Le api trovano nuova casa: apre il nuovo parco apistico dell'Orto Botanico di Astino
È stato ricavato da uno spazio terrazzato in stato di abbandono. Ora è un vero e proprio percorso didattico con piante, arnie e un beehotel

È stato ufficialmente inaugurato nel pomeriggio di ieri, martedì 3 maggio, nell'ambito del Festival dell'Ambiente, il nuovo parco apistico “Città, Api, Piante e Persone”, un progetto innovativo e sostenibile che segna un nuovo settore nella Valle della Biodiversità dell’Orto Botanico di Astino, nata dall'accordo di programma tra Comune di Bergamo, Fondazione Mia, Parco dei Colli e Regione Lombardia.
Un vero e proprio percorso didattico
Il progetto del Parco apistico “Città, Api, Piante e Persone” elaborato dal Comune di Bergamo, cofinanziato dalla Fondazione Banco del Monte di Lombardia con un contributo di 100 mila euro e sostenuto da Rotary Club Bergamo Terra di San Marco, ha permesso di trasformare uno spazio terrazzato – un tempo coltivato a vigneto e da tempo in stato di abbandono – in un luogo dedicato alla conoscenza della flora e alla tutela degli insetti impollinatori, oltre al rapporto tra uomo e api.
Il parco si estende su una superficie di quasi 1.000 metri quadrati, resa nuovamente fruibile grazie a interventi di recupero e valorizzazione del paesaggio interpretato dall'architetto paesaggista Filippo Piva. Il nuovo parco apistico propone un vero e proprio percorso didattico: antichi terrazzamenti sono stati rimodellati e arricchiti con piante da siepe e piante erbacee attrattive per api e altri impollinatori, su cui l'Orto Botanico invita a soffermarsi.
All’interno di parcelle gradonate, delimitate da pali di castagno, sono state trapiantate una novantina di nuove specie mellifere di prateria, di margine boschivo, di macchia, arbusti ed erbacee perenni gradite agli impollinatori perché fonti di nettare e di polline. Accanto a queste zone, sono state inserite parcelle dedicate a specie di coltivo particolarmente attrattive per le api, come la facelia, il grano saraceno, la camomilla, la senape. Non mancano specie mediterranee ed ornamentali che possono ispirare i visitatori affinché anche i giardini privati o i terrazzi diventino fonte di cibo per gli impollinatori.





C'è anche un "Beehotel"
Il percorso di visita è stato integrato nel contesto paesaggistico esistente, con interventi che rispettano la tradizione costruttiva locale, con materiali naturali e un progressivo inerbimento naturale. Il percorso didattico è arricchito da sette pannelli bifacciali realizzati da studenti dell'Accademia di Brera di Milano sotto la guida della professoressa Paola Manusardi, a partire dai testi del direttore dell'Orto Botanico.
Un viaggio nella storia dell’apicoltura è suggerito dall’esposizione di sei arnie storiche e moderne, da quelle cosiddette irrazionali come il tronco cavo o la cesta, fino alle più recenti e razionali come la Dadant, la Top Bar o la Az slovena, inserite in un contesto evolutivo e temporale che racconta la lunga relazione tra uomo e ape.
Nel Parco c’è anche un beehotel realizzato da volontari dell'Orto Botanico, dedicato alla nidificazione degli insetti, realizzato anche con materiali di recupero provenienti dal parco stesso. In un altro settore della Valle della Biodiversità da anni a scopo didattico sono presenti tre arnie con famiglie di api, a dimostrazione che con il rispetto dovuto e un po' di attenzione, la coesistenza pacifica tra i circa 20 mila visitatori annui e almeno il doppio del numero di api è possibile.
Nelle prossime settimane verranno programmate visite agli alveari anche per famiglie con bambini, che verranno dotati di apposite tutine, laboratori per la costruzione di beehotel, lezioni sul rapporto flora e impollinatori e su come realizzare aiuole amiche degli impollinatori.