L'Alveare della curnese Laura Rubini batte il virus e salva i produttori bergamaschi
Durante la quarantena il giro d’affari del suo mercato di prodotti locali all’Edoné di Redona è quadruplicato. Ora la nuova apertura a Dalmine, si ordina online. «Qui a Bergamo ci sono tantissimi produttori. Uno potrebbe vivere senza andare quasi mai al supermercato»
di Monica Sorti
La spesa a chilometro zero ha battuto il Coronavirus e ha consentito l’apertura del nuovo Alveare Amaranto. È di questi giorni infatti la notizia che la curnese Laura Rubini, che già gestisce l’Alveare Tamarindo di Bergamo presso l’Edonè, ha bissato aprendone un secondo a Dalmine, che ha fatto la sua prima distribuzione la scorsa settimana, mercoledì 17 giugno dalle 18 alle 19. Abbiamo incontrato Laura per capire cos'è un “Alveare”, come è nata l’idea di crearne uno e, soprattutto, come è stato possibile replicare la proposta di questi tempi, con tante realtà commerciali che rischiano la chiusura.
«L’alveare che dice sì! è un progetto nato qualche anno fa in Francia e che si è sviluppato poi in tutta Europa. Alcuni ragazzi di Torino hanno importato la start up qui da noi». In tutta Italia ce ne sono diversi e chiunque può decidere di aprirne uno, l’unica condizione imprescindibile è quella di avere un luogo fisico dove produttori e consumatori possano incontrarsi per la distribuzione dei prodotti. «Sono stata la prima ad aprire a Bergamo quattro anni e mezzo fa - racconta Laura -. Allora i produttori iscritti erano pochi e ho dovuto andare in giro per le aziende agricole a presentare il progetto, che per loro era nuovissimo. Devo dire che c’è stato subito grande entusiasmo. Tantissimi piccoli agricoltori e produttori di vino, formaggi e carni si sono iscritti. Anche le persone che facevano la spesa erano molto contente, e si è sparsa la voce». I clienti Laura li ha trovati grazie al passaparola, con i post su Facebook, la pagina Instagram e il volantinaggio. «Io sono nata e cresciuta a Dalmine, lì ho un sacco di amici con bambini piccoli che hanno voglia di fare una spesa più sana e sicura. Ecco il perché delle tante richieste. L’idea c’era da un po’ e durante il lockdown la crescita delle transazioni a Bergamo è quadruplicata. Questo mi ha dato la spinta ad aprirne uno nuovo».
A Dalmine sarà possibile fare la spesa online tutte le settimane dal giovedì al lunedì sera. «In questi giorni si possono acquistare tutti i prodotti a filiera corta disponibili sul catalogo presente sul nostro sito, pagare con carta di credito, e poi ritirare all'indirizzo indicato al momento dell’ordine». L’Alveare effettua anche la consegna a domicilio. «Non c’è vincolo di cifra né di numero di ordini, l’iscrizione è gratuita e i cataloghi dei produttori sono stagionali. L’idea dell’Alveare è proprio che ogni quartiere della città e ogni paese abbia il suo». Attualmente quelli di Bergamo sono circa una decina. «L’idea è nata quando mio figlio aveva sei mesi e dovevo cominciare con lo svezzamento - racconta Laura -. Pensando a come alimentare in modo sano un bambino così piccolo, ho sentito parlare per radio di questa iniziativa appena nata. La cosa mi ha interessato molto e ho deciso di provarci. Ho avuto un colloquio con i ragazzi di Torino che sono venuti a Dalmine e abbiamo cominciato. L’Alveare ha funzionato».
Il suo interesse per il biologico, per i prodotti a km zero e lo star bene in modo naturale nascono dal suo percorso come riflessologa plantare. «Proprio in quel periodo avevo finito il corso triennale a Bergamo, al Centro Ananda. Tutto un percorso legato al buon cibo, il carburante del nostro corpo. Eticamente poi il fatto di sostenere produttori locali era una cosa che mi piaceva tantissimo. Ho scoperto che a Bergamo e dintorni si producono così tante cose da poter sostenere, di fatto, quasi una spesa completa per una famiglia. E che si può tranquillamente mangiare solo a km zero e andare al supermercato per pochissime cose. Abbiamo anche aziende piccole che producono saponi, detersivi, creme, c’è veramente di tutto». Quella dell’Alveare è una vendita diretta da produttore a cliente: «Io creo la piattaforma, metto a disposizione il luogo dell’incontro. Inoltre, se c’è qualche problema, il cliente fa riferimento a me».
Prima Laura aveva un negozio di abbigliamento per ragazzi a Dalmine...