Si pensava al Politecnico, e invece...

L'università Statale di Milano si trasferirà nell'area dell'Expo

L'università Statale di Milano si trasferirà nell'area dell'Expo
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Alla fine nella gara dei nuovi e rampanti rettori milanesi è arrivato primo Gianluca Vago: è stato lui a convincere i 26 membri del Senato accademico della Statale (tre solo contrari) che il futuro delle facoltà scientifiche sia da costruire nell’Area Expo: 150mila metri quadrati, nella zona vicina al Padiglione Italia, che verranno inaugurati nel 2021 e per i quali c’è già un masterplan di un archistar giapponese, Kengo Kuma. Ci si aspettava che a muoversi fosse il glorioso Politecnico, invece il rettore Giovanni Azzone per ora si è tirato indietro.

 

Ex-area-Expo

 

La Statale ha la sua sede storica in via Festa del Perdono, nell’edificio quattrocentesco che era stato il primo grande ospedale di Milano, ribattezzato dai cittadini familiarmente la Ca’ Granda. Lì continuerà ovviamente a restare. Quelli che invece vengono smobilitati sono tutti gli edifici occupati a Città Studi dove oggi si trovano le facoltà scientifiche: Medicina innanzitutto; poi Farmacia, Scienze Motorie, Agraria e Veterinaria. Per tutte queste grandi facoltà il futuro è dunque dall’altra parte di Milano, nel profondo ovest, in una zona iperinfrastrutturata da punto di vista tecnologico.

Ovviamente l’impresa dal punto di vista economico è gigantesca. In tutto saranno necessari 360-380 milioni di euro. Dalla vendita degli spazi di proprietà dell’università oggi occupati nella zona di Città Studi dovrebbero arrivare 100-120 milioni di euro (ma secondo gli osservatori immobiliari potrebbero arrivarne di più, come scrive il Corriere della Sera), altri 130 verrebbero finanziati attraverso un mutuo ventennale. Il resto dovrà esser garantito dalle istituzioni pubbliche. Al proposito, il ministro bergamasco Maurizio Martina, grande sponsor dell’operazione, ha parlato di una strada «realistica e percorribile» e di un «giusto contributo istituzionale». Del resto, essendo il ministro che per il governo ha seguito Expo, lo spostamento dell’università aiuta ad affrontare il tema delicato e ancora in gran parte irrisolto del destino di quell’area (che è, ricordiamolo, di oltre un milione di mq).

 

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Oggi a Città Studi la Statale occupa 250 mila metri quadrati ma con uno spreco a volte irrazionale di spazi. Come ha spiegato Vago, «c'è frammentazione, organizzazione non razionale dei dipartimenti, duplicazione delle infrastrutture». Oltretutto restando nelle sedi storiche ci sarebbero da mettere nel conto le spese per ristrutturare: «Costerebbe più che realizzare il campus. Il nucleo storico dove è presente la maggior parte delle discipline scientifiche nasce prima del 1930».

In tutto traslocheranno da est a ovest di Milano 20mila persone tra studenti e personale dell'Università. Andranno ad abitare una "Città della scienza" visto che nella stessa area sorgerà il polo di ricerca Human Technopole, oggi a Genova, e sponsorizzato a piene mani da Renzi. L'area scelta è quella più vicina alla città ma ha un limite: il collegamento con la metropolitana è dal lato della Fiera e quindi molto scomodo. Oltretutto per i pendolari le stazioni ferroviarie si allontanano, mentre oggi sono molto vicine a Città Studi. Ma il dado tratto. Prepariamoci al 2021: per molto quattordicenni di oggi la strada sarà quella...

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