A Parigi 2024 torneranno disciplina olimpica

Le bocce sono uno sport giovane Migliaia di adesioni tra i ragazzi

Le bocce sono uno sport giovane Migliaia di adesioni tra i ragazzi
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Chi ha detto che le bocce sono uno sport da terza età? In questi giorni alle porte di Bologna sono in corso i Campionati europei under 18 e l’adesione è stata al di sopra di ogni aspettativa: ragazzi che vengono da dieci paesi si giocano titoli individuali e a squadre, contando che sia il primo passo di un percorso che porterà a Parigi 2024, quando le bocce potrebbero tornare ad essere disciplina olimpica, esattamente un secolo dopo. «Siamo proiettati oramai a Parigi 2024. Questa è la prima tappa di un cammino lungo ma che ci dovrà trovare pronti per diventare sport olimpico. Con la nuova governance della federazione abbiamo dato ampio risalto anche alla specialità paralimpica, che diverrà una nostra importante priorità nell'avvicinamento all'obiettivo olimpico», dice il presidente della federazione europea Bruno Casarini.

 

 

L’Italia a San Giovanni Persiceto (un paese che di campioni se ne intende: qui è nato Marco Belinelli) è presente con quattro campioncini, allenati da Maurizio Mussini. I campionati saranno della specialità raffa (una delle tre specialità, oltre il volo e la pétanque. Nella raffa la bocciata va dichiarata prima). In sostanza la più classica. Ma il boom delle bocce tra i ragazzi è legato anche all'introduzione di nuove specialità più agonistiche. La Federazione Italiana Bocce oggi può contare su 17 mila tesserati di cui 4 mila Under 18.

Lo “svecchiamento” del gioco è avvenuto una ventina di anni fa con l’inserimento di prove di corse mozzafiato, la Staffetta a coppie e individuale ne il Tiro progressivo. Sono cinque minuti di corsa sul tracciato di 27,50 metri, l’intento è colpire il maggior numero di bersagli costituiti da una boccia bianca posizionata su un tappeto in resina. Con le prove delle corse e precisione è cambiato il mondo delle bocce. Cambiano le sedute di allenamento ogni giorno e che spesso non prevedono l’uso delle bocce. Due o tre ore al giorno, spesso in solitudine seguendo le indicazioni lasciate dagli allenatori. «Rispetto al passato, quando militavo nelle giovanili, è cambiato tutto», racconta Maurizio Mussini. «Una volta c’era più approssimazione, ci si affidava al “fai da te”, ora non più. I ragazzi osservano le tipologie di allenamento anche degli altri sport e quindi noi dobbiamo adeguarci. Finora il riscontro è decisamente positivo». Anche il livello organizzativo sta decisamente crescendo: all’università di Urbino verranno formati istruttori specializzati.

 

 

I quattro azzurrini che stanno lottando nel bellissimo impianto di san Giovanni in Persiceto, uno dei dieci impianti migliori d’Italia, con i suoi dieci campi all'interno di una struttura polivalente di ottomila metri quadrati, hanno tutti iniziato a giocare molto presto, tra i quattro e i nove anni, tre per eredità famigliare. Uno, Marco Principi, ha imparato a scuola. «È uno sport che aiuta a tenere sempre alta la concentrazione», dice. A testimoniare la presa che lo sport sta avendo sui giovani c’è anche il fatto che quest’anno a Bergamo il torneo Città dei Mille ha inserito la categoria Juniores nelle gare. E tra i 1.800 bergamaschi iscritti alla federazione la percentuale dei giovani è in grande crescita. Non solo: le bocce piacciono molto anche alle ragazze. E la Federazione prevede di conquistare tanti nuovi proseliti tra i giovani introducendo una quarta specialità: le beach bocce. Insomma, è solo l’inizio...

 

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