà piena, e arrossata: un effetto ottico dovuto all’atmosfera della Terra che, verso l’orizzonte, arrossa le immagini per via soprattutto delle polveri sospese.

 

 

Quindi, prepariamoci. Prepariamo gli occhi, i telescopi, i binocoli. Prepariamoci prenotando una visita all’osservatorio aperto al pubblico più vicino che conosciamo, a cominciare da La Torre del Sole di Brembate Sopra. La grande opposizione di Marte si verificherà, a meno di ecatombi cosmiche, venerdì: in quel giorno il Sole, la Terra e Marte saranno allineati lungo una precisa linea retta. Marte sarà precisamente (più o meno) alle spalle della Terra, alla distanza di circa 57 milioni di chilometri. Questo allineamento, si verifica ogni due anni e due mesi, ma soltanto ogni quindici anni viene raggiunta la minima distanza, per via della eccentricità delle orbite ellittiche, in particolare di quella di Marte che, nel corso del suo anno di 687 giorni, passa da un perielio (massima vicinanza al Sole) di 207 milioni di chilometri a un afelio (massima lontananza dal Sole) di 248 milioni di chilometri.

Così, nella prossima opposizione, quella del 13 ottobre del 2020, la distanza fra Marte e la Terra sarà di circa 65 milioni di chilometri. Quindi anche il diametro apparente di Marte nel cielo si modifica. Nella grande opposizione del 2003 (la migliore degli ultimi sessantamila anni!) si scese alla distanza di 54,6 milioni di chilometri e il diametro apparente di Marte visto dalla Terra era di 25,1 secondi d’arco. Questa volta saremo a 24,1 secondi d’arco, molto simile alla grande opposizione del 1877, famosa per via delle prime osservazioni dei canali da parte di Giovanni Schiaparelli, l’astronomo italiano che fu il più grande osservatore di Marte fino all’arrivo delle sonde automatiche, dell’era astronautica. Ma gli strumenti di Schiaparelli non erano abbastanza potenti: una serie di particolari distinti, ma vicini, sulla superficie di quel mondo, venivano visti dall’astronomo come delle linee continue. Da qui, l’idea dei “canali” e quindi di una possibile “civiltà marziana”, che ha poi dato vita a tanta letteratura di fantascienza. La prossima opposizione, quella del 2020, sarà ancora buona, il diametro scenderà a 22,3 secondi d’arco. In ogni caso, sarà un buon momento: considerate che alla massima distanza, Marte si allontana fino a 400 milioni di chilometri dal nostro pianeta.

 

 

Come si presenta Marte oggi e come si presenterà domani, venerdì? Alle nostre latitudini lo si vede passare basso nel cielo, con una declinazione di venticinque gradi, tra le costellazioni del Sagittario e del Capricorno. Con un discreto telescopio, diciamo un rifrattore da dieci centimetri di diametro o un riflettore da quindici-venti centimetri, potremo vedere un dischetto con qualche fuggevole particolare della superficie: sicuramente la calotta polare, un puntino bianco, forse la grande Sirte, di forma triangolare, scura sullo sfondo ocra di quel mondo. Ma quest’anno la faccenda si complica perché il pianeta è percorso da una grande tempesta di sabbia su scala globale che rischia di nascondere ogni particolare agli occhi dei nostri telescopi. Ne sanno qualcosa Opportunity e Curiosity , le sonde Nasa che si trovano lassù, nel bel mezzo della tempesta. Opportunity è stata spenta, perché è alimentata da pannelli solari; Curiosity invece continua le sue osservazioni: la sua energia viene da una pila al plutonio. Prepariamoci per venerdì, ma ricordiamoci che già adesso Marte è “vicino” e ben osservabile per tutta la notte e che lo sarà poi ancora per una ventina di giorni dopo il fatidico giorno. Tempesta permettendo.

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